Venerdì 26 Aprile 2024

Dagli scarti urbani l’energia per produrre

Dagli scarti urbani  l’energia per produrre

Dagli scarti urbani l’energia per produrre

"LA NOSTRA missione è trasformare il territorio da una commodity in un attivatore di servizi ecosistemici", spiega Piero Manzoni, fino al 2016 ad di Falck Renewables e oggi numero uno di Simbiosi, l’azienda che raccoglie l’eredità di Giuseppe Natta (figlio del Premio Nobel Giulio), mancato un anno fa, e del suo gruppo Neorurale, cresciuto nell’arco di vent’anni su mille ettari di terreno, attorno all’Innovation Center Giulio Natta a Giussago. Con al fianco la moglie Rosita Natta, presidente non operativo ed erede del progetto di famiglia, Manzoni punta a mettere a frutto il know how e le tecnologie sviluppate nella pianura pavese per replicare quanto fa la natura nell’ottimizzazione dell’uso delle risorse, proponendo soluzioni globali per ridisegnare i distretti della filiera agroindustriale, trasformandoli in centri con minori sprechi di risorse naturali (acqua, suolo, energia, materiali) e maggiore produttività del terreno, riducendone i consumi, le emissioni di CO2 e producendo energia da fonti rinnovabili innovative. Tra le soluzioni sperimentate nella prima Nature Based Solutions Valley italiana c’è il recupero degli scarti delle filiere agroindustriali per produrre biostimolanti, ammendanti, fertilizzanti naturali, aumentare la materia organica dei suoli e produrre energia. Ci sono bioreattori per l’accumulo di fonti energetiche dagli scarti urbani. Ci sono sistemi innovativi per la refrigerazione industriale senza passare dalla formazione di ghiaccio, con grande risparmio energetico.

Ci sono sistemi di gassificazione e pirogassificazione innovativi per la produzione di syngas e idrogeno. C’è la fitodepurazione naturale delle acque. C’è l’allevamento d’insetti per la produzione di proteine alternative. C’è il digital farming, con l’applicazione di sistemi d’intelligenza artificale. E ci sono tecniche agricole innovative, basate su barriere ecosistemiche perimetrali dedicate alla rigenerazione della biodiversità, che mirano a nutrire e tutelare il suolo per una crescita equilibrata della vegetazione e delle colture, abbandonando così l’utilizzo di certi fertilizzanti e insetticidi, ma al tempo stesso migliorando le rese e favorendo lo stoccaggio naturale di CO2. Si tratta di tecniche agricole che hanno bisogno di molti anni per arrivare a maturazione, ma visti i buoni risultati sono destinate ad affermarsi.

Elena Comelli

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