Mercoledì 24 Aprile 2024

La seconda vita del legno da imballaggi "Un’Italia virtuosa, eccellenza in Europa"

Nicola Semeraro, presidente del Consorzio Rilegno: numeri in forte crescita

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di Giuseppe Catapano

Oltre vent’anni di attività, all’interno del sistema Conai, e un contributo determinante all’economia circolare. Il Consorzio Rilegno – come suggerisce il nome – si occupa della raccolta, del recupero e del riciclo degli imballaggi di legno. Un sistema che conta 2mila consorziati, 419 piattaforme di raccolta private, 15 impianti di riciclo e 4.545 Comuni convenzionati per una popolazione servita che supera i 42 milioni di abitanti. "Il nostro – osserva il presidente Nicola Semeraro (nella foto) – è un caso virtuoso che ha permesso all’industria italiana del riciclo del legno di diventare un’eccellenza riconosciuta in tutta Europa".

Quanto è cambiata la vostra attività dal 1997, anno di nascita del consorzio, a oggi?

"Il sistema del riciclo è mutato negli ultimi anni in linea con l’evoluzione del Paese, anche se i principi da cui ha avuto origine sono capisaldi sempre validi: prevenzione, recupero, riutilizzo e riciclo. Per quanto riguarda Rilegno, i numeri sono aumentati esponenzialmente fino a raggiungere quelli attuali".

L’emergenza sanitaria ha avuto un impatto?

"Pesano le incognite dovute alla crisi sanitaria ed economica che stiamo attraversando. Nonostante ciò il sistema Rilegno non si ferma e non si è mai fermato, nemmeno nei mesi di lockdown, garantendo la raccolta e il riciclo del legno in tutta Italia. Più in generale, questa crisi ci costringerà a rivedere i nostri stili di vita e le nostre scelte a tutti i livelli, di governo, di impresa e anche individuali orientandoli ai valori e ai principi della sostenibilità, della protezione dell’ambiente e dell’ecosistema in cui viviamo".

L’Italia del riciclo: diverse ricerche dicono che il nostro Paese differenzia tanto, ma ricicla poco. Quale è la realtà dal vostro osservatorio?

"Le cose stanno diversamente per il legno. I numeri parlano chiaro: nel 2019 sono stati raccolti e riciclati oltre 1,9 milioni di tonnellate di legno con un trend in forte crescita che ha segnato negli ultimi anni un aumento costante, tanto da raggiungere una percentuale del 63% nel riciclo degli imballaggi in legno: ben oltre il target fissato dall’Unione Europea al 30% per il 2030. Va detto poi che il 95% di questo legno riciclato diventa nuova materia prima, in particolare pannello truciolare, linfa vitale per l’industria del mobile italiana, dando vita così a un esempio concreto e virtuoso di economia circolare".

Ci sono regioni più virtuose di altre?

"Esistono delle differenze tra le varie regioni che però, nel caso degli imballaggi in legno, riflettono più che altro la diversa diffusione del tessuto produttivo e della grande distribuzione a livello nazionale. Le regioni con i maggiori volumi raccolti sono la Lombardia con 484mila tonnellate, circa il 25% del totale, l’Emilia Romagna con 278mila, il Piemonte con 171mila, il Veneto con 162mila e la Toscana con 152mila".

Quale è la seconda vita dei ‘vostri’ imballaggi in legno?

"Oltre il 95% del legno è avviato a impianti per la produzione di pannelli truciolari per l’industria del mobile. Le nostre aziende riciclatrici, che hanno la leadership mondiale nelle tecnologie per la trasformazione e il riciclo del legno, contribuiscono a trasformare tutto il materiale raccolto in una materia prima d’eccellenza per lo sviluppo del made in Italy del settore legno-arredo. Dal riciclo del legno si ricavano, in misura minore, anche altri prodotti come pannelli Osb, pallet block, blocchi di legno cemento per l’edilizia, pasta di legno destinata alle cartiere e compost".

Il futuro di Rilegno: quali strategie?

"Ci immaginiamo un futuro nel quale la sostenibilità diventi la normalità, la quotidianità, un modo di pensare ed agire. Per questo siamo impegnati a sviluppare diverse iniziative di sensibilizzazione rivolte soprattutto al mondo giovanile, mentre dal punto di vista operativo stiamo lavorando per rendere gli imballaggi in legno più ‘smart’. Nell’era dei dati che governano i processi di business vogliamo pensare a un imballaggio che non si limiti a essere solo contenitore di merci, ma possa agire come fonte di dati rispetto ai contenuti. Inoltre, stiamo valutando insieme al Politecnico di Milano la fattibilità di processi alternativi di utilizzo degli scarti di legno, come ad esempio la produzione di idrogeno tramite gassificazione diretta".

Giuseppe Catapano

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