
Coca-Cola: maxi richiamo di lattine in Europa (Ansa)
Roma, 27 gennaio 2025 – Non sappiamo di quante bottiglie si tratti ma è chiaro che i numeri sono notevoli. C’è stato un maxi richiamo di bibite in Europa, Coca-Cola ma anche Sprite e Fanta e non solo. Il motivo è l’eccessivo contenuto di clorato rilevato nel prodotto. L’allarme arriva dal Belgio ma le bottiglie di vetro e lattine incriminate sono finite anche sugli scaffali di Olanda, Gran Bretagna, Germania, Francia e Lussemburgo.
Ad annunciare il ritiro dei lotti (codice di produzione dal 328 Ge al 338 Ge compreso) di Coca-Cola, Sprite, Fanta, Fuze Tea, Minute Maid, Nalu, Royal Bliss e Tropico, è stato l’imbottigliatore europeo di Coca Cola con sede in Belgio, Coca-Cola Europacific Partners Belgium, dopo aver effettuato i normali test di controllo. “La maggior parte dei prodotti interessati e invenduti sono già stati rimossi dagli scaffali dei negozi e continuiamo ad adottare misure per rimuovere tutti i prodotti rimanenti dal mercato”, ha precisato l’azienda. Il gruppo si scusa e chiede di non consumare i prodotti acquistati. Possono essere restituiti al punto vendita per ottenere un rimborso.
Cosa sono i clorati e quali sono i rischi
I clorati sono sali dell’acido clorico che possono essere presenti in alimenti e bevande preparati con acqua trattata con cloro oppure contaminati con sanificanti contenenti cloro. La Commissione Ue ha fissato dei limiti ai residui di clorato nei prodotti commercializzati nell’Unione, al di sotto dei quali i rischi vengono considerati tollerabili. Le conseguenze sulla salute in caso di assunzione eccessiva variano a secondo del tipo di esposizione. Se acuta può compromettere la capacità del sangue di assorbire l'ossigeno (fino all’insufficienza renale). Se cronica – ed è il caso più frequente – può interferire sul metabolismo dello iodio, inibendone l’assorbimento.
In particolare, spiega l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare, un’esposizione a lungo termine può essere nociva per la salute dei bambini, soprattutto di quelli che soffrono di una carenza di iodio.
In genere gli alimenti più a rischio contaminazione sono frutta e verdura, surgelati in primis. La fonte principale di clorato nella dieta è però l'acqua potabile, che probabilmente contribuisce fino al 60% dell’esposizione cronica al clorato per i neonati (fonte EFSA).
L'EFSA ha stabilito una dose giornaliera tollerabile (DGT) di 3 microgrammi per kg (mg / kg) di peso corporeo al giorno per l'esposizione a lungo termine al clorato contenuto negli alimenti. La dose di riferimento considerata di sicurezza per scongiurare eventi acuti è invece pari a 36 µg/kg di peso corporeo al giorno. Le stime più elevate di esposizione alimentare acuta per tutte le età si sono rivelate al di sotto di questo livello di assunzione di sicurezza.