Mercoledì 24 Aprile 2024

Istat, crolla la produzione industriale in Italia: -2,6% a novembre. Auto -19,4%

Il confronto con lo stesso mese del 2017. Registrato un -1,6% rispetto a ottobre 2018. L'Istituto di statistica: "Fase debolezza economia italiana potrebbe proseguire. Rischio recessione in tutta Europa". Il premier Conte: "Temevo un dato negativo". Salvini: "Decreto dignità non c'entra". Di Maio: "Crollo europeo"

Istat (ImagoE)

Istat (ImagoE)

Roma, 11 gennaio 2019 - Dati allarmanti dall'Istat. In Italia la produzione industriale a novembre 2018 è diminuita dell'1,6% rispetto a ottobre e del 2,6% rispetto a novembre 2017. Così comunica l'istituto di statistica. Profondo rosso, inoltre, nel settore delle auto, che a novembre 2018 registra un calo del 19,4% su base annuale (il minimo da ottobre 2012). L'attuale fase di debolezza dell'economia italiana - aggiunge l'Istat - potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi: le attese sulla disoccupazione sono aumentate ed è peggiorata anche la fiducia delle imprese. Negativi i dati che arrivano anche dall'Europa. Gli esperti avvertono: è possibile un rischio recessione. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte commenta: "Lo temevo, era difficile che anche per l'Italia non ci fosse un segno negativo". Il vicepremier Salvini: "Il decreto dignità non c'entra" e Di Maio: "Il crollo è europeo, l'economia mondiale sta cambiando". 

Disoccupazione Italia al 10,5%, giovanile al 31,6%

LA PRODUZIONE INDUSTRIALE - L'indice destagionalizzato mensile, spiega l'Istat, mostra un aumento congiunturale solo nel comparto dell'energia (+1,0%); variazioni negative registrano, invece, i beni intermedi (-2,4%), i beni strumentali (-1,7%) e i beni di consumo (-0,9%). Su base annua, gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano invece a novembre 2018 una moderata crescita tendenziale solo per i beni di consumo (+0,7%); diminuzioni rilevanti si osservano, invece, per i beni intermedi (-5,3%), per l'energia (-4,2%) e, in misura più contenuta, per i beni strumentali (-2,0%). I settori di attività economica con variazioni tendenziali positive sono le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,7%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+1,3%) e le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+1,1%). Le maggiori flessioni si rilevano, viceversa, nell'industria del legno, della carta e stampa (-10,4%), nell'attività estrattiva (-9,7%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-6,7%).

La media del 2018 resta però positiva. Nei primi undici mesi dell'anno scorso la produzione industriale italiana è cresciuta dell'1,2% rispetto al 2017. Così spiega l'istituto di statistica in base alle stime sulla produzione di novembre, aggiungendo che, nella media del trimestre settembre-novembre 2018, il livello della produzione registra una flessione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. 

AUTO -19% - Profondo rosso nel settore auto a novembre 2018. Secondo i dati Istat, l'indice corretto per gli effetti di calendario ha registrato un calo del 19,4% su base annuale (al minimo da ottobre 2012), cioè nel confronto con novembre 2017, e dell'8,6% su base mensile, rispetto al mese di ottobre 2018. Il dato conferma, ma con un ulteriore peggioramento, l'andamento di ottobre, quando era stato registrato un calo tendenziale del 14%. Nella media degli 11 mesi 2018, la produzione è diminuita del 5,1%. 

ECONOMIA ITALIANA DEBOLE - L'attuale fase di debolezza del ciclo economico italiano potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, alla luce della nuova flessione dell'indicatore anticipatore. Così stima l'Istat nella nota sull'andamento dell'economia a dicembre. Nel mese, ricorda l'Istituto, il clima di fiducia dei consumatori ha segnato un ulteriore calo: le aspettative per il futuro hanno registrato la diminuzione più sostenuta e le attese sulla disoccupazione sono aumentate. Peggiorata anche la fiducia delle imprese. L'andamento del settore manifatturiero conferma la difficoltà di tenuta dei livelli produttivi.

RISCHIO RECESSIONE IN EUROPA - La produzione industriale ingrana la retromarcia nei maggiori Paesi europei, pesando come un macigno sull'andamento dell'economia. Il dato italiano (-2,6% a novembre) è solo l'ultimo dopo quelli altrettanto negativi di Germania e Francia, tanto da lasciare presagire una possibile recessione in tutta Europa. In particolare, in Germania il calo è stato dell'1,9% su base mensile, in Francia dell'1,3% ed anche la Spagna ha registrato una diminuzione dell'1,5%. Poco migliori i dati in arrivo dalla Gran Bretagna, dove la produzione è scesa dello 0,4%. Nel terzo trimestre del 2018 l'Italia ha registrato un Pil negativo dello 0,1% e la Germania dello 0,2%. Due trimestri consecutivi di contrazione equivalgono per gli analisti alla cosiddetta "recessione tecnica". 

CONTE: "TEMEVO DATO NEGATIVO" - "Mi attendevo e temevo un dato negativo della produzione industriale: già i dati per alcuni partner europei erano stati anticipati, ed era difficile che anche per l'Italia non vi fosse un dato di segno negativo - ha commentato il premier Giuseppe Conte -. Ma ancor di più è importante aver anticipato prima e compreso che sarebbe stata questa la ragionevole evoluzione del trend economico e ancora per questo è stato ancor più importante intervenire con quella manovra economica nel segno della crescita e dello sviluppo sociale".

SALVINI: "DL DIGNITA' NON C'ENTRA" - Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini: "In calo tutta l'Europa, non penso che il decreto dignità incida in Germania, Gran Bretagna, Parigi o Olanda. È un problema per l'economia a livello mondiale che passa anche dagli Usa e noi a differenza di altri mettiamo più soldi nelle tasche dei cittadini e delle imprese per combattere questo blocco a livello mondiale".

DI MAIO: "CROLLO EUROPEO": "Il crollo della produzione industriale è un crollo che vediamo a livello europeo, perché l'economia mondiale si sta trasformando: c'è la guerra dei dazi e l'Italia ha investito pochissimo nelle nuove tecnologie negli ultimi 10 anni". Così commenta il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. 

"BOOM ECONOMICO" - Intanto il ministro Di Maio, intervenendo agli Stati generali di consulenti del lavoro, ha dichiarato: "Credo che un nuovo boom economico possa nascere come negli anni 60, con le autostrade. Ora abbiamo la sfida delle autostrade digitali e questo è il terreno in cui la nostra fantasia si può sbizzarrire". 

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