Parigi, 5 novembre 2022 - Un castello polacco nel villaggio di Jablonna, sulle rive della Vistola, venti chilometri a nord di Varsavia. Un centinaio fra ex deputati della Duma, avvocati, membri in esilio della Federazione di Russia e altre personalità pubbliche riunite a congresso per dar vita a un organo di potere alternativo e prendere il potere a Mosca dopo la caduta – secondo loro inevitabile, forse imminente – di Vladimir Putin. Fra i presenti, il politologo Olivier Védrine, caporedattore di Russian Monitor , giornale internet dell’opposizione russa, e docente honoris causa all’Università di Kiev. È lui a raccontarci da Jablonne come si è svolta la prima giornata del congresso. "C’è stato un momento eccezionale, proprio all’inizio dei lavori. Eravamo riuniti nel salone e tutti hanno cantato in coro ‘O bella ciao’, la più bella canzone rivoluzionaria mai scritta".
Guerra in Ucraina, "Saccheggiano Kherson". Video: un parà di Kiev distrugge un tank
Chi c’era?
"Ilya Ponomarev, l’unico deputato russo che votò contro l’annessione della Crimea nel 2014. Mark Feygin, l’avvocato che si batte per i diritti dell’uomo e ha difeso il gruppo punk Pussy Riot. L’ex membro della Duma Gennady Gudkov. La polacca Anna Fotvga. La militante russa Elena Lukyanova. E tanti altri".
Ritiene possibile il loro futuro governo in esilio ottenga il riconoscimento dell’Europa?
"Non sarebbe la prima volta che accade nella storia. Il governo provvisorio di De Gaulle, per esempio, venne subito riconosciuto come legittimo".
I congressisti di Jablonna sono tutti oppositori che vivono all'estero?
"Non tutti. Molti di loro vivono in Russia".
E non hanno paura?
"Certo che hanno paura. È normale aver paura quando si appartiene all’opposizione russa. Pensi a Navalny e a tanti altri. Essere coraggiosi non significa non avere paura, ma superare la paura".
Qual è il clima in cui si svolgono i dibattiti?
"Un clima di lavoro e di speranza".
Loro pensano davvero che Putin stia per crollare? Che siamo alla vigilia di un grande capovolgimento in Russia?
"Ne sono convinti. Putin ha perso la guerra contro l’Ucraina e sta arrivando al capolinea. È solo questione di tempo: ci vorrà qualche settimana, sei mesi o un anno, ma ormai è evidente che il regime è asfissiato".
Secondo lei, quanto si dovrà aspettare?
"Rispondo ricordando un avvenimento della primavera 1917. Qualcuno chiese a Lenin, nel corso di una conferenza, quando sarebbe arrivata la rivoluzione. Forse la vedremo noi, forse la vedranno solo i nostri figli, disse Lenin. Come tutti sappiamo la rivoluzione arrivò pochissimi mesi dopo, in ottobre".
Una volta caduto Putin, cosa succederà?
"Bisogna evitare che vadano al potere individui ancora peggiori di lui. La Russia ha bisogno di persone serie, preparate, solide, capaci di restituire al popolo la libertà e la democrazia".
Lei crede alla possibilità di una rivolta interna, di un complotto che dia fuoco alle polveri?
"No. Chi conosce la storia della Russia e gli avvenimenti del 1905 e 1917 sa che non sono i complotti a ribaltare le cose".
Ci sono al congresso rappresentanti del Parlamento europeo?
"No. Ci sono osservatori polacchi, russi, ucraini, caucasici. Io sono l’unico francese presente".
Di che cosa si è discusso?
"Ponomarev ha aperto la sessione spiegando cosa intende per transizione democratica e insistendo sulla necessità di instaurare un regime parlamentare".
Il contradditorio è molto animato? "Diciamo che si tratta di un dibattito informativo, come in un’assemblea parlamentare. Si espongono delle idee, si presentano delle proposte e si vota".
Per esempio?
"Sono state votate, fra l’altro, misure amministrative per combattere la corruzioni".
Ma come può un piccolo gruppo di un centinaio di persone opporsi al potere dell’immensa Russia?
"Come riuscì De Gaulle ad organizzare un contropotere di fronte a Hitler e a Pétain? E come fece da voi la Resistenza a combattere il fascismo? È sempre la stessa dinamica e la stessa storia".