Mercoledì 24 Aprile 2024

Mangimi e foraggi protagonisti della rinascita agricola italiana Prezzi bassi, cresce la produzione

ROMA

PER capire bene l’andamento del mercato dei mangimi e dei foraggi bisogna partire dalla questione soia, tra i prodotti agricoli più coltivati nel mondo e largamente usata per l’alimentazione degli animali da allevamento nei diversi continenti. Ebbene proprio sulla soia è in corso una battaglia globale, dopo che la Cina ha imposto dazi sulle importazioni di soia statunitense come ritorsione alle misure adottate da Trump nei confronti di Pechino. La Cina dove il consumo di carne aumenta ogni anno è il primo acquirente di soia al mondo e la guerra commerciale in corso ne influenza profondamente il prezzo con importanti effetti anche su quelli di carne e latte e potenziali grandi conseguenze per tutti i produttori della penisola.

TANTO più che l’Italia è il primo produttore europeo di soia con circa il 50% della soia coltivata in Ue ma i prezzi di soia e mais, anche se Ogm free – sottolinea Cia agricoltori italiani - sono ancora troppo bassi e i produttori agricoli non riescono a trovare altri sbocchi di mercato interessanti. Ma vediamo nel dettaglio il quadro della produzione italiana e europea di mangimi e foraggi grazie a Gianluca Lelli, responsabile economico di Coldiretti. «Il foraggio grezzo, come l’erba e il mais, è la principale fonte di proteine nel cibo per gli animali degli allevamenti – spiega la Coldiretti – rappresentando il 45% del consumo totale di mangimi nell’Ue, mentre le farine ottenute da semi oleosi forniscono quasi un quarto delle proteine degli alimenti zootecnici alle quali si aggiungono i prodotti da spremitura di soia, colza e girasole, nonché i materiali ricchi di proteine derivanti dalle colture trasformate e gli alimenti ottenuti da precedenti prodotti alimentari. Il 70% di tutta la produzione di mangimi nella Ue è rappresentato da Germania, Francia, Belgio, Olanda, Spagna e Regno Unito e Italia».

E PROPRIO in Italia – secondo un’analisi Coldiretti sull’ultimo rapporto Assalzoo 2018 – la produzione di mangimi ammonta a 14.272.000 tonnellate, con una crescita di quasi 50mila tonnellate rispetto all’anno precedente. Il 41% del totale dei mangimi prodotti in Italia riguarda l’alimentazione dei volatili come polli, tacchini e galline ovaiole, il 25% è destinato all’allevamento dei maiali mentre quello per i bovini si ferma al 23%. Il restante 11% comprende conigli, pecore, cavalli, pesci e il cosiddetto Pet Food, gli alimenti per gli animali domestici.

Nelle stalle – ricorda la Coldiretti – si usano oltre 3,25 milioni di tonnellate di mangimi per bovini, 2,9 milioni per gli allevamenti di polli e 3,6 milioni di tonnellate per i suini. E in genere si tratta di un’alimentazione che integra la produzione ‘in casa’ a km zero delle aziende agricole da latte e da carne che soprattutto nel nord Italia hanno intorno alle stalle campi coltivati a mais, pisello proteico e soia che una volta raccolti vengono stoccati per poi essere usati come pastone per gli animali durante tutto l’anno.

SI TRATTA di mangimi di qualità fondamentali per la produzione di prodotti Dop sottoposti a disciplinari e controlli di filiera e di produzione fra i più rigidi al mondo. Le eccellenze del Made in Italy a partire da salumi e formaggi che stanno spingendo l’export nazionale che ha raggiunto nel 2018 il record di 41,8 miliardi di euro.

Ma mangimi e foraggi son parte essenziale della rinascita agricola per rilanciare l’economia dei territori colpiti dagli ultimi terremoti e proprio per questo motivo i sottosegretari Alessandra Pesce e Vito Crimi hanno appena lanciato ad Amatrice il progetto ‘Latte e Fieno’ all’insegna di qualità e di sostenibilità ambientale.

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