Mercoledì 24 Aprile 2024

Menci, l’azienda di famiglia ha fatto strada in tutt’Europa

Menci, l’azienda  di famiglia  ha fatto strada  in tutt’Europa

Menci, l’azienda di famiglia ha fatto strada in tutt’Europa

LA MENCI SPA di Castiglion Fiorentino è un case history emblematico della storia economica italiana, a testimonianza della grande vivacità e della sapienza di artigiani, imprenditori, uomini del fare che hanno creato dal nulla aziende poi divenute di grande successo in tutto il mondo. Stiamo infatti parlando dell’attuale leader del mercato di semirimorchi e cisterne per il trasporto di mangimi. Basta entrare in autostrada e guardarsi intorno: il traffico pesante sembra uno spot continuo di questa impresa, che è partita come azienda familiare ed è arrivata a conquistare i mercati esteri. Purtroppo il terribile post pandemia si è fatto sentire anche da queste parti con l’aumento indiscriminato dei prezzi che ha colpito anche l’azienda castiglionese guidata da un intero albero genealogico: al vertice tre Menci: Marco (il Ceo), Massimo, il General Manager di Menci Group, e Andrea, Export Manager e Responsabile Comunicazione (nella foto, da sinistra, con Fabio e Simone Menci). È proprio lui che tratteggia l’andamento aziendale degli ultimi anni, partendo dagli ultimi due, che hanno presentato il record di fatturato: 93 milioni di euro nel 2021 con 50 nuove assunzioni e 92 milioni nel 2022, quando i prezzi dell’energia elettrica e delle materie prime hanno iniziato ad impennarsi. Ma non solo, a fine 2022, per questioni logistiche legate al mancato rinnovo del contratto di affitto per l’impianto produttivo di Castelnuovo Scrivia, la Menci si è vista costretta a chiudere il sito produttivo con una quarantina di dipendenti. "Il 2022 è stato un anno difficile con i prezzi che sono aumentati in corso d’opera", precisa Andrea Menci. "Nessuno era preparato ad un cambiamento così repentino, sia in azienda che nei rapporti con i fornitori". Per comprendere a fondo il mutato scenario, è bene tenere presente che il ferro (principale componente per la produzione Menci) è salito dagli 0,5 euro al chilogrammo del 2020 ai 2,5 del 2022, mentre l’alluminio è addirittura triplicato. Così come l’energia elettrica: dai 50 mila euro mensili, si è passati a circa 150 mila.

Come ha reagito dunque l’azienda?

"Innanzitutto, abbiamo cercato di collaborare con i nostri clienti storici, evitando di aumentare oltre determinate soglie i nostri prezzi di listino. Con le modifiche apportate a maggio, non sono arrivati nuovi ordini e così abbiamo dovuto fare marcia indietro. In concreto, dal 2020 ad oggi, i nostri prezzi hanno comunque avuto un aumento del 25-30%".

La strategia anti-crisi della Menci si è anche avvalsa di un dettagliato controllo interno, con l’apporto di due importanti società di consulenza in ambito industriale e strategico-manageriale.

"Abbiamo rivisto le modalità di gestione degli ordini, abbiamo migliorato i nostri cicli di produzione per renderli meno energivori e abbiamo cercato di sfruttare al meglio i nostri pannelli solari. L’obiettivo finale è quello di un 5-10% di risparmio". Per fare un esempio concreto sulle modifiche alla produzione, sul fronte della verniciatura, anziché tenere i forni accesi per ore per completare l’essiccazione, ora i veicoli vengono tenuti fermi per 3-4 giorni e il processo si completa da solo. Lo stesso si cerca di applicare anche ad altri frangenti, magari riducendo l’incidenza di alluminio nella componentistica dei materiali per ridurre la base di costo. Sono anche stati internalizzati alcuni processi, quali ad esempio quelli di carpenteria pesante, anche per compensare le minori commesse in determinati momenti storici. "Gli analisti indicano questo anno come un momento di transizione – aggiunge Andrea Menci – un anno cuscinetto che condurrà alla ripartenza, anche se mancano ancora i più grandi cantieri relativi al Pnrr".

Quel che è certo è che l’azienda non ha intenzione di incidere sul personale all’opera a Castiglion Fiorentino, quartier generale e cuore dell’intera filiera.

"L’anno scorso – puntualizza ancora Menci – abbiamo optato per una sola settimana di cassa integrazione al rientro dalle ferie e ad inizio anno, siamo stati costretti a non poter rinnovare 12 contratti per assenza di ordini. Ma da aprile, le commesse andranno a migliorare e noi siamo pronti a reintegrare il personale". Nonostante tutto, poi, non sono mancati nemmeno gli investimenti, a partire dal trasferimento in Toscana della linea piemontese con una spesa di 3,5 milioni di euro, fino all’acquisto di un nuovo macchinario da carpenteria per lo stabilimento di Treviso. Un’azienda, la Menci, che si appresta peraltro a tagliare il traguardo del centenario: è stata infatti fondata nel 1927 da Geremia Menci, il geniale e intuitivo capostipite delle attuali generazioni. Geremia era un abile fabbro artigiano, come riporta la storia nel sito aziendale, che produceva macchine e attrezzature per l’agricoltura, prevalentemente aratri. Un forte radicamento nel settore agricolo, dunque, che non è stato abbandonato nemmeno con l’ingresso dei tre figli, Adriano, Luciano e Francesco, avvenuto negli anni Sessanta. La svolta è arrivata un decennio dopo, proprio grazie a questa specializzazione con l’allestimento della prima cisterna per il trasporto di mangime, che ha segnato il debutto della Menci nel mondo del trasporto industriale.

Altra tappa fondamentale agli inizi degli anni Novanta: la crisi dell’agricoltura dell’epoca ha permesso un autentico salto qualitativo, con il potenziamento della produzione destinata all’utilizzo stradale, anche grazie alla notevole capacità delle maestranze nella saldatura dell’alluminio e delle leghe leggere ovvero quello che ha fatto della Menci un leader mondiale.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro