Lunedì 22 Aprile 2024

La Russia che dice no: "Putin sta per cadere". Gli oppositori: pronti a governo-ombra

Cento dissidenti del regime riuniti in Polonia si preparano al dopo zar. Ex deputati, colonnelli, attivisti, funzionari: "Il piano della resistenza"

Obiettivo: "prendere il potere in Russia dopo la caduta di Vladimir Putin". Un centinaio di oppositori al regime di Mosca si sono dati appuntamento ieri in Polonia nel villaggio di Jablonne, sulle rive della Vistola, periferia di Varsavia, per un congresso "storico". Per quattro giorni, fino a lunedì prossimo, discuteranno a porte chiuse sul modo più rapido ed efficace di "creare gli organi del potere alternativo che sarà in grado di prendere la direzione del Paese dopo la caduta di Putin a Mosca".

 Vladimir Putin, 70 anni, assieme al generale Valery Gerasimov, 67 (Ansa)
Vladimir Putin, 70 anni, assieme al generale Valery Gerasimov, 67 (Ansa)

Putin: "La guerra contro i neonazisti in Ucraina era inevitabile"

Convinti che il leader del Cremlino e il suo regime siano alla vigilia di un crollo vertiginoso, vogliono evitare che personaggi ancora più pericolosi di Putin prendano il suo posto. Hanno mantenuto il segreto sulla riunione fino all’ultimo; molti di loro, per evidenti motivi di sicurezza, non hanno voluto rendere noto il loro nome. Fra i partecipanti ci sono una cinquantina di ex parlamentari della Duma, numerosi funzionari governativi e uomini politici che avevano già condannato in passato l’annessione della Crimea e si oppongono adesso alla guerra e all’occupazione dell’Ucraina, attivisti russi e personalità pubbliche che si battono per la difesa dei diritti umani. 

Si è deciso, secondo quanto è trapelato in queste ore, di dar vita a un governo in esilio che coordini le azioni future. Il giornale polacco Rzeczpospolita ha pubblicato ieri la dichiarazione di un esponente dell’organizzazione secondo il quale "gli sforzi degli oppositori russi per pianificare il dopo-Putin diventeranno per la prima volta concreti nel corso di questo weekend". Il primo passo sarà l’adozione all’unanimità di una "dichiarazione dei principi costituzionali per una Russia libera". Il secondo, "l’elaborazione di un piano per la resistenza nazionale al regime di Putin in Russia e all’estero". Il terzo, "la richiesta che il governo in esilio costituito a Varsavia sia riconosciuto dalle autorità dell’Ucraina e degli altri Paesi europei".

Il personaggio più noto fra i cospiratori di Jablonne è l’oppositore russo Ilya Ponomarev, che dal 2014 vive in esilio a Kiev dopo aver votato alla Duma contro l’aggressione alla Crimea. Citiamo fra gli altri l’ex colonnello del FSB (Federal Security Service) Gennady Gudkov, secondo il quale "tutto quel che sta succedendo nella cerchia di Putin ricorda quel che avvenne nel Terzo Reich durante il 1943, quando era ormai chiaro che tutto era finito e che per la dittatura nazista non c’erano più vie di uscita". Partecipano alle riunioni segrete sulla Vistola anche l’ex deputato Arkady Yankovsky e l’avvocatessa e militante russa Elena Lukyanova, già membro del Consiglio pubblico della Federazione di Russia. Uno degli organizzatori del congresso, Alexei Baranovski, ha dichiarato che "dopo la vittoria dell’Ucraina, inizierà in Russia una fase irreversibile. Non dobbiamo farci cogliere impreparati davanti al processo di creazione di autorità alternative che saranno in grado di prendere in mano le redini del potere a Mosca". Dello stesso avviso Ivan Tyutrin, fondatore nel 2016 del Free Russia Forum (FRF): "Siamo alla vigilia di una svolta clamorosa. La tragedia attuale della guerra in Ucraina è un fattore decisivo per rinsaldare l’opposizione e condurre ad un cambiamento radicale del potere in Russia".