Mercoledì 24 Aprile 2024

Mobilitazione parziale in Russia, cosa significa e perché è l'arma della disperazione

Una mossa da ultima spiaggia che rischia di aggravare le difficoltà di Putin, militari e anche politiche

La scelta di fare ricorso alla mobilitazione parziale è un segno di grave debolezza di Vladimir Putin. In Ucraina, sul campo, le sue forze non solo non avanzano più - tranne, al prezzo di forti perdite, in limitate parti del Donbass - ma arretrano nella regione di Kherson (nonostante lì stano state schierate molte risorse aggiuntive) e soprattutto hanno subito una sconfitta importante nella regione di Kharkiv, con la perdita di una larga porzione di territorio. Dice Putin: "Solo i cittadini che sono nella riserva e, soprattutto, che hanno prestato servizio nelle forze armate hanno determinate specializzazioni militari-accademiche e un'esperienza rilevante saranno soggetti al servizio militare. I coscritti riceveranno un addestramento militare supplementare". Questo significa che saranno richiamati circa 300mila cittadini russi, al di sotto dell'età di 26 anni e con esperienze militari in reparti di manovra e ad alta specializzazione, ragionevolmente reparti dell'esercito (unità corazzate e meccanizzate), della fanteria di marina e delle forze missilistiche. La quantità dei mobilitati è dunque di 300 mila uomini su un bacino di riservisti di 2,1 milioni. Da notare che i coscritti in Ucraina sono mezzo milione.

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La mobilitazione, come ammette lo stesso Putin, richiederà addestramento supplementare (oggi in Russia l'addestramento supplementare prima dell'invio in zona di operazioni è di un solo mese, decisamente troppo breve) che a meno che non duri 4-6 mesi non potrà preparare adeguatamente il personale. Anche perché mancano gli addestratori per una simile massa di uomini. E soprattutto i coscritti mancheranno di motivazione, se non saranno apertamente contrari ad andare in guerra. Questo significa che una volta in Ucraina i reparti saranno poco motivati a combattere e diserzioni e resa di interi reparti è più che probabile, come è già successo in questi mesi di guerra con unità teoricamente "professionali". A meno di creare reparti di scarsissima operatività, gli ufficiali dovranno essere professionisti e così almeno una parte dei graduati. Il problema è qui la mancanza di uomini da destinare a questo compito.

Carro armato su una strada in Ucraina (Ansa)
Carro armato su una strada in Ucraina (Ansa)

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E c'è anche un problema di materiale, dato che Putin ha impiegato gran parte del materiale moderno a disposizione nelle unità oggi in Ucraina. La Russia di oggi non è l'Unione Sovietica che teneva nei suoi arsenali una quantità enorme di armi per dotare di equipaggiamento milioni di uomini in casi di guerra. Dopo la caduta del muro quegli arsenali (che mantenere in efficienza costava) sono stati in larga parte smantellati. Probabile che i reparti di coscritti che saranno inviati in Ucraina abbiano dotazioni a dir poco di non ultima generazione, se non apertamente datate. E la guerra di oggi è molto tecnologica. Quindi l'efficacia sul campo delle unità improvvisate, male armate e poco addestrate e soprattutto dalla scarsa motivazione, è dubbia. Si tratta di "carne da cannone".  E questo apre un altro enorme problema.

Tra gli under 26 c'è buona parte della popolazione russa più o meno critica con Putin e questa mobilitazione parziale rischia di alienargli ancora più il consenso non solo di questa fascia di popolazione ma anche dei loro parenti. Il fronte del dissenso interno si allargherà e lo farà soprattutto quando la mobilitazione visibilmente non produrrà risultati positivi sul campo. E' una mossa da ultima spiaggia che rischia di aggravare le difficoltà di Putin. Militari e anche politiche. E questo apre la strada all'arma di ultima istanza: l'atomica tattica. L'arma della disperazione di un autocrate finito in un cul de sac. 

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