Sudan, scontri a Khartoum tra esercito e paramilitari filo russi. Cosa succede e cosa c’entra Wagner

Nella capitale e in altre parti del Paese si stanno affrontando le forze Rsf agli ordini del generale Hemedti, e le milizie regolari guidate dal presidente al-Burhan. Tajani: “Italiani restate in casa”

Khartoum, 15 aprile 2023 - Scontri a fuoco ed esplosioni nel centro di Khartoum tra esercito regolare e paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf) del generale Mohamed Hamdane Daglo, detto Hemedti, vice presidente della giunta guidata dal generale Abdel Fattah al-Burhan, a capo delle forze regolari. Hemedti, vicino alla Russia e al gruppo Wagner, accusa il presidente della giunta di aver attaccato il loro quartier generale nella zona meridionale di Khartoum, innescando le violenze. Lo ha definito "un criminale che ha distrutto il Paese" ai microfoni di al Jazeera.

Scontri a fuoco e scambi di accuse

Ma il presidente ha rimandato le accuse al mittente affermando che sono stati i paramilitari ad iniziare le ostilità a Soba, a sud di Khartoum, dove si trova la base delle forze di supporto rapido. Quindi il conflitto si è esteso anche in altre aree, fino al palazzo presidenziale. Si combatte anche in altri quartieri, dove si trovano alcune postazioni militari. Scontri sono in corso vicino alla base aerea di Merowe, nel nord del Sudan.

Esplosioni all'aeroporto di Khartoum
Esplosioni all'aeroporto di Khartoum

Battaglia all’aeroporto. Migliaia di passeggeri bloccati

Un blitz che ha portato le forze paramilitari a dichiarare di avere il controllo dell'aeroporto internazionale di Khartoum, del palazzo presidenziale e della base di Merowe. Ma anche qui le notizie sono scarse, e l'esercito sudanese ha invece smentito le conquiste dei rivoltosi. Intanto minacciosi aerei militari stanno sorvolando la capitale, mentre una granata ha colpito un aereo passeggeri all'aeroporto di Khartoum uccidendo due persone, mettendo in fuga i voli commerciali, tornati nei loro Paesi d'origine senza tentare di atterrare nella capitale sudanese. Molti i passeggeri intrappolati in aeroporto, terrorizzati dagli spari della battaglia che è divampata per le strade. Scontri e carri armati anche davanti alla sede della televisione.

Tajani agli italiani nel Paese: “Restate a casa”

"Seguo con attenzione quanto sta succedendo a Khartoum. La nostra Ambasciata, pienamente operativa, ha avvisato i connazionali di restare in casa. L'Unità di Crisi monitora gli sviluppi. Appello al dialogo e a cessare le violenze", è il messaggio twittato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. La situazione sta preoccupando tutti, dagli Stati Uniti alla Russia, con appelli alla tregua della Ue, dell'Onu e della Lega araba. Durante gli scontri l'ambasciatore americano in Sudan, John Godfrey, e il personale della missione diplomatica, sono stati costretti a rimanere al riparo, mentre fuori si udivano le pallottole. Godfrey ha affermato che è in corso un'escalation "estremamente pericolosa". Un invito alla calma è arrivato anche dall'ambasciata russa, che ha chiesto ai cittadini russi, presenti nel Paese africano, di rimanere in casa e mantenere la calma.

