Venerdì 26 Aprile 2024

Inflazione in frenata, giù i prezzi degli alimentari. Il divario Nord-Sud

L'Istat: a febbraio l'indice dei prezzi al consumo registra una variazione nulla su base mensile e aumenta dello 0,5% su base annua

L'importanza di verdura e legumi

L'importanza di verdura e legumi

Roma, 16 marzo 2018 - L'inflazione continua a frenare. L'Istat rileva che a febbraio 2018, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e aumenta dello 0,5% su base annua (da +0,9% di gennaio). La stima preliminare era +0,6%.  La frenata dell'inflazione di febbraio - spiega l'Istat - si deve prevalentemente all'inversione di tendenza dei prezzi degli alimentari non lavorati, ossia i cibi freschi, (-3,2% da +0,4% di gennaio), a cui si aggiunge il rallentamento della crescita dei prezzi sia degli alimentari lavorati (+1,3% da +2,1%) che dei beni energetici regolamentati (+5,3% da +6,4%). 

Il rallentamento non riguarda, infatti, la dinamica dell'inflazione di fondo che al netto degli energetici e degli alimentari freschi si attesta a +0,6% come a gennaio. L'inflazione al netto dei soli beni energetici si riduce invece di quattro decimi di punto percentuale (+0,2%, da +0,6% del mese precedente). 

NIENTE EFFETTO BURIAN - Secondo uno studio Coldiretti, in particolare, crollano i prezzi delle verdure con i vegetali freschi che fanno registrare una diminuzione del 21,4% rispetto allo scorso anno, nonostante i danni provocati nelle campagne dal maltempo con l`arrivo del freddo, del gelo e della neve con Burian. A pagare il conti del maltempo sono per ora - sottolinea la Coldiretti - solo gli agricoltori con la devastante gelata siberiana che ha distrutto gli ortaggi in campo.

ALIMENTARI E TRASPORTI - Ma continuiamo con i dati Istat. La variazione nulla registrata a febbraio dai prezzi al consumo, rispetto al mese precedente, è la sintesi di una dinamica opposta e simmetrica dei prezzi dei beni (-0,4%) e dei servizi (+0,4%). La flessione dei primi è dovuta prevalentemente ai beni alimentari (-0,7%), la crescita dei secondi ai servizi relativi ai trasporti (+1,6%).  A febbraio 2018 sono infatti i trasporti a far registrare il maggior incremento congiunturale dei prezzi (+0,8%). Questo rialzo su base mensile dipende prevalentemente da fattori di natura stagionale ed è dovuto in particolare all'aumento di quelli del trasporto aereo passeggeri (+15,1%; +11,3% rispetto a febbraio 2017, in accelerazione da +5,5% del mese precedente), seguito dall'incremento più contenuto dei prezzi di quello ferroviario passeggeri (+0,4%), che invece si riducono su base annua mostrando un'inversione di tendenza rispetto al mese precedente (-0,7% da +1,7%) e di quelli del trasporto marittimo (+0,3%; +1,7% il tendenziale, da +1,4%).

SUD E NORD -  La frenata è più marcata dell'inflazione si riscontra al Sud e al Centro. L'Istat spiegan che i prezzi aumentano dello 0,7% a Nord-ovest (da +1,1% di gennaio), dello 0,6% sia a Nord-est sia nelle Isole (entrambi in decelerazione da +0,9%), dello 0,5% al Centro e dello 0,1% al Sud, riducendo la crescita, in entrambe le aree, di sei decimi di punto percentuale rispetto al mese precedente.  Su base annua, gli andamenti dei prezzi oscillano tra il +1,2% misurato in Trentino-Alto Adige (da +1,4% di gennaio) e il -0,6% in Basilicata (dove si era registrata una variazione nulla nel mese precedente). Gli incrementi maggiori, dopo quello del Trentino Alto-Adige, si presentano in Liguria, Toscana (entrambe +0,9%), Abruzzo (+0,8%) e Valle d'Aosta (+0,7%) mentre in Puglia i prezzi scendono dello 0,2%.

CAPOLUOGHI -  L'inflazione riferita ai capoluoghi registra rallentamenti o inversioni di tendenza, con le eccezioni di Bolzano, dove la crescita dei prezzi è più ampia ed è pari all'1,6% e di Venezia, che accelera lievemente (+1,1% da +1,0%).  In particolare a decelerare sono i prezzi di Genova (+1% da +1,4% di gennaio), Trento, Firenze (+0,9% per entrambi, rispettivamente da +1,1% e +1,3%), Aosta (+0,8% da +1,2%), Cagliari (+0,7% da +0,9%), Torino, Milano, Bologna e Catanzaro (+0,5% per tutti e quattro i capoluoghi di provincia, rispettivamente da +0,9%, +1,1%, +1% e +0,9% registrato a gennaio).  A Potenza e Ancona i prezzi scendono (-0,6% la prima, -0,3% la seconda, dopo la variazione nulla di gennaio) mentre Bari (-0,3% da +0,1%) e Napoli (-0,1% da +0,4%) invertono la tendenza. Per quanto riguarda i comuni con più di 150 mila abitanti che non sono capoluoghi di regione, i tassi tendenziali di crescita dei prezzi più sostenuti si registrano a Reggio nell'Emilia (+1,4%), Parma e Ravenna (entrambi +1,0%) mentre quelli più contenuti a Messina e Brescia (entrambi +0,4%).

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro