
Polizia svedese sul luogo di una sparatoria in una scuola (Afp)
Roma, 7 aprile 2025 – La guerra non si fa solo sul campo di battaglia. L’Iran, per esempio, è accusata di reclutare dei ragazzini per colpire siti israeliani ed ebraici in Svezia, ma anche nel resto d’Europa. È la Cnn a diffondere l’indiscrezione: la testata americana spiega che Teheran e Tel Aviv sono impegnati da anni in una "guerra ombra": schierano spie, killer professionisti, reti criminali, attività informatiche e altri mezzi segreti per colpirsi a vicenda.

Teheran recluta sui social media
La Sapo (il servizio di intelligence svedese, ndr) aveva già annunciato l’anno scorso il sospetto che Teheran puntasse a infiltrarsi nelle reti criminali svedesi, in un’ottica di espansione del suo conflitto regionale con Israele. Un timore che sembra essersi concretizzato, almeno da quanto rivela l’inchiesta della Cnn, che cita 007 svedesi, ma anche regolari agenti di polizia, ex membri di gang, procuratori, avvocati e diversi assistenti sociali. Sembrerebbe perfino che le nuove reclute dell’Iran siano talmente giovani da non essere nemmeno perseguibili dalla legge. Si parla di adolescenti, ingaggiati sui social da gang sostenute da Teheran, e che spesso non hanno pienamente coscienza di ciò in cui si stanno immischiando.
Lo scorso maggio un 14enne ha aperto il fuoco con una semiautomatica da 9mm sull’ambasciata israeliana a Stoccolma. Solo un giorno prima, era stato un ragazzino di 15 anni a tentare il colpo, ma era stato fermato dalla polizia poco prima di arrivare alla meta. Secondo i verbali del tribunale, entrambi sembravano avere poca idea di chi stesse dirigendo i loro movimenti. Nella sua testimonianza, il quindicenne fermato dalle forze di polizia ha dichiarato di aver inizialmente pensato di essere stato ingaggiato ‘solo’ per trasportare cannabis e di essersi sentito "ingannato e arrabbiato" quando gli è stato rivelata la vera missione.
Le reti criminali reclutano strategicamente gli adolescenti che, non solo sono più facili da manipolare, ma ricevono anche condanne più leggere. In particolare, il sistema giudiziario svedese prevede che gli imputati sotto i 15 anni non possono essere ritenuti legalmente responsabili per i crimini, mentre quelli tra i 15 e i 18 anni vengono solitamente indirizzati alle autorità di assistenza sociale anziché essere condannati alla prigione.
Ma cosa convince i giovani a entrare nelle file delle gang? Secondo Luay Mohageb, un ex investigatore della polizia svedese, è la promessa di oggetti costosi (nel caso del 14enne che ha sparato all’ambasciata, vestiti di marca). Ma sono in gioco anche altriapplicazione di messaggistica Signal.
fattori persona li e socio-economici, tra cui la ricerca di un senso di appartenenza, status e guadagno finanziario, soprattutto quando le opportunità individuali sono scarse. Secondo la procuratrice svedese Lisa Dos Santos non è difficile inserirsi nella criminalità organizzata: le “missioni” vengono postate su social come Instagram e Snapchat. I ragazzini che rispondono agli annunci vengono poi inseriti in gruppi privati su piattaforme crittografate, come l’La Svezia tra sparatorie, omicidi e gang
La qualità della vita in Svezia non è più sinonimo di benessere. Paese annoverato per decenni tra i più sicuri al mondo, negli ultimi anni ha visto un escalation preoccupante della criminalità, che ha fatto rifugiare la popolazione nella promessa dell’estrema destra di inasprire le pene e chiudere i confini. Solo a gennaio, in Svezia si sono verificate 33 esplosioni legate a gang, la cifra mensile più alta mai registrata nel Paese, secondo un rapporto della polizia svedese del 2025. Nel 2024, il 30% dei sospettati di omicidi legati alle armi da fuoco aveva meno di 18 anni, rispetto a circa il 20% degli ultimi anni, secondo lo stesso rapporto. Nel 2024, solo l'Albania e il Montenegro lo precedevano nella classifica dei morti per arma da fuoco pro capite in Europa.