Venerdì 26 Aprile 2024

Lavoro, mai così tanti assunti dal 2015. Ma molti si licenziano

Nei primi mesi dell'anno sono state oltre 5 milioni le assunzioni, +21%. Ma crescono anche le cessazioni: 3.949.000, +31% rispetto al 2021, anche per effetto del fenomeno delle dimissioni volontarie.

Roma, 21 ottobre 2022 - Vedremo se da settembre e soprattutto nei prossimi mesi si registrerà una frenata per effetto dell’emergenza energia, ma fino a luglio, nei primi sette mesi dell’anno, la ripresa dell’occupazione è stata sostenuta e robusta, come non accadeva dal 2015. In sette mesi ci sono state oltre 5 milioni di assunzioni (+21%), con una crescita significativa di tutti i contratti, a cominciare da quelli a termine, ma mai così forte dal 2015 anche per quelli a tempo indeterminato. Rispetto a fine luglio dello scorso anno, un milione di assunzioni in più. In sintesi: oltre 2 milioni le assunzioni a tempo determinato (+20%) e 874mila quelle a tempo indeterminato (+33%). Ma anche quasi 4 milioni le cessazioni (+31%), anche in questo caso soprattutto per i rapporti stabili, con il valore più elevato dell’ultimo decennio, lungo la tendenza delle «grandi dimissioni». 

Trend in crescita per le assunzioni 

Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati fino a luglio 2022 sono state 5.029.000, con un aumento del +21% rispetto allo stesso periodo del 2021 e una crescita che ha riguardato tutte le tipologie contrattuali. Nel dettaglio, sono state registrate 874.000 attivazioni per i contratti a tempo indeterminato, che hanno registrato la crescita più accentuata (+33%); significativo anche l’aumento delle diverse tipologie di contratti a termine, per i quali si sono avute 442.000 assunzioni per gli intermittenti (+32%), 209.000 per l’apprendistato (+21%), 2.097.000 per il tempo determinato (+20%), 757.000 per gli stagionali (+14%) e 650.000 per i somministrati (+14%). Dopo il 2015, all’epoca dei bonus introdotti dal governo Renzi, non si era mai registrato, nei primi sette mesi dell’anno, un numero così elevato di assunzioni a tempo indeterminato.

Le trasformazioni da tempo determinato nei primi sette mesi del 2022 sono risultate 444.000, in fortissimo incremento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+68%). Nello stesso periodo, le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo – pari a 70.000 - risultano essere aumentate del 9% rispetto all’anno precedente. Nei primi sette mesi del 2022 l’insieme delle variazioni contrattuali a tempo indeterminato (da rapporti a termine e da apprendistato) ha raggiunto il livello massimo degli ultimi dieci anni, superando anche il precedente livello elevato registrato nel 2019. 

In aumento anche le cessazioni e le dimissioni 

Le cessazioni nei primi sette mesi del 2022 sono state 3.949.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+31%) per tutte le tipologie contrattuali. In particolare, si sono avute 347.000 cessazioni di contratti intermittenti (+53%), 323.000 di contratti stagionali (+48%), 127.000 di contratti in apprendistato, 1.482.000 per i contratti a tempo determinato (+30%), 1.079.000 di contratti a tempo indeterminato e 591.000 per i contratti in somministrazione (+26%). Per le cessazioni a tempo indeterminato si tratta, con riferimento ai primi sette mesi dell’anno, del valore più elevato dell’ultimo decennio.

Il conto annuale in positivo 

Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, identifica la variazione tendenziale su base annua delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese di luglio rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno precedente). Ebbene, dopo gli andamenti negativi registrati nella prima fase della pandemia (antecedente all’avvio della vaccinazione di massa), a partire da marzo 2021 il saldo annualizzato ha registrato il continuo recupero dei livelli occupazionali. 

A luglio 2022 si registra un saldo annualizzato pari a 609.000 posizioni di lavoro. Il contributo alla crescita dei rapporti a tempo indeterminato, continuamente crescente dalla fine del 2021, risulta pari a +272.000 unità. Per i contratti a tempo determinato, esauritasi la spinta al recupero dopo le perdite dovute alla pandemia, il saldo risulta pari a +181.000 unità; positivo risulta il trend anche per gli altri contratti (apprendisti +16.000; stagionali +50.000; somministrati +24.000; intermittenti +65.000). 

Somministrazione in crescita 

Nel corso dei primi sette mesi del 2022, rispetto al corrispondente periodo del 2021, le assunzioni in somministrazione sono aumentate per entrambe le tipologie contrattuali, in particolare sono state registrate 29.000 assunzioni a tempo indeterminato (+73%) e 621.000 a termine (+13%).

Cala il lavoro occasionale

La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) a luglio 2022 si attesta intorno alle 16.000 unità (in diminuzione del 6% rispetto allo stesso mese del 2021); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 274 euro. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), a luglio 2022 essi risultano circa 10.000, in diminuzione del 15% rispetto a luglio 2021, mentre l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 177 euro.