Mercoledì 24 Aprile 2024

LE BORSE SALGONO E IL POPOLO DEI TRADER TIRA IL FIATO

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AZIONI, bond, fondi, Etf, certificati o future: tutti i più comuni prodotti finanziari saranno protagonisti il 20 ottobre prossimo al Trading Online (Tol) Summit, evento organizzato ogni anno da Borsa Italiana e dedicato al popolo dei trader, cioè agli italiani che abitualmente investono i loro soldi attraverso internet, generalmente in strumenti finanziari quotati sul listino di Piazza Affari. Il popolo dei trader online in Italia ha ormai una lunga tradizione alle spalle e ogni anno si dà appuntamento agli eventi come il Tol Summit, manifestazione che nel 2021 non si svolgerà dal vivo ma con un format a distanza, attraverso una serie di webinar e conferenze trasmessi sui canali digitali. I primi tre trimestri del 2021 sono stati senza dubbio positivi per i mercati finanziari, con l’indice Ftse Mib della Borsa di Milano che ha guadagnato in 9 mesi e mezzo circa il 32%. Per i trader online, o almeno per quella parte di investitori più esperti, vedere una borsa tutta in salita non è tuttavia necessariamente una buona notizia. Anzi, chi compra e vende strumenti finanziari con una certa frequenza di solito guadagna di più proprio quando gli indici si muovono velocemente sull’altalena, con ampie oscillazioni verso il basso e verso l’alto in un arco limitato di tempo. E’ la volatilità delle quotazioni che consente infatti di cogliere la palla al balzo per comprare a prezzi convenienti.

Al contrario, quando sul mercato c’è poca volatilità , il popolo dei trader online resta un po’ più quieto del solito. Non a caso, mentre gli indici di Piazza Affari si muovevano verso l’alto, i volumi di scambio sul listino nei mesi passati sono stati un po’ meno effervescenti rispetto al 2020. Le rilevazioni più dettagliate, su questo fronte, sono quelle pubblicate ogni sei mesi da Assosim, l’associazione rappresentativa degli intermediari finanziari italiani. L’ultimo report semestrale divulgato durante l’estate attesta una diminuzione dei volumi di scambio e dei contratti negoziati un po’ in tutti i segmenti di mercato. Una flessione a due cifre c’è stata per esempio per le contrattazioni sul Mot (il mercato obbligazionario telematico dedicato alla compravendita di bond e titoli di stato). Nel primo semestre 2021, i controvalori scambiati sul Mot sono scesi del 20% circa mentre il numero di operazioni si è ridotto di oltre il 29%.

Un po’ meno marcato, seppur consistente, è stato il calo sull’altro mercato obbligazionario di Piazza Affari, l’EuroMot, dove il controvalore degli scambi è sceso del 10,1% su base annua mentre il numero di operazioni ha registrato una flessione di quasi il 16%. La musica non cambia spostandosi sul mercato azionario, dove il valore degli scambi e il numero di negoziazioni sono scesi (sempre nel primo semestre di quest’anno) del 10-11%. Fa eccezione soltanto l’Aim, il mercato di Piazza Affari dedicato alle piccole e medie imprese e alle aziende con un elevato potenziale di crescita. Qui c’è stato un vero e proprio boom che nella prima parte dell’anno ha visto crescere di oltre il 60% sia i controvalori negoziati che il numero di operazioni. Certo, in valore assoluto si tratta di scambi per appena 1,9 miliardi di euro, una cifra modesta se raffrontata agli oltre 311 miliardi negoziati in 6 mesi su tutta la Borsa Italiana. Sta di fatto, però, che i titoli delle piccole e piccolissime imprese stanno incontrando un crescente interesse tra gli investitori di tutta la Penisola. In calo nei mesi passati anche il volume e il numero di contrattazioni sul Sedex, il segmento di mercato dove si svolgono le compravendite dei certificati d’investimento (in inglese certificates). Si tratta di prodotti finanziari derivati acquistabili con piccole cifre, il cui valore dipende da quello di un’altra attività finanziaria, per esempio un paniere di azioni o un indice di borsa. Nella prima parte del 2021 gli scambi di certificates, tradizionalmente molto amati da chi fa trading online, sono diminuiti del 22,9% per quel che riguarda il numero di operazioni eseguite e del 14,3% per controvalori scambiati. Un trend simile c’è stato anche per le negoziazioni sull’Etfplus, segmento di Piazza Affari dedicato agli exchange traded fund, i fondi di investimento le cui quote sono comprate e vendute in borsa come un qualsiasi titolo azionario.