Martedì 23 Aprile 2024

Beppe Grillo attacca Di Maio: Gigino 'a cartelletta'. Due mandati luce nella tenebra

Il garante del Movimento 5 Stelle torna a parlare: "Questo parlamento non lo merita nessuno, figuriamoci Draghi. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi"

Roma, 23 luglio 2022 - La crisi di governo, la scissione e le fuoriuscite dal Movimento 5 Stelle, la regola dei due mandati, la legge elettorale in vista delle prossime elezioni e un attacco diretto a Luigi Di Maio. Questi alcuni dei temi dell'intervento di Beppe Grillo, tornato a parlare in un video dal titolo 'Un cuore da ragioniere' postato sul blog beppegrillo.it. Il garante del Movimento 5 Stelle ne ha per tutti e interviene a ruota libera in questo avvio di campagna elettorale. Fra passato, presente e futuro, Grillo parla del destino che attende il M5s: "Possiamo essere morti fra 15 giorni, non lo so. Ma so che questi nostri due mandati sono la luce nella tenebra, sono l'interpretazione della politica in un nuovo modo, come un servizio civile. Sia io che Casaleggio quando abbiamo fatto queste regole non l'abbiamo fatto per l'esperienza, per andare avanti, ma perché ci vuole una interpretazione della politica in un nuovo modo. Noi siamo questi e la legge dei due mandati deve diventare una legge di Stato. L'Italia si merita una legge sui due mandati e sui cambi di casacca".

Beppe Grillo, 73 anni, ha fondato il M5S il 4 ottobre del 2009
Beppe Grillo, 73 anni, ha fondato il M5S il 4 ottobre del 2009

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Grillo poi attacca Luigi Di Maio, protagonista della scissione nel Movimento: "Tutti questi sconvolgimenti, queste defezioni nel nostro Movimento, queste sparizioni sono provocate da questa legge (dei due mandati, ndr) che è innaturale, che è contro l'animo umano. C'è gente che fa questo lavoro, entra in politica per diventare poi una 'cartelletta'. Gigino 'a cartelletta' ora è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato. Ed ha chiamato decine e decine di cartellette che aspettano come lui di essere archiviate a loro volta in qualche ministero".

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Il garante del M5s sottolinea: "L'Italia si merita tante cose e noi non siamo riuscite a farle: mi sento colpevole anche io. Ma abbiamo fatto qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi. Siamo degli appestati. E quando tutti, compresi i bulli della stampa, sono contro di noi significa una sola cosa: vuol dire che abbiamo ragione. Non fatevene un problema. Noi siamo antibiotico e se perdiamo questo perdiamo il baricentro in cui collocarci. Ho guardato il Parlamento mentre Draghi parlava e non era Draghi che mi sconcertava ma la visione di quel parlamento lì. Una visione vecchia, di gente che è lì da 30 o 40 anni e in cui cominciavamo ad essere dentro anche noi, noi che siamo pure il gruppo più giovane. Questo Parlamento qui non se lo merita nessuno, figuriamoci Draghi. Non se lo merita neanche l'ultimo degli italiani".

Nel saluto finale, un riferimento a Mario Draghi: "Vi abbraccio tutti, vorrei un coraggio da trasmettervi, io ho un cuore che pulsa: altro che cuore dei banchieri io c'ho un cuore da ragioniere".