Mercoledì 24 Aprile 2024

Rischio catastrofe, edifici italiani sotto assicurati

Rischio catastrofe, edifici italiani sotto assicurati

Rischio catastrofe, edifici italiani sotto assicurati

IN ITALIA, Paese ad alto rischio sismico, inteso come perdite attese in termini di vittime, danni alle costruzioni e conseguenti costi diretti e indiretti, almeno il 73% delle aree è ad accentuata frequenza di terremoti. L’attuale fase di cambiamento climatico rende, inoltre, più frequenti le calamità derivanti da intense e improvvise precipitazioni, in un processo di tropicalizzazione del clima alla nostra latitudine.

Un problema che si acuisce a causa di fattori di rischio come la cementificazione dei letti dei fiumi a carattere torrentizio, la scarsa manutenzione della rete idrica e la deforestazione nei luoghi degli insediamenti abitativi. Tuttavia solo il 5% delle abitazioni italiane gode di una protezione assicurativa contro terremoti e alluvioni. Questo a fronte di un rischio catastrofale, alto o medio-alto, che – secondo le stime dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), presieduta da Maria Bianca Farina (nella foto) – riguarda almeno il 78% degli edifici adibiti ad abitazione. Dal 2009 a oggi in Italia si sono verificate oltre 40 alluvioni e diversi eventi sismici importanti. In tale scenario attualmente solo il 50% delle abitazioni civili ha una copertura assicurativa contro l’incendio (a fronte del 42% del 2016) mentre solo il 5,1% delle abitazioni ha anche un’estensione contro gli eventi calamitosi. Dati in crescita rispetto al 4,5% del 2020, al 3,2% del 2019 e soprattutto al 2% del 2016, ma che evidenziano come la diffusione delle polizze assicurative contro gli effetti delle catastrofi naturali sia ancora scarsa. Al 31 marzo 2021 esistevano nel mercato oltre 1,4 milioni di polizze con l’estensione alle catastrofi naturali (erano 1,2 milioni nel 2020, 826mila nel 2019, ma solo 440mila nel 2016), ottenute come somme delle polizze con la copertura del solo rischio terremoto (820mila), del solo rischio alluvione (287mila) e di entrambe le calamità (341mila).

Sulla base di tali dati l’Ania ha stimato, a livello nazionale, che le somme assicurate per il solo rischio terremoto sono arrivate a 325 miliardi, quelle per il solo rischio alluvione a 58 miliardi mentre sfiorano i 105 miliardi di esposizione quelle per le polizze con entrambe le coperture catastrofali. In totale, quindi, si può assumere un’esposizione complessiva di circa 487 miliardi (era 400 miliardi nel 2020, 275 nel 2019, ma solo 175 nel 2016).

Tra i fattori alla base di questa sotto-assicurazione viene annoverata l’abitudine di considerare lo Stato come un protettore assoluto dei propri cittadini, anche se spesso i danni subiti vengono rimborsati dopo diversi anni dalla data dell’evento catastrofale. Negli ultimi dieci anni lo Stato italiano ha speso circa 70 di miliardi di euro per ristorare, e solo in parte, i danni da catastrofi naturali: nell’ordinamento giuridico italiano non è ad oggi presente una legge organica che disciplini in via generale gli interventi statali quando viene dichiarato lo stato di calamità. Il finanziamento pubblico alla ricostruzione del patrimonio immobiliare viene, infatti, deciso ex post mediante stanziamenti non pianificati, con risultati di norma inferiori alle attese.