Giovedì 25 Aprile 2024

Italiani grandi risparmiatori Ma il portafoglio è cambiato

Italiani risparmiatori

Italiani risparmiatori

CIRCA 5MILA MILIARDI di euro. A tanto ammonta il tesoretto delle famiglie italiane, cioè il valore complessivo dei loro risparmi. A calcolarlo, ogni anno, sono diversi organismdel settore finanziario come la Consob e anche diverse società di ricerca e associazioni di categoria. Una delle analisi più recenti è stata pubblicata alla fine dell’estate dalla Fabi, la federazione autonoma dei bancari italiani, che scandagliato a fondo la composizione del portafoglio delle famiglie e ha confrontato i valori odierni con quelli di 10 anni fa quando Mario Draghi, allora presidente della Banca Centrale Europea, pronunciò il famoso "Whatever it takes", la frase con cui dichiarò di essere pronto a fare tutto il necessario per salvare l’Eurozona, mettendo di fatto in sicurezza la moneta unica del Vecchio Continente. Da allora sono cambiate molte cose nelle preferenze degli italiani nelle strategie di investimento. Ma, secondo le analisi della Fabi, ci sono dati rimasti sostanzialmente invariati.

Oggi come 10 anni fa, gli italiani amano ancora il contante e la liquidità. La quota di denaro lasciata dai nostri connazionali in giacenza sui conti correnti e sui depositi bancari è stabile dal 2011 attorno al 31% anche se è aumentato il valore assoluto, dai 1.119 miliardi di 11 anni or sono ai 1.629 miliardi del 2021. Per il resto, il portafoglio delle famiglie e le loro abitudini di investimento sono cambiati in maniera significativa. Nel 2011, gli italiani destinavano buona parte dei loro risparmi (circa il 20%) alle obbligazioni e agli altri titoli del debito (compresi i Buoni del Tesoro), per una somma complessiva pari a quasi 690 miliardi di euro. A distanza di due lustri, cioè alla fine del 2021, il capitale investito dai nostri connazionali in titoli e obbligazioni era sceso verticalmente fino a 230 miliardi di euro, raggiungendo una quota di appena il 4,4% di tutte le attività finanziarie. In aumento, seppur non di molto, la quota di patrimonio degli italiani investito in azioni: dal 19,4% del 2011 si è passati al 23,8% del 2021, con una crescita in valore assoluto da 690 miliardi a oltre 1.200 miliardi di euro. Un’altra categoria di strumenti finanziari in crescita nel portafoglio dei risparmiatori sono i fondi comuni di investimento. Nel 2011, quando l’Eurozona era in crisi, la quota di risparmi destinata ai fondi era pari al 6,6% per un valore complessivo di circa 235 miliardi di euro. Dopo 10 anni la quota è più che raddoppiata fino a oltre il 14%, corrispondente a un valore totale di oltre 770 miliardi. La stessa dinamica di crescita si registra per le polizze assicurative da investimento, cioè quelle sottoscritte non per coprirsi dai rischi ma per far fruttare nel tempo un capitale finanziario. Nel 2011, il patrimonio dei nostri connazionali destinato alle polizze era pari a oltre 680 miliardi di euro, corrispondente a una quota del 19% circa di tutte le attività finanziarie.

Alla fine del 2021 il capitale investito in polizze era invece salito a oltre 1.210 miliardi di euro, cioè a oltre il 23% dei risparmi complessivi delle famiglie. Meno titoli di stato, meno obbligazioni, più fondi e prodotti assicurativi. È questo dunque il trend seguito dalle attività finanziarie nel nostro Paese. Alla base di tale migrazione ci sono principalmente due fattori. Il primo è il calo dei tassi d’interesse che ha reso le obbligazioni e i titoli di stato sempre più avari di interessi. Il secondo è lo scoppio di alcuni scandali bancari (come per esempio quelli delle banche venete) che hanno fatto emergere quanto sia rischioso investire tutto il capitale in bond, un tempo considerati strumenti finanziari sicurissimi.