
Roma, 26 giugno 2025 – All’indomani della tregua, Israele afferma con grande compiacimento che l’attacco Usa sull’impianto di Fordow "ha distrutto infrastrutture critiche in quel sito, rendendovi adesso impraticabile l’arricchimento dell’uranio". Tenuto conto anche dell’insieme degli attacchi israeliani condotti per quasi due settimane – ha affermato la Commissione israeliana per l’energia atomica – "le capacità dell’Iran di sviluppare armi nucleari sono retrocesse di molti anni". Ma per garantire questo successo "occorre che l’Iran non abbia accesso a materiale nucleare": ossia che alla fase militare segua un’iniziativa diplomatica coercitiva nei confronti di Teheran.

Il capo del Mossad David Barnea – apparso molto rilassato e in maniche di camicia – ha assicurato che anche in futuro i suoi agenti continueranno a tenere gli occhi aperti "in quelle installazioni, che conosciamo molto bene". Parole di compiacimento sono giunte anche dal capo di Stato maggiore gen. Eyal Zamir secondo cui oltre alle operazioni in Iran le sue forze restano impegnate a Gaza per "sgretolare il regime di Hamas". Ma la morte di sette militari in un agguato di Hamas a Khan Yunis ha destato sgomento nel Paese. Molti ritengono che le truppe siano demotivate ed esauste. Le madri di soldati impegnati a Gaza terranno oggi di fronte al ministero della Difesa una manifestazione per reclamare la fine immediata di quel conflitto. "Io stesso non ne capisco più il senso" ha ammesso un deputato-rabbino pro Netanyahu.
Intanto nei sondaggi il premier va adesso molto forte. Se optasse per elezioni anticipate, secondo la Tv di Stato Kan, il Likud otterrebbe alla Knesset 31 dei 120 seggi. Sono otto in più rispetto al suo sondaggio precedente e comunque il numero più alto ottenuto dal Likud nei sondaggi condotti dal drammatico 7 ottobre fino ad oggi.
