Venerdì 26 Aprile 2024

Ora anche la Russia copia il cibo italiano, spunta il Russkiy Parmesan. “Molto simile all’originale”

Gli alimenti italiani latitano e l’industria alimentare della Federazione si specializza in surrogati

Le forme di vero Parmigiano Reggiano

Le forme di vero Parmigiano Reggiano

Parma, 1 aprile 2023 – C'era una volta 'Parmesan Cheese', punta di diamante riconosciuta di quelle imitazioni straniere delle eccellenze agroalimentari nostrane che tanto danno hanno fatto (e continuano a fare) all'Italia. In due parole, il famigerato fenomeno commerciale del cosiddetto 'italian sounding', fino a ora ascrivibile, prima di ogni altro mercato, a quello statunitense, da decenni ghiottissimo di cibi italiani o presunti tali. Ma ora, considerato quanto sia cresciuto dalla caduta del Muro l'apprezzamento della nuova borghesia russa per le delizie tricolore e visti i recenti embarghi anti-russi, il pericolo contraffazione viene anche da Est. Con la proliferazione nella Federazione Russa, come emerge da una analisi della Coldiretti diffusa in occasione dell’apertura del Cibus di Parma, di decine di stabilimenti specializzati nella produzione di surrogati locali di salumi e formaggi italiani.

Nati in pochi mesi per sostituire le produzioni originali che ora latitano e già arrivati a sfornare 'Russkiy Parmesan' (negli impianti di Stavropol) e simili per un valore di 250 milioni di euro. Dagli Urali alla regione di Sverdlovsk, come potrà scoprire chi visiterà il Padiglione 5 – Stand I004 della rassegna agroalimentare parmense, sta infatti proliferando un'industria lattiero-casearia e salumiera che non tralascia nemmeno il Montasio, i pecorini, la mozzarella e la ricotta. Con le aggiunte di mascarpone, robiola, salami, pizze, scamorze e insalate vendute in confezioni e fogge 'ispirate' a quelle delle nostre prelibatezze.

E secondo il sindacato russo dei produttori lattiero-caseari, il Soyuzmoloko, questo fenomeno ha contribuito pesantemente a fare schizzare i livelli di produzione di formaggio russo a quota 47 miliardi di rubli (600 milioni di dollari, quattro volte il valore del pre-guerra). Mentre le speranze dei produttori locali, nonostante le difficoltà a investire nell'industria alimentare in tempi in cui la nazione governata da Vladimir Putin ha altre priorità, sono di arrivare a produrre parmigiano di alta qualità buono anche per l'export entro 5 o 7 anni. Sulle solide basi di un attuale 'Russkiy Parmesan' descritto da chi lo realizza come “un’alternativa al Parmigiano Reggiano dalla consistenza dura molto simile e dal gusto e aroma intensi specifici”.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro