Sabato 14 Giugno 2025
REDAZIONE ESTERI

"Principe Carlo, ingenti utili con investimenti offshore". Nuovo capitolo Paradise Papers

I documenti citati dal Guardian online

Il principe Carlo (foto Ansa)

Londra, 7 novembre 2017 - Nuovo capitolo dei Paradise Papers. Stando a quanto riporta il Guardian online, che cita i documenti, gli asset privati del principe Carlo d'Inghilterra hanno investito milioni di sterline in fondi e società offshore, tra cui quella in una società delle Bermuda gestita da uno dei suoi migliori amici. Secondo quanto riportato dal giornale, la decisione del Duchy of Cornwall (Ducato di Cornovaglia) di comprare titoli era considerata molto sensibile, e i membri del suo board che hanno investito in terre per proteggerle dalla deforestazione, erano tenuti al segreto.

DIECI ANNI FA - Secondo il quotidiano, prima della fuga di notizie dei Paradise Papers, gli investimenti offshore del principe non erano conosciuti. Nel portafoglio della 'private estate' di Carlo ci sono in particolare quote in una compagnia chiamata Sustanaible Forestry Management (Sfm) acquistate all'inizio del 2007. La società, registrata alle Bermuda, è stata creata nel 1999, per vendere carbon credit (crediti di emissione). Ci lavorava Hugh Van Cutsem, un allevatore di cavalli milionario che ha conosciuto Carlo a Cambridge negli anni sessanta. Van Cutsdem, morto nel 2013, era uno dei direttori di Sfm, il cui obiettivo era di generare "ampi guadagni investendo nelle foreste tropicali e subtropicali".

I DUCHI DI WESTMINSTER - Il Guardian online riporta inoltre che anche i duchi di Westminster, la facoltosa famiglia nobile proprietaria di un impero immobiliare nel Regno Unito, sarebbero coinvolti nelle rivelazioni dei Paradise Papers. Il giornale afferma che milioni di sterline dei loro dividendi sarebbero stati dirottati in società con sede alle Bermuda e a Panama. Il giornale progressista ricorda che ora a guidare gli affari della famiglia c'è il 26enne Hugh Grosvenor, il miliardario più giovane del Paese, che ha ereditato l'immenso patrimonio dopo la morte del padre, Gerald Cavendish Grosvenor, avvenuta l'anno scorso. Dall'analisi dei Paradise Papers è emerso che dal 1999 i Westminster gestiscono larga parte dei loro affari all'estero, in particolare gli investimenti in Nord America e in Australia, tramite compagnie registrate nei paradisi fiscali. Il giovane rampollo era già stato criticato l'anno scorso per aver evitato di pagare la tassa di successione sul patrimonio ereditato, circa 9 miliardi di sterline, perché gestito tramite un trust.