Giovedì 25 Aprile 2024

Cos'è il regifting: ecco la guida che spiega come riciclare i regali di Natale

I consigli per dare nuova vita ai doni non graditi ed evitare terribili figuracce

Regali di Natale

Regali di Natale

Regali doppi sotto l’albero di Natale o doni non graditi, lontani dai nostri gusti personali: a quanti è successo di imbattersi in una situazione simile durante le festività natalizie? A più italiani di quanto si possa immaginare. Infatti, stando a un’indagine condotta da Ebay a 8 italiani su 10 è capitato di ricevere almeno una volta regali non graditi e nel Natale 2020 il 22% degli intervistati ha ammesso di aver trovato sotto l’albero regali non apprezzati. Se ci si ritrova in questa situazione, le soluzioni migliori non sono di certo abbandonare i regali in un angolo del sottoscala o buttarli nel cassonetto. Una buona pratica, che si sta diffondendo sempre più, è quella di donarli o ri-regalarli.

Il regifting: cos’è?

L’arte del riciclare i doni è diventata così importante negli ultimi anni da guadagnarsi un nome: Regifting, ossia il ri-regalare. All’aspetto pratico e funzionale del Regifting, come il poter sbarazzarsi di un’oggetto che non si vuole più, si affianca anche il fatto di contribuire a un’azione eco-friendly, basata sull’economia circolare. In questo modo, oggetti dimenticati o poco graditi avranno una seconda vita contribuendo a generare una riduzione degli sprechi e dell’anidride carbonica emessa per la produzione di un nuovo regalo. Ma non solo, il regifting, infatti, è ancor più utile in questo periodo, in cui il carovita pesa sulle spalle delle famiglie italiane, perché il ri-dono consente di non arrivare con il portafoglio vuoto alla fine delle festività. Secondo una ricerca condotta dal centro studi di Confcooperative, nel 2019 c’è stato un risparmio di 3,3 miliardi di euro grazie al riciclo dei regali, mezzo miliardo in più rispetto al 2018. Questo significa che più di un italiano su 3 ha sperimentato tale pratica, ossia 23 milioni di italiani.

Come fare regifting?

Superata la vergogna erroneamente attribuita a tale pratica, la si potrà applicare seguendo alcune piccole accortezze, volte ad evitare gaffe e ad assicurarsi che il nostro dono vada nelle mani giuste. Innanzitutto, se scartando il dono, ci rendiamo conto che l’oggetto potrebbe non piacerci, facciamo attenzione a non danneggiarne la confezione originale: senza la scatola in perfette condizioni sarà più facile intuire che si tratti di un regalo già aperto Altrettanto importante è prestare la massima attenzione affinché il primo donatore e l’ultimo ricevente non si conoscano. Per evitare terribili figuracce e, se si intende rimandare il riciclo all’anno prossimo, è meglio riporre l’oggetto in un luogo sicuro, segnando su un bigliettino il nome della persona che ce lo ha donato e appuntando, se già lo sappiamo, il nome della persona che potrebbe volerlo ricevere. Inoltre, meglio ricordarsi di non staccare il cartellino. Se sarà intatto, il dono apparirà integro e intonso come appena comprato, dunque regalabile o vendibile nuovamente. Infine, se pensiamo che un oggetto a noi inutile potrà essere apprezzato da qualcun altro, non facciamoci scrupoli nel regifting. L’importante è donare con il cuore.

Dove fare regifting?

Se il regalo che non si vuole più si sa già a chi ridonarlo, si è già a un buon punto di partenza. In caso contrario, i regali non graditi, o, in generale, gli oggetti che non si usano più, possono essere rimessi in circolo sul web. Sono molti i siti che vendono prodotti di seconda mano, in cui poter rilanciare il proprio regalo: Subito.it, per esempio, o su eBay, sito che negli anni passati a sostenuto a gran voce la pratica del regifting. Ma se si vuole donare senza guadagnare nulla in cambio, si può provare a rilanciare il dono su Facebook nella community Te lo regalo se vieni a prenderlo che ha molto seguito ed è presente in tutte le più grandi città.