Mercoledì 24 Aprile 2024

Siria, curdi: 275mila sfollati. Manbij presa dall'esercito di Damasco

Fonti Berlino: sanzioni Ue non sono in agenda. Armi, Di Maio: istruttoria su contratti in essere. Erdogan: "Riporteremo a casa un milione di rifugiati siriani"

L'esercito siriano ha preso il controllo di Manbij (LaPresse)

L'esercito siriano ha preso il controllo di Manbij (LaPresse)

Istanbul, 15 ottobre 2019 - L'esercito siriano del presidente Bashar al-Assad ha il "totale controllo" della città di Manbij, la località strategica nel nord della Siria a ovest del fiume Eufrate contro cui Ankara ha annunciato ieri sera un assalto. L'annuncio è arrivato dal ministero della Difesa russo. Mosca ha aggiunto che "la polizia militare russa sta pattugliando il perimetro di Manbij lungo la linea di contatto tra gli eserciti siriano e turco" e ha spiegato che "gli Stati Uniti hanno lasciato le loro basi a Dadat, a nord-ovest di Manbij, e a Umm-Miyal", aree che ora "sono sotto controllo dell'esercito siriano". Intanto la coalizione a guida Usa ha annunciato il ritiro dalla città. Nell'area di Manbij un soldato turco è rimasto ucciso e altri 8 risultano feriti in scontri con le milizie curde. E' invece di almeno 2 civili uccisi e altri 12 feriti il bilancio di un attacco a colpi di mortaio compiuto in Turchia dai combattenti curdi impegnati a contrastare l'offensiva di Ankara nel nord-est della Siria. Salgono così ad almeno 20 le vittime civili in territorio turco dall'inizio dell'operazione militare.

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Erdogan: riporteremo in Siria un milione di rifugiati

In un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal, il presidente turco Erdogan ha lanciato bordate per sostenere le sue ragioni sull'offensiva militare contro i curdi nel nord-est della Siria. La "comunità internazionale deve sostenere gli sforzi del nostro Paese o cominciare ad accettare i rifugiati" dalla Siria, ha scritto il presidente turco.

"La Turchia sta intervenendo dove altri hanno mancato di agire", è il titolo scelto dal leader di Ankara per il suo intervento sul quotidiano americano. "I flussi di rifugiati siriani, la violenza e l'instabilità ci hanno spinto ai limiti della nostra tolleranza", ha continuato Erdogan, che ricorda l'impegno del suo Paese nell'ospitare 3,6 milioni di rifugiati siriani e rivendica di aver speso "40 miliardi di dollari per offrire loro educazione, assistenza sanitaria e alloggio". Tuttavia, ha insistito, "senza supporto finanziario internazionale non possiamo impedire ai rifugiati di andare in Occidente". Erdogan ha spiegato quindi di aver deciso l'offensiva in Siria dopo aver "concluso che la comunità internazionale non avrebbe compiuto i passi necessari" ad affrontare la situazione.

"Ci assicureremo che nessun combattente dell'Isis lasci il nord-est della Siria", è ancora la difesa del presidente turco, che ha poi ha spiegato: "In una prima fase riporteremo a casa un milione di rifugiati siriani, in una seconda tappa 2 milioni di rifugiati" nella zona di sicurezza che stiamo creando con l'offensiva contro i curdi nel nord-est della Siria. 

Ankara: 600 terroristi neutralizzati

La Difesa di Ankara ha fatto sapere che dall'inizio dell'operazione militare della Turchia è salito a 595 il numero dei "terroristi neutralizzati" (cioè uccisi, feriti o catturati). Erdogan aveva precisato ieri che almeno 500 di questi combattenti sono stati uccisi. 

Curdi: 275mila sfollati

Dall'altro lato, l'Autorità curda della regione nord-orientale della Siria ha riferito che gli sfollati nell'area sono oltre 275 mila. Tra loro anche più di 70 mila bambini. Molti sfollati dormono per le strade o nelle scuole a causa della mancanza di assistenza umanitaria visto che la maggior parte delle organizzazioni internazionali ha interrotto le proprie attività in questa regione. Le autorità del Rojava fanno appello alle Nazioni Unite, alla Lega Araba e all'Unione europea perché intervengano immediatamente per fornire assistenza medica e supporto logistico per prevenire l'inasprimento della crisi umanitaria.

Sanzioni Usa

E nel mirino delle sanzioni contro la Turchia annunciate ieri dagli Usa ci sono anche tre ministri in carica. Si tratta del ministro della Difesa, Hulusi Akar, del ministro dell'Interno, Suleyman Soylu, e del ministro dell'Energia, Fatih Donmez, oltre ai ministeri della Difesa e dell'Energia nel loro insieme. 

Quanto vale l'export italiano di armi in Turchia

Di Maio: armi, istruttoria sui contratti in essere

"La Turchia è il solo responsabile dell'escalation" in Siria e "deve sospendere immediatamente le operazioni militari", è il rinnovato appello lanciato da Di Maio in un'informativa urgente in aula alla Camera. Il bilancio di vittime dell'offensiva turca "è inaccettabile" e sta avendo "effetti devastanti sul piano umanitario". L'Italia - ha continuato il ministro degli Esteri - esprime "ringraziamento e gratitudine" verso i curdi siriani per la lotta che hanno compiuto contro l'Isis, la cui minaccia resta "concreta e gravissima". E oltre alla sospensione delle esportazioni future di armi alla Turchia, che avverrà per decreto, l'Italia - ha annunciato Di Maio - avvierà anche "un'istruttoria dei contratti in essere" con Ankara.

Fonti Berlino: sanzioni Ue non in agenda

Per il momento "il tema delle sanzioni alla Turchia non è in agenda" del prossimo Consiglio europeo di giovedì. Lo rivela una fonte ben informata del governo di Berlino. Si "parlerà dell'invasione della Turchia", prosegue la fonte, ma non di sanzioni. Tuttavia, data la fluidità della situazione nella regione e i cambiamenti giorno per giorno, non è nemmeno possibile escludere del tutto questa misura, si precisa da Berlino.

Anche la Cina chiede stop intervento

Anche la Cina ha chiesto alla Turchia di fermare l'intervento militare in Siria e di "tornare sul binario corretto" della ricerca di una soluzione politica della questione. Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, dopo l'imposizione da parte del presidente Usa, Donald Trump, di sanzioni economiche ai danni di Ankara. "Chiediamo alla Turchia di interrompere le azioni militari e tornare al giusto binario della risoluzione politica del problema", ha detto Geng, che ha chiesto anche il rispetto della sovranità, dell'indipendenza, dell'unità e dell'integrità territoriale della Siria.