Lunedì 28 Luglio 2025
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Centrali nucleari a rischio, ecco la mappa. "La minaccia durerà a lungo"

In Russia sono undici i reattori a rischio. "Resteranno accesi a lungo"

Centrali nucleari, una manifestazione di protesta

Roma, 25 aprile 2016 - CE NE sono ancora undici. Obsolete centrali nucleari, identiche a quella di Chernobyl. Così identiche che una di queste, quella di Kursk in Russia, nel 1991 venne utilizzata come set per girare un film sulla catastrofe ucraina. Chiusi tra il 1991 e il 2000 i restanti tre reattori RBMK di Chernobyl e nel 2004 e 2009 i reattori RBMK della centrale lituana di Ignalina, restano oggi accese 11 centrali RBMK 1000, quattro delle quali di prima generazione.  Dopo l’incidente del 1986 sono state parzialmente modificate ma restano sempre con gravi limiti progettuali e senza alcun contenimento esterno. E purtroppo saranno attive ancora per molti anni.  Quattro si trovano a Sosnovy Bor, 80 chilometri da San Pietroburgo, in Russia. Qui c’è probabilmente l’unità più pericolosa, l’unità 1, una RBMK 1000 di prima generazione costruita nel 1973: due anni dopo ebbe un incidente per molti versi simile a Chernobyl. Questo reattore sarà operativo fino alla fine dell’anno. Il numero due, anche esso un RBMK 1000 di prima generazione, costruito nel ’75, sarà attivo fino al 2017. I reattori tre e quattro, RBMK di seconda generazione saranno invece chiusi rispettivamente nel 2024 e 2025.    A KURSK ci sono gli altri due reattori RBMK 1000 di 1° generazione, quindi particolarmente pericolosi: saranno chiusi solo nel 2021 e 2024. Sempre a Kursk si trovano due reattori RBMK 1000 di 2° generazione, la cui chiusura è prevista nel 2029 e 2034. Nel sito nucleare russo di Smolensk si trovano invece due RBMK 1000 di 2° generazione che chiuderanno nel 2020 e 2025 e un RBMK 1000 di 3° generazione che dovrebbe uscire di scena nel 2030. Ma se gli RBMK sono il peggio del peggio, ci sono altre centrali, che sono relativamente insicure. È il caso dei reattori VVER 440/230. Tra il 1989 e il 1990 la Germania ha chiuso i 5 che aveva a Greifswald, sul Baltico, restano però attivi i due della centrale russa di Kola, oltre il Circolo Polare artico. Sono in rete dal 1973 e dovrebbero essere chiusi nel 2018. C’è poi il il VVER 440/270 della centrale armena di Metsamor. Qui, a 36 chilometri dalla capitale Yerevan, sorgevano due unità, che vennero chiuse dopo il terremoto del 1984. Una però, costruita nel ’75, è stata riaperta nel 1995. L’Ue ha invece preteso e ottenuto la chiusura di altre sei unità VVER 440/230: quattro della centrale bulgara di Kozluduny e due della centrale slovacca di Bohunice. Non è invece di tecnologia russa ma americana la centrale slovena di Krsko, un reattore Westinghouse del 1981 e che nel 2008 ebbe un incidente, ma la cui vita è stata estesa al 2043. Alessandro Farruggia