Sabato 4 Maggio 2024

"Noi, maestri artigiani ambasciatori di stile nel mondo"

FILIPPO BERTO, 47 ANNI (nella foto), dirige oggi l’azienda Berto, marchio di arredamento contemporaneo di Meda, Brianza, cuore produttivo manifatturiero...

"Noi, maestri artigiani ambasciatori di stile nel mondo"

"Noi, maestri artigiani ambasciatori di stile nel mondo"

FILIPPO BERTO, 47 ANNI (nella foto), dirige oggi l’azienda Berto, marchio di arredamento contemporaneo di Meda, Brianza, cuore produttivo manifatturiero del settore, dopo aver trasformato in un marchio riconosciuto del design italiano quella che era la bottega artigiana fondata nel 1974 dal padre e dallo zio, specializzata nella produzione conto terzi.

Che patrimonio di competenze ha ereditato e come lo ha trasformato in una fiorente impresa italiana che guarda al futuro?

"Il valore di tutto ciò che viene realizzato in Berto oggi è in grandissima parte frutto del lavoro dei due fondatori, i fratelli Berto, Fioravante e Carlo, mio padre e mio zio. E non parliamo di fatturati, ma di conoscenza, di dedizione, di amore per il lavoro. Su questi pilastri ho costruito una realtà nuova nel mio settore, con l’obiettivo di valorizzare tutti gli sforzi compiuti dalla prima generazione per rendere disponibili produzioni di alta qualità a un pubblico più vasto, con una nuova modalità".

Che azienda era e che azienda è oggi la vostra?

"Il settore dell’arredamento per la casa è uno dei più interessanti ed apprezzati del Made in Italy, ma è anche quello con il sistema di distribuzione meno sensibile al cambiamento, rispetto alle attenzioni che meriterebbero i clienti. Grazie alla rete, con la quale sperimentiamo ormai da oltre vent’anni (abbiamo creato il primo corporate blog del design italiano), e quindi al dialogo diretto con le persone, siamo diventati autori di un nuovo modello di impresa, senza intermediari, dove ascolto e condivisione sono protagonisti: gli Store Berto sono gestiti direttamente da noi. Sappiamo quanto il cliente al centro e l’esperienza d’acquisto siano importanti e difficili da realizzare veramente, ma per noi che produciamo tutto al 100% a Meda e gestiamo al 100% la vendita diretta e tutti i servizi correlati nei nostri showroom, questa è la vera missione".

Grande attenzione, fin dal suo arrivo in azienda, è stata data, dunque, alla comunicazione e al racconto del vostro prodotto e della vostra realtà imprenditoriale, fino a scrivere un libro, "Made in Meda: il futuro del design ha già mille anni".

"In laboratorio da mio papà e mio zio venivano tutti i grandissimi nomi, quelli che studiano nelle università in tutto il mondo, dei giganti del Design. E poi c’erano questi maghi, questi mostri di bravura, questi maestri artigiani che potevano fare tutto con le loro mani. Quando è arrivato il mio turno di entrare in azienda, sono stato spinto a cercare qualcosa di nuovo e mi sono confrontato con il digitale, ma il Made in Meda era sempre sullo sfondo. Negli anni mi sono reso conto di quanto il valore straordinario rappresentato da Meda e dalle sue professionalità fosse poco raccontato e riconosciuto. A Meda lo si dà per scontato, in giro per il mondo nessuno parlava mai della bravura stellare della sua gente. L’idea del libro è nata per creare una nuova consapevolezza sul valore generato dall’eccellenza produttiva concentrata in questo territorio".

È appena terminato il Salone del Mobile e la Design Week a Milano, dove avete scelto di essere presenti in una maniera inconsueta. Qual è stato il messaggio che avete voluto trasmettere?

"Ci siamo trasferiti all’interno del loft di Silvia e Cristian, due clienti-amici che hanno da tempo arredato con Berto la loro casa nell’ex area industriale Richard Ginori a Milano. Abbiamo trasformato gli spazi inserendo le nuove collezioni e aprendo le porte a tutti coloro che sono passati a trovarci, dando vita a un living showroom. Se il Salone del Mobile fa pensare a stand enormi, con pochissimi pezzi e un’atmosfera quasi sacrale, da parte di marche che spesso sentiamo distanti e inarrivabili, il Loft Berto Live ha voluto rappresentare un concetto esattamente all’opposto: i prodotti sono stati raccontati attraverso chi li vive e da chi li produce quotidianamente per farne capire design, comfort, sostenibilità in tutti i sensi".

Da giovane e visionario imprenditore, ci dice come le piccole medie imprese manifatturiere italiane possono rappresentare ancora una leva strategica della nostra economia e del nostro sviluppo?

"Le piccole imprese italiane in realtà sono già grandi. Sono grandi perché sono create e vissute da grandi persone: gli imprenditori e i loro collaboratori. Per portare avanti una piccola impresa serve tanto coraggio e tanta passione, oltre alle capacità produttive e alle competenze. Non è un percorso facile, è uno sforzo quotidiano notevole, ma oggi la rete e il digitale offrono moltissime possibilità per la crescita del nostro tessuto imprenditoriale, soprattutto per attrarre sempre di più le giovani generazioni, è questa la sfida più grande su cui investire, per dare continuità al saper fare e continuare a produrre qualità e bellezza".

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