Venerdì 26 Aprile 2024

La politica, la scienza e noi. Ma nel 2020 saremo felici soltanto se

Ieri il presidente del Consiglio ha analizzato il 2019 e strologato sul 2020. Lo stesso farà, fra poche ore, quello della Repubblica. E lo stesso farà ciascuno di noi in questo poco tempo che ci separa dal Capodanno. Ma, con tutto il rispetto per i due presidenti, nel nostro personalissimo bilancio e nei nostri personalissimi auspici non ci sarà granché di quanto ascoltato nei due discorsi istituzionali. Parliamo tutti tanto di politica, anche troppo, soprattutto noi dei giornali: ma in questi giorni è altro a rendere ciascuno di noi soddisfatto o deluso per i dodici mesi trascorsi, e fiducioso o sconfortato per quelli che ci attendono. Per la politica ci si può infiammare ma non soffrire. Per la politica non s’è mai ammazzato nessuno. Non ci furono suicidi alla caduta dell’impero fascista; né ce ne furono quando il mondo nuovo comunista dichiarò la propria bancarotta. Nessuna ideologia e nessun buon governo possono confortare chi ha un peso nel cuore: un peso di qualsiasi natura, ma sempre e comunque legato alla propria dimensione privata. "Il privato è politico", si diceva nel Sessantotto, ed era una delle baggianate di quella stagione.

Nel 2020 ci saranno nuovi importanti progressi, forse andremo su Marte e magari il Pil tornerà a crescere: ma nulla di tutto questo potrà consolare chi si sente solo, chi ha perso il lavoro o un amore, chi ha ricevuto un’infausta diagnosi. È sempre l’uomo che gioisce o che soffre: il singolo uomo, non un’indistinta umanità. Sui libri la storia è raccontata "per avanzamenti" dovuti all’economia e agli eserciti, alla scienza e alle scoperte geografiche. Ma l’unica vera forza motrice nei millenni sono stati i sentimenti, perfino quelli cattivi. Sono i sentimenti che spingono l’uomo ad andare avanti: anche nell’economia e negli eserciti, anche nella scienza e nelle scoperte geografiche. Ciascuno di noi ha dentro scintille che non potranno mai essere sostituite da alcuna macchina: anche se ora ai robot, a quanto pare, affidiamo perfino i nostri risparmi. Ed è per questo che ai lettori auguro un 2020 che corrisponda ai desideri più privati del cuore: anche se poi, fra un anno, avremo nuovi desideri e perfino nuove pretese, perché la sete di felicità è infinita, così come la speranza.