Giovedì 25 Aprile 2024

L'alfabeto di Matteo Renzi: da Riformisti a TikTok

Ecco le cinque parole che descrivono il leader di Iv

Il leader di Iv Matteo Renzi (Ansa)

Il leader di Iv Matteo Renzi (Ansa)

Ogni leader ha un suo alfabeto di riferimento, ognuno almeno cinque parole che lo descrivono.  Ecco quelle di Matteo Renzi

Il passo indietro

Matteo Renzi, poco più che trentenne, annunciava la sua candidatura a sindaco di Firenze nel 2008. Il resto ormai è cronaca nota: l’allora presidente della Provincia fiorentina vinse le primarie nel 2009 e poi le elezioni amministrative contro Giovanni Galli, candidato del centrodestra, che però riuscì a mandarlo al ballottaggio. Nel frattempo Renzi ha fatto molte cose tra cui il segretario del Pd per due volte e il presidente del Consiglio. Oggi è senatore, leader di Italia Viva, un partito che non sta avendo molto successo. Ora ci sono le elezioni politiche e Renzi ha lanciato un’alleanza di riformisti ma anche trovato un modo per farsi rieleggere. Il Terzo Polo. In teoria avrebbe pure accettato di non essere frontman, il frontrunner, insomma di non essere il numero uno della campagna elettorale. Ha accettato di fare il famoso passo indietro. Al suo posto, stavolta, Carlo Calenda, segretario di Azione, con cui il leader di Italia Viva ha siglato un’intesa. Renzi non è mai stato il vice neanche di sé stesso. E quando ha invece avuto dei vice alla fine questi cosiddetti numeri due sono stati rottamati. È quello che accadrà anche con Calenda? La domanda sorge spontanea.

Draghi

La sua agenda è il punto di riferimento del Terzo Polo. Renzi cita continuamente il presidente del Consiglio in carica per spiegare quanto sia stato giusto mandare a casa Beppe Conte. Rilancia persino: se il Terzo Polo arriva al 10 per cento e Giorgia Meloni non fa il presidente del Consiglio, c’è solo un’unica via: riportare l’ex presidente della Bce a Palazzo Chigi. “Se vince nettamente la destra, al governo ci va la Meloni, e io farò l’opposizione. Se non c'è una maggioranza chiara, l’alternativa è Draghi. O vince la destra o si fa un governo di unità nazionale. E decisivo è il voto al terzo polo”, spiega Renzi. Il problema però è anzitutto arrivare a questo famoso dieci per cento. È vero tuttavia che il Terzo Polo è in crescita nei sondaggi, perché prende voti dal Pd (anche il M5s prende voti dal Pd). 

Riformisti

Matteo Renzi insieme a Carlo Calenda punta al voto dei riformisti di destra e di sinistra. Per questo ha con sé, nel Terzo Polo, anche le due ministre ex Forza Italia Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Resta da capire quanto siano politicamente attrattive per l’elettorato. Carfagna ha una sua corrente strutturata nel Mezzogiorno, il problema è che ha portato con sé anche diversi impresentabili. Come Massimo Cassano, sostenitore di quel Michele Emiliano che Carlo Calenda vorrebbe politicamente azzerare. O Massimiliano Stellato, che sull’Ex Ilva dice cose all’opposto del leader di Azione. Poi ci sono i voti dei cosiddetti riformisti di sinistra. Tradotto: sono gli ex renziani rimasti nel Pd, un partito che ormai si è spostato troppo a sinistra e ai quali Renzi manda costantemente messaggi di richiamo. Come al Palacongressi a Firenze, quando a colpi di amarcord ha ricordato l’avventura della rottamazione, partita proprio da lì nel 2008. 

TikTok

Anche Renzi è sbarcato su TikTok, ieri. Gigioneggia e gioca con sé stesso, ma ricorda appunto di essere stato e di essere anzitutto un politico, uno che crede nella politica. Non sappiamo quanta presa possa fare - in generale, non solo sui giovani - ma che qualcuno rivendichi il professionismo della politica è cosa buona e giusta, contro certi turisti della democrazia a Cinque stelle. Numeri alla mano, però, quello che funziona di più su TikTok è Silvio Berlusconi. In meno di 24 ore il profilo Tik Tok del Cavaliere ha raccolto 320 mila follower. Il “Ciberscout” Renzi deve ancora imparare dal maestro. 

Letta

L’ex segretario del Pd sta parlando molto del suo ex partito e dell’attuale segretario, Enrico Letta. Dice, Renzi, che Letta è mosso da rancore personale, nonostante i sette anni a Parigi dove dovrebbe aver “imparato”, come da titolo del suo libro. “Purtroppo Letta ha sbagliato tutto. A me dispiace per i tanti del Pd che sono militanti appassionati ma la strategia del nuovo segretario porterà il Pd a una disfatta. Letta Non è cattivo: semplicemente non credo che la politica sia il suo forte”, dice Renzi.