Cosa sta succedendo

Lo scontro era nell'aria da mercoledì, quando l'esercito aveva avvertito del pericolo rappresentato dal dispiegamento di forze della Rsf nella città di Merowe, vicina a una base aerea dell'esercito nello Stato settentrionale. Uno spostamento di forze non coordinato con l'esercito, con cui l'attrito era cresciuto negli ultimi mesi. Inoltre generale Hemedti aveva pubblicamente respinto atti compiuti il 25 ottobre scorso dal presidente al-Burhan, parlando di "colpo di Stato". Divergenze emerse nel delicato processo di transizione politica alla democrazia, deciso con l'accordo firmato il 5 dicembre scorso. Nel documento venivano definite anche questioni di sicurezza e la riforma militare. Proprio quest'ultima, che prevedeva l'integrazione delle Rsf nell'esercito sudanese, sarebbe tra i motivi della rivolta. Dagalo avrebbe voluto una lenta fusione,  lunga almeno 10 anni, una guida civile e la rimozione di tutti gli elementi dei Fratelli Musulmani dalle forze armate di al-Burhan. Proposte respinte dall'esercito che ha invece preteso una veloce integrazione nei ranghi ufficiali, aumentando le tensioni tra i due schieramenti.

Rsf nati dalle ceneri della milizia Janjaweed

Le Forze di supporto rapido (Rsf) è composto principalmente da ex appartenenti alla milizia Janjaweed (“demoni a cavallo”), protagonisti dei feroci scontri contro i ribelli del Darfur, regione occidentale del Paese. Le Rsf sono state accusate di gravi abusi di diritti umani nel Darfur. Inoltre almeno 40 mila paramilitari Rsf nel 2015, scrive la Bbc, hanno aderito all'intervento militare saudita in Yemen. Nel 2019, hanno combattuto in Libia al fianco dell'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) del generale Haftar contro il governo di Tripoli (Gna), invece riconosciuto dalla comunità internazionale. Tra i maggiori crimini di cui sono accusati c'è la strage di almeno 120 manifestanti durante un sit-in davanti al quartier generale dell'esercito nella capitale Khartoum nel giugno 2019. Poi rapimenti di donne e bambini e saccheggi di diverse città. Hemedti, proveniente da un clan arabo ciadiano della tribù Rizeigat, allo scoppio della guerra del Darfur si mise alla guida dei Janjaweed, macchiandosi dei peggiori crimini in nome del regime dell'autocrate Omar al-Bashir. Il conflitto dei primi anni 2000 provocò almeno 2,5 milioni di profughi e circa 300 mila morti. Bashir, condannato dalla Corte penale internazionale.

Assieme a Bashir, Dagalo e i suoi congiunti hanno acquisito partecipazioni in miniere d'oro, allevamenti e infrastrutture. Secondo Adf Magazine - rivista del Comando Usa per l'Africa -  anche una miniera d’oro in comproprietà con il gruppo Wagner. E proprio i mercenari russi avrebbero anche addestrato paramilitari sudanesi. Lo stesso Dagalo era in Russia alla vigilia dell'invasione dell'Ucraina, e si è dichiarato favorevole alla costruzione di una base russa sul Mar Rosso in Sudan.

Tradito Bashir

Ma nell'aprile 2019 le Rsf parteciparono al colpo di Stato militare che spodestò Bashir. Hemedti divenne vice della giunta guidata dal generale dell'esercito al-Burhan. Poi parteciparono anche al colpo di Stato dell'ottobre 2021 che bloccò la transizione democratica.

Usa, Blinken: "Cessate il fuoco"

Il segretario di stato americano Antony Blinken, oggi in visita ad Hanoi, Vietnam, sulla via per il Giappone dove ci sarà il G7 dei ministri degli Esteri, ha affermato di essere "profondamente preoccupato" per le notizie su Khartoum. "Esortiamo tutti gli attori a fermare immediatamente la violenza ed evitare ulteriori escalation o mobilitazioni di truppe e continuare i colloqui per risolvere le questioni in sospeso". Washington ha sempre appoggiato la formazione di un governo civile in Sudan, e quindi hanno dato il sostegno ad al-Burhan.

Le possibili tensioni con l’Egitto

Le milizie Rsf stamane hanno attaccato anche la base di Merowe, e tra i militari catturati c’è un ittero battaglione di soldati egiziani. Su Twitter son apparsi i video degli egiziani seduti per terra con attorno i paramilitari di Hemedti armati. Una mossa che potrebbe scatenare una reazione del Cairo, e del presidente Abdel Fattah al-Sisi.