Venerdì 26 Aprile 2024

Una galassia di professionisti

Una galassia  di professionisti

Una galassia di professionisti

FONDATA NEL 1990 a Verona, Doc Servizi è una cooperativa che riunisce professionisti del mondo dello spettacolo e non solo: negli anni, la Rete Doc è divenuta una galassia che si estende a tutto il mondo della creatività e della cultura, e comprende per esempio una cooperativa sociale rivolta agli insegnanti di discipline artistiche così come una di professionisti della sicurezza. Associandosi alla cooperativa, gli artisti e i tecnici possono fruire di una serie di servizi, dalla contrattualistica alla gestione fiscale, che da freelance dovrebbero curare in proprio: "Copriamo l’intera filiera, e quindi ci poniamo anche come punti di riferimento per locali o agenzie a cui possiamo indirizzare le figure professionali richieste", aggiunge il presidente Chiappa.

Nel 2019 (dunque nell’ultimo bilancio preCovid) la Rete Doc ha fatturato oltre 72 milioni e mezzo di euro, con 8430 soci. Doc Servizi, la ‘casa madre’, con i suoi 6861 soci ha registrato un fatturato di quasi 59 milioni: nel 2020, il lockdown lo ha fatto crollare a 24 milioni, mentre nel 2021 ha potuto recuperare e risalire a 34 milioni, grazie alla ‘finestra’ estiva che ha permesso di riprendere gli spettacoli dal vivo. "Se non ci saranno nuovi stop, come tutti si augurano, fra il 2023 e il 2024 confidiamo di tornare ai livelli del 2019", dice il presidente. Con il diffondersi del Covid, il mondo dello spettacolo è stato il primo a chiudere, l’ultimo ad aprire: nel 2020, rispetto all’anno precedente, il settore ha perso circa 8 miliardi di euro. "L’emergenza ha fatto venire a galla diverse fragