Lunedì 29 Aprile 2024

Lavorare è stressante?. No, rende felici 6 su 10

Lavorare è stressante?. No, rende felici 6 su 10

Lavorare è stressante?. No, rende felici 6 su 10

MA CHI L’HA DETTO che lavorare è stressante? Uno studio commissionato da Heineken Italia dimostra il contrario. Per sei italiani su dieci, infatti, è indice di felicità, soprattutto per i giovani. La ricerca, svolta su un campione di oltre mille lavoratori di età compresa tra i 18 e i 65 anni, mette in risalto un approccio nuovo da parte degli italiani riguardo al mondo del lavoro. Si tratta di una tendenza maturata dopo la pandemia, secondo cui oggi la maggior parte delle persone apprezza il proprio luogo di lavoro per motivazioni legate principalmente al benessere: il 50% apprezza in modo particolare l’ambiente, mentre il 46.3% il work-life balance. Il welfare è ormai così importante per i lavoratori da spingerne più di uno su due a dirsi pronto a rinunciare a una parte dello stipendio per ottenere maggiori vantaggi nella sfera personale – dato particolarmente rilevante tra i 18-44enni – soprattutto riguardo la flessibilità di orario 44.6%, la flessibilità sui permessi e sui cambi di orario 40.7% e per la possibilità di lavorare per obiettivi senza vincoli di orari 33%.

La pandemia ha portato agli italiani il tempo di riflettere e di elaborare diverse valutazioni sul fronte del lavoro. C’è chi ha cambiato occupazione o ha provato a farlo (poco meno di quattro su dieci) per cercare una migliore retribuzione (41.4%). Un fenomeno globale conosciuto negli Stati Uniti come “Great Resignation”, che nel 2022 in Italia ha visto coinvolte 2,2 milioni di persone (+13,8% rispetto al 2021). Eppure, nel 2023, le prime ricerche confermano che non tutti sono stati soddisfatti dal cambiamento: il 41% di chi ha cambiato lavoro si è già pentito. Ma, allora, cosa cercano davvero i lavoratori e cosa si aspettano dall’azienda per cui lavorano? Lo studio ha individuato le cinque caratteristiche fondamentali per il lavoro perfetto: quasi la metà degli italiani (46%) vorrebbe condizioni economiche adeguate e un buon ambiente di lavoro, dove si respira un clima sereno tra i colleghi e con i superiori. Seguono un buon bilanciamento tra vita privata e professionale (44%) e la stabilità contrattuale (37%). Importante anche la reputazione dell’azienda (31%), data principalmente dall’impegno nella sostenibilità (39%) e dall’attenzione alle tematiche legate alla Diversity, Equity and Inclusion (37%).

Insomma, lo stipendio è importante, ma oggi non basta più a trattenere i dipendenti. "Heineken Italia ha da sempre a cuore il benessere delle persone – commenta la People Director Teresa Ferro (nella foto) –, con cui condivide il piacere di stare insieme, la passione e la determinazione di guidare la crescita del mercato in maniera sostenibile. Un rapporto che si traduce in formazione, sviluppo della leadership diffusa a tutti i livelli dell’organizzazione, ma anche nella ricerca del benessere, per far crescere e valorizzare le risorse, dar loro stabilità e prospettive. Credo che la vera forza delle aziende siano le persone e, oggi più che mai, un’impresa per competere sul mercato ha bisogno di team motivati, che possono esistere solo in un ambiente di lavoro equo e inclusivo".

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