Mercoledì 24 Aprile 2024

"Io, all’improvviso nell’incubo di Strasburgo. Il terrore è solo buio e silenzio"

La testimonianza del nostro giornalista. "L’invito del cameriere: signore, non abbia paura. Gli altri già sotto il tavolo"

Polizia e soccorritori nel centro di Strasburgo (Lapresse)

Polizia e soccorritori nel centro di Strasburgo (Lapresse)

Strasburgo, 12 dicembre 2018 - Il mercatino di Natale è bellissimo, ma a Strasburgo fa freddo. Alle sette della sera è normale, nella vera capitale d’Europa, rifocillarsi in uno dei localini del centro. Ma la cena resta a metà. Si spengono le luci, nessuno pensa che il gestore non abbia pagato la bolletta. Si comprende subito che qualcosa di grave è successo. «Monsieur, pas de panic», ti dice il cameriere. E si sa che quando ti dicono di non aver paura è proprio il momento di avere paura. Anche perché chi capisce meglio il francese è più svelto di te e si butta immediatamente sotto il tavolo.

Strasburgo, spari al mercatino di Natale. "Quattro morti e 9 feriti" 

Sono le otto, più o meno, quando tutti si riparano sotto i tavoli. Inizia un incubo. È buio, ma oltre all’oscurità è il silenzio che scuote lo stomaco. Un silenzio lungo, tenebroso. Il buio, il silenzio, le gambe del tavolo. Come sono tonde queste gambe del tavolo. Così, all’improvviso, ti ritrovi a vivere quello che hai raccontato tante volte da cronista, e scopri che quelle misure di sicurezza, imponenti, che avevi visto poco prima lungo le strade dei mercatini di Natale, non erano state predisposte a caso. Intanto il buio continua, il terrore anche.

image

Cerchi con lo sguardo le persone che erano con te al tavolo, stringi le loro mani, quando riprendi fiato riesci a sussurrare una mezza parola di conforto. Stai tranquillo, passerà tutto in fretta. Invece non passa. Perché l’unica luce è quella di emergenza del locale. Senti lo stomaco che inizia a premere.

Allora inizi a guardarti attorno, a cercare con lo sguardo le vie d’uscita, calcoli le possibili via di fuga, vedi quanto sono lontane. Dopo una mezz’ora arrivano i primi messaggi. «State bene?». In fondo è il primo segnale di speranza. 

Allora è accaduto qualcosa, pensi, e forse sono, siamo salvi. Anche se poi resti sempre sotto il tavolo del ristorante. Al buio. Sul telefonino arriva la notizia che c’è un terrorista in giro per la città. L’incubo ricomincia, il buio non si spegne. Fuori i lampeggianti delle auto della polizia tingono di azzurro i muri di una città spettrale in preda al terrore.