
Soldati kenyani
Roma, 2 aprile 2015 - Tutto è cominciato nella Somalia precipitata nel caos e nella guerra civile dopo la caduta del dittatore Siad Barre nel 1991. Grazie all'intervento americano e degli alleati occidentali a fianco dei ribelli nell'operazione 'Restore Hope', gli al Shabaab ('giovani', in arabo) cominciano a definirsi come organizzazione integralista pochi anni dopo nel corso dell'insurrezione contro le truppe etiopi. Queste ultime erano penetrate in Somalia nel 2006 per rovesciare, sempre con il sostegno degli Usa, l'Unione dei Tribunali Islamici che aveva preso il controllo della capitale Mogadiscio. Nel 2009 gli al Shabaab hanno dichiarato la loro alleanza con al-Qaida che li ha ufficialmente integrati nella sua rete terroristica all'inizio del 2012.
IL CONTROLLO DELLE ZONE RURALI - Nel 2011 sono stati costretti a ritirarsi da Mogadiscio dai soldati dell'Unione Africana (Amisom) e hanno gradualmente perso tutte le loro roccaforti nel centro e nel sud del Paese. Continuano però a controllare vaste zone rurali - imponendo alle popolazioni locali una rigida interpretazione della Sharia - e da qui partono per spettacolari quanto sanguinosi attentati sia a Mogadiscio sia, dal 2013, anche nel vicino Kenya.
KENYA NEL MIRINO - Negli ultimi anni, gli Shabaab somali hanno moltiplicato gli attentati sul territorio kenyano, attaccando chiese, località turistiche, scuole, causando 200 morti solo nel 2014. Gli attacchi si sono intensificati dopo l'offensiva militare lanciata da Nairobi in territorio somalo nell'ottobre 2011, mirata proprio contro gli Shabaab. Le zone più colpite sono state quelle attorno alla lunga e porosa frontiera di 700 chilometri con la Somalia, le aree di Mandera, Wajir ed anche Garissa.
L'ATTACCO AL CENTRO COMMERCIALE - L'attacco più spettacolare nel settembre 2013, quando i miliziani misero a ferro e fuoco il centro commerciale Westgate nel cuore di Nairobi (FOTO), uccidendo almeno 69 persone e ferendone oltre 175. In 10, pesantemente armati e a volto coperto, assaltarono il centro commerciale, sparando all'impazzata. Decine di persone rimasero intrappolate e tante altre vennero prese in ostaggio, mentre infuriava lo scontro a fuoco con la polizia. L'assedio durò tre giorni, fino a quando il centro commerciale non venne completamente liberato.
L'ODIO PER I CRISTIANI - I jihadisti non risparmiano i cristiani - 37 uccisi in un solo attacco a dicembre, al confine tra Somalia e Kenya - perché giudicati colpevoli di non essere musulmani. Proprio oggi, nell'assalto al campus universitario nell'est del Kenya, gli al Shabaab hanno tenuto in ostaggio solo gli studenti cristiani, liberando quelli musulmani.
I NUMERI - Attualmente l'organizzazione terroristica può contare su migliaia di guerriglieri (tra i 5.000 e i 9.000 secondo gli osservatori) e sul sostegno obbligato delle popolazioni rurali, prive di qualsiasi difesa, praticamente abbandonate dal traballante potere centrale e sottoposte a vessazioni di ogni genere dai radicali islamici. Contro di loro sono schierati i militari dell'Unione Africana (22.000 uomini) che finora però non hanno spinto la loro offensiva verso l'estremità meridionale della Somalia.