
Forze libiche in marcia per Sirte (AFP)
Baghdad, 12 giugno 2016 - INFURIA la battaglia per Sirte. Quartiere dopo quartiere. Casa per casa. Con le forze che hanno promesso fedeltà al governo Sarraj che avanzano e l’Isis che, stretta in una morsa, soffre, arretra, ma non molla. Nonostante la propaganda di Tripoli che tende a vendere un successo probabile ma ancora da conquistare, solo alcuni leader e alcune decine di uomini del gruppo sono stati ‘esfiltrati’ e hanno lasciato la città: almeno i due terzi dei jihadisti presenti a Sirte combattono. DOPO aver preso nella notte tra venerdì e sabato il porto di Sirte e il distretto di Suwawa, le forze governative nel primo comando operativo dell’operazione al Bunyan al Marous – brigate 166 e 154 di Misurata – hanno subito ieri mattina un contrattacco da parte di Daesh, che è stato respinto ma ha fatto due morti e quattro feriti tra i misuratini. «I nostri uomini – dice il generale Mohamed al Gasri, portavoce dell’operazione militare governativa – hanno consolidato le posizioni e hanno proseguito verso sud nei distretti 1 e 3. Avanzano casa per casa sotto un intenso tiro dei cecchini di Daesh, che sono piazzati sui tetti degli edifici». «Cerchiamo di evitare un tiro di artiglieria indiscriminato – prosegue il generale – ma usiamo i mortai e le mitragliatrici pesanti sulle ‘tecniche’, i fuoristrada, e abbiamo effettuato anche sei strike con l’aviazione nella zona della rotonda di Buhadi, dove abbiamo distrutto alcuni mezzi di Daesh». IMPIEGATI anche diversi carri armati di produzione sovietica e gli obici semoventi Palmaria da 155mm, prodotti dall’italiana Oto Melara, a suo tempo venduti a Gheddafi. Secondo il comando delle operazioni dei lealisti, i jihadisti sarebbero intrappolati in una area di 25 chilometri quadrati, con controllo di un limitato tratto di costa. Le perdite della battaglia per Sirte sono pesanti in entrambi gli schieramenti: 139 morti tra i governativi, 300-400 fra gli uomini dell’Isis. Se a Sirte stanno perdendo il controllo della città, gli uomini dell’Isis riescono invece ancora a tenere le posizioni ad est, dove il secondo comando operativo – quelle delle Petroleum facility guards – è ancora fermo poco oltre Harawa, a 65 chilometri da Sirte. I GOVERNATIVI temono che i jihadisti tentino di fuggire da Sirte. Per tagliargli la strada nel caso tentassero di forzare il blocco verso sud, in direzione del Fezzan, il comando di al Bunyan al Marsous ha deciso di creare un terzo comando operativo composto da milizie di Misurata e da milizie Tobu che è stato affidato al colonnello Mohaned Ahmed Baheej e avrà il compito di presidiare la regione di Jufra, a sud di Sirte. A supporto dei misuratini sono attivi nuclei di forze speciali americane e britanniche, che utilizzano piccoli droni e osservazioni satellitari per fornire informazioni tattiche ai governativi e indicare gli obiettivi agli aerei, ma non sarebbero impegnati direttamente con supporto di fuoco. Almeno, per quel che ne sappiamo.