Giovedì 25 Aprile 2024

Disastri naturali, una spina nel fianco delle assicurazioni

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SICCITÀ, alluvioni, inondazioni o frane. I disastri naturali causati dai cambiamenti climatici rappresenteranno in futuro una spina nel fianco anche per le compagnie assicurative, che rischiano di dover mettere pesantemente mano al portafoglio per pagare gli indennizzi. Secondo le stime della multinazionale assicurativa Aon, in tutto il mondo gli incidenti ambientali hanno comportato perdite economiche per 343 miliardi di dollari già nel 2021, ma soltanto il 38% degli eventi era coperto da una polizza. Le imprese assicuratrici possono però contare su un potente alleato: la tecnologia. Ci sono infatti applicazioni che aiutano le compagnie a calcolare con maggiore precisione la probabilità che avvengano i disastri naturali in determinati territori e consentono di prevenirli o di stimarne comunque in anticipo i costi. Stiamo parlando di tecnologie come l’intelligenza artificiale (che sta alla base anche del funzionamento dei robot e dei meccanismi automatizzati dell’industria) oppure dei big data (cioè quell’insieme di applicazioni che consentono di accumulare, gestire, analizzare e interpretare una gran mole di dati). Su questo tema è intervenuta di recente la Italian Insurtech Association (IIA), associazione di categoria che promuove lo sviluppo delle nuove tecnologie nel mondo assicurativo.

Nei prossimi anni, secondo l’IIA, i maggiori player assicurativi dovranno investire almeno 400 milioni di euro in innovazioni che aiuteranno a tracciare una mappa dei rischi legati ai disastri ambientali e a offrire sul mercato servizi e polizze adeguati. La Italian Insurtech Association ha evidenziato che, nel nostro Paese, diversi settori produttivi necessitano di partner in grado di offrire opportuni servizi di prevenzione e non soltanto semplici rimborsi dei danni causati dalle calamità. A questo proposito, le compagnie assicurative hanno dalla loro parte un altro alleato: l’innovazione nei processi di esplorazione dello spazio. Grazie alle immagini satellitari che arrivano dal cosmo e vengono analizzate da software basati sull’intelligenza artificiale, per esempio, è possibile realizzare modelli predittivi per l’analisi dei dati raccolti e fornire una previsione di eventuali danni naturali. I dati vengono poi utilizzati dalle compagnie assicurative per offrire una copertura globale sui rischi e supportare strategie di adattamento e mitigazione degli incidenti in aree urbane e rurali.

"Oggi esistono già diverse realtà italiane che stanno sviluppando soluzioni fortemente innovative in grado di utilizzare i dati climatici e meteorologici, provenienti dai satelliti in orbita", dice Gerardo Di Francesco (nella foto a sinistra), fondatore e segretario generale dell’Italian Insurtech Association. Per Di Francesco diventa dunque prioritario investire in società che lavorano a soluzioni innovative in questo campo; in Italia, gli investimenti annui in startup (cioè in aziende in fase di crescita che sviluppano innovazioni di questo tipo) si aggirano però attorno ai 10 milioni di euro, una cifra insufficiente, soprattutto se paragonata a quella che si registra in altri paesi europei. La necessità di accrescere gli investimenti in questo campo è stata evidenziata anche da un recente report dell’European Insurance and Occupational Pensions Authority (Eiopa) che ha classificato questi rischi ambientali come potenzialmente distruttivi per il settore assicurativo europeo. Tra gli esempi di startup innovative che possono portare grandi cambiamenti nella gestione delle catastrofi naturali c’è un’azienda come SaferPlaces, che sfrutta i dati satellitari per l’analisi del rischio di alluvione nelle aree urbane, realizzando mappe del pericolo di allagamento in diversi scenari.