Mercoledì 24 Aprile 2024

Stati generali dell'editoria, via ai lavori

E' iniziato il confronto che porterà, in autunno, alla riforma del settore. Il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti indica le priorità degli editori. Voto Ue sul copyright

Il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti e il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti e il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Roma, 25 marzo 2019 - E’ stato il "taglio del nastro", come hanno spiegato il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il sottosegretario all’editoria Vito Crimi. Il taglio del nastro di una procedura di consultazione sul difficile momento di passaggio dell’editoria che dovrebbe portare, all’incirca in autunno, a una normativa complessiva di riordino del settore invocata inutilmente da anni da tutte la parti in causa. Gli 'Stati generali dell’editoria' che si sono aperti a Roma sono stati così il momento inaugurale, il passo di avvio, di un cammino tutto da compiere. Le prossime tappe saranno una due giorni a giugno, a Torino, un altro incontro a luglio e poi un successivo summit in settembre nel quale saranno tirate le fila di tutto. Nel frattempo si svolgerà un’opera di raccolta di proposte, aperte a tutti i cittadini che potranno inviarle attraverso il sito istituzionale del dipartimento dell’editoria, e di confronti bilaterali tra le parti in causa. 

L’incontro che si è svolto a Roma e che è stato inaugurato dal premier Conte è servito per far conoscere l’un l’altro i protagonisti, per un primo contatto e per una veloce enunciazione delle rispettive piattaforme. Hanno preso parte all’iniziativa moltissimi addetti ai lavori, presenti nella sala polifunzionale della presidenza del consiglio, e in un veloce speach hanno preso la parola per una breve enunciazione dei rispettivi punti di vista, oltre a Crimi e Conte, Marco Giovannelli presidente Anso, Andrea Riffeser Monti presidente Fieg, Raffaele Lorusso segretario generale Fnsi, Carlo Verna presidente Odg, Francesco Saverio Vetere, presidente Uspi e Giovanna Maggioni, direttore generale Upa.

Intendimento del governo, che tutti gli intervenuti si sono detti di condividere, è arrivare a una legge di sistema che non sia calata dall’alto ma giunga dopo un confronto che parta dal basso, del quale il legislatore dovrà trarre la sintesi. Non sarà un cammino facile, hanno spiegato Conte e Crimi, perché il momento di passaggio è davvero delicato, i riferimenti stanno cambiando radicalmente, ci sono nuovi attori in campo e non sempre gli interessi e i punti di vista coincidono, anzi siamo in presenza di istanze in certi casi confliggenti. La gente compra meno giornali e tende informarsi sui social, i linguaggi cambiano, le edicole chiudono, gli utenti pubblicitari manifestano mutate esigenze rispetto al passato.

Nel corso degli interventi, ha preso la parola il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti che ha evidenziato la disponibilità degli editori di giornali a essere parte attiva di una riforma del settore, facendo conoscere le proprie priorità: sostegno a una vasta operazione di ringiovanimento dei corpi redazionali, lotta alla pirateria e ai tanti modi in cui i giornali vengono letti ma non acquistati, dalle rassegne stampa tv alle copie diffuse nei bar, sostegno alle edicole e riequilibrio dei tetti pubblicitari.

Un sostegno pubblico per il settore in crisi è stato chiesto anche dal segretario della Fnsi Lorusso. Un po’ tutti si sono soffermati sull’importanza della direttiva Ue sul copyright, che è arrivata a Strasburgo al suo passaggio definitivo. Il voto conclusivo è previsto per domani. Un voto dall’esito incerto, nonostante l’approfondito lavoro di preparazione in commissione e consiglio europeo, il cui destino è appeso anche alle pesanti operazioni di disturbo nei confronti degli eurodeputati messe in campo in questi ultimi giorni dai giganti del web, che attraverso una vasta azione di lobbying stanno cercando di influenzare i membri del parlamento. L’ultima è stata quella inscenata ieri da Wikipedia, l’enciclopedia online, che nella sua edizione italiana ha oscurato l’homepage. Informando gli utenti che, se passasse la nuova normativa, la libertà sul web sarebbe limitata, e invitandoli ad alzare il telefono e protestare contro il «proprio» eurodeputato. Guarda caso il telefono di molti membri del parlamento ha iniziato a scaldarsi. 

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