Venerdì 26 Aprile 2024

Biometano dagli scarti di lavorazione delle carni

Biometano   dagli scarti  di lavorazione  delle carni

Biometano dagli scarti di lavorazione delle carni

LA NEWCO BIORG, nata dalla partnership tra Herambiente (Gruppo Hera) e Inalca (Gruppo Cremonini), con un investimento di 28 milioni di euro, ha realizzato un grande esempio di economia circolare, riconvertendo un vecchio biodigestore in un impianto d’avanguardia per trasformare i rifiuti organici e reflui agroalimentari in metano 100% rinnovabile e compost. Con 3,7 milioni di metri cubi di biometano e 18mila tonnellate di compost prodotti all’anno, l’impianto fornirà un importante contributo alla transizione energetica e all’economia circolare. "Inalca sta portando avanti da quasi 30 anni il suo impegno in favore dell’ambiente, grazie a una politica aziendale che prevede autoproduzione di energia, sviluppo di fonti rinnovabili, riciclo e riutilizzo di materiali – spiega Giovanni Sorlini (nella foto in basso), responsabile Sostenibilità Ambientale di Inalca e presidente di Biorg – Oggi, grazie al controllo integrato di tutta la filiera, dal campo alla tavola, che Inalca è in grado di gestire, non parlerei neanche più di scarti, né tantomeno di rifiuti: in una logica ‘zero waste’ puntiamo a una circolarità completa, realizzata su diversi ambiti. E uno di questi è generare biometano per alimentare mezzi di trasporto e macchine agricole, o da immettere nella rete di distribuzione civile, proprio come sta facendo Biorg".

Che cos’è la newco Biorg?

"È una società creata in partnership tra Inalca ed Herambiente, primo operatore nazionale nel settore ambiente, con la finalità di generare biometano. Sulla scia della pionieristica esperienza avviata dal Gruppo Hera nel 2018 a Sant’Agata Bolognese, è stato ristrutturato un impianto dedicato alla produzione di biogas nel Modenese, a Spilamberto. Grazie a un investimento di 28 milioni di euro l’impianto è stato dotato delle migliori tecnologie disponibili per la trasformazione di rifiuti organici e reflui agroalimentari in biometano 100% rinnovabile e compost".

Perché avete scelto Hera?

"Il Gruppo Hera è stato tra i primi a scommettere sul biometano come misura per ridurre le emissioni e raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa, e la sua produzione occupa oggi un posto centrale per la promozione dell’economia circolare e della transizione energetica. Il Gruppo Hera è stata la prima multiutility italiana ad aver realizzato un impianto all’avanguardia per la produzione di biometano dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata urbana, capace di trattare, ogni anno, 100mila tonnellate di rifiuti organici e altre 35 mila tonnellate derivanti dalla raccolta di verde e potature".

Può spiegare le caratteristiche dell’impianto?

"Il gas naturale 100% rinnovabile viene prodotto dalla digestione anaerobica di rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata realizzata dal Gruppo Hera (Forsu), dagli scarti derivanti dal processo di lavorazione dell’industria agroalimentare locale e dal processo produttivo delle carni di Inalca (fanghi). Il gas viene raffinato in loco per diventare biometano ed essere successivamente introdotto nella rete gas. I rifiuti organici tornano così al servizio della comunità sotto forma di combustibile rinnovabile. L’impianto consente, oltre al recupero energetico, anche quello di materia. Lo scarto in uscita dal processo di digestione anaerobica, denominato tecnicamente digestato solido, anziché essere smaltito viene, infatti, ulteriormente valorizzato, grazie al conferimento nell’impianto di compostaggio di Nonantola (Modena) di Biorg, per produrre compost utilizzabile come biofertilizzante in agricoltura. Questo progetto è anche un esempio efficace di sinergia industriale, con la produzione di biometano e compostaggio in due impianti tra loro perfettamente complementari e integrati. Inoltre, dimostra che solo l’innovazione può generare sostenibilità competitiva che riduce l’impatto sull’ambiente e crea, allo stesso tempo, più valore aggiunto per l’intera filiera zootecnica".

Può illustrate il progetto ‘Zero Waste’?

"L’obiettivo di Inalca è valorizzare, rigenerare i sottoprodotti dell’intera filiera del bovino con la visione ‘zero waste’ per una economia circolare completa. Infatti, non molti sanno quante tipologie di prodotti si possono ottenere dal bovino. Quando pensiamo a questo animale, ci viene in mente la carne che troviamo in macelleria, ma dimentichiamo tante altre preziose sostanze che si ottengono dal bovino. Oltre alle carni, otteniamo prodotti che vengono utilizzati in numerosi settori diversi dall’alimentare, come quello della conceria e pelletteria o quello farmaceutico. Ad esempio, il collagene bovino viene utilizzato in numerosi settori, dalle protesi valvolari impiegate in cardiochirurgia, a prodotti utilizzati in dermatologia ed ortopedia per migliorare la cicatrizzazione in caso di ustioni o traumi. Ogni prodotto ottenuto dalle lavorazioni agricole e industriali trova una precisa collocazione in un determinato mercato come prodotto in sé. Perfino dai fanghi residui delle lavorazioni del bovino otteniamo energia utilizzata per la produzione di biometano, un carburante sostenibile oltre a fertilizzanti organici e compost di alta qualità da utilizzare nei terreni agricoli".

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