Venerdì 26 Aprile 2024

L'Italia al voto: "Vecchie trovate e nuove mode. Ecco i politici a caccia di consenso"

Il docente di comunicazione Panarari: il ruolo dei programmi sarà ancora più secondario del solito. "Meloni farà molto bene, i leader populisti hanno una maggiore capacità di coinvolgere gli elettori"

Matteo Salvini al Tg1

Matteo Salvini al Tg1

La campagna elettorale dei miracoli è partita.

Professore Massimiliano Panarari, Matteo Salvini ha rilasciato in tv un’intervista con Madonna, santi e crocefisso sullo sfondo. Cosa vuol dire?

"Credo – risponde il sociologo della Comunicazione Unimercatorum Roma – stia tentando di riposizionarsi rispetto a un elettorato religioso e conservatore".

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È tornato allo stesso tipo di iconografia del comizio 2019 in piazza Duomo con il rosario in mano?

"Sì, del resto Salvini ha cambiato da tempo l’immagine della Lega che se mai celebrava il Po, con un melting pot un po’ kitsch che serviva a Bossi per definire un’idea territoriale distante da Roma e dal passato Dc".

E lo fa mentre a guidare il Vaticano e la Cei ci sono Bergoglio e Zuppi, figure riformiste.

"Questo è il nodo, Salvini dà un messaggio polemico contro gli orientamenti del pontificato “progressista”. Propone un convenzionalismo religioso, una sorta di ritorno allo storico patto altare-potere politico. Nell’iconografia religiosa identifica una certa visione di ordine e tradizione, ben oltre il concetto di spiritualità. Un uso dei simboli che si avvicina a quello che ne fanno Putin o Orban. Ricordiamo il discusso Forum delle famiglie organizzato da Fontana a Verona al quale avevano partecipato esponenti dell’ortodossia legata al patriarca Kirill?".

Dopo Draghi, cioè dopo il “tecnico” che ha rifiutato ogni concessione demagogica, per vincere le elezioni occorrerà parlare alla cosiddetta “pancia” degli elettori?

"Sì, questo è fondamentale. Ho la sensazione che sarà una campagna elettorale extra conflittuale e il ruolo dei programmi sarà ancora più secondario del solito, senza rispetto per il momento drammatico che sta vivendo l’Italia. Le paure – che Draghi aveva contribuito a sterilizzare dando almeno un ordine ai problemi – diventeranno preponderanti. I leader populisti imputeranno le colpe al governo a cui partecipavano, come se fossero all’opposizione".

Cosa la sta colpendo di più?

"La metamorfosi di Forza Italia, che sarà messa in sordina con ogni mezzo. Berlusconi, grande creatore della comunicazione politica italiana, si è convertito alle idee della destra-centro sull’altare dei sondaggi".

Il Cav ha detto che innalzerà le pensioni almeno a mille euro e pianterà un milione di alberi. In un periodo di emergenze, gli italiani sono più o meno propensi a credere alle promesse?

"Difficile dirlo, perché Berlusconi è un esempio di populismo che instilla un’idea di felicità, in questo molto diverso rispetto al messaggio dei sovranisti".

Giorgia Meloni riuscirà a parlare a un elettorato più vasto rispetto a quello della destra estrema?

"Cercherà di prendere quanti più voti possibile e di regolare i conti interni alla coalizione. Il tema della moderazione/presentabilità se lo porrà se mai dopo aver vinto per accreditarsi con le cancellerie Ue e con gli Usa".

È lei, la leader di Fdi, quella che farà meglio la campagna elettorale?

"Sì perché, di certo, i leader populisti in generale hanno una maggiore capacità comunicativa fine a se stessa. Salvini è stato un mago in passato, vedremo se saprà reinventarsi. Anche Calenda ha grandi capacità".

E il Pd?

"Dovrà giocarsi il tutto e per tutto perché Letta ha innanzitutto problemi strettamente politici dopo la rottura con i grillini. Dovrà rivolgersi a due tipi di elettori: quelli filo Draghi e quelli che non si allontanino troppo dai principi di sinistra. Un mix complicato".

I grillini – quel che resta dei contiani o di non si sa bene che leader – con che volto si presenteranno?

"Dovranno cercare di tornare alle origini con una nuova immagine antisistema e, forse, con un leader alla Di Battista, perché quell’elettore c’è ancora anche se ora è uscito dai 5 Stelle. Non mi stupirei se rivedessimo canotti che fluttuano nelle piazze, se Grillo volesse...".

Nella prima campagna elettorale estiva della storia della Repubblica dobbiamo aspettarci un altro Papeete a fronte di un Letta in giacca in spiaggia, sulle orme di Aldo Moro?

"Non disturberanno troppo gli italiani in versione balneare che cercano un po’ di serenità. Credo che la comunicazione sarà ancora più social del solito. Invece, in settembre, saremo sommersi dalle feste di partito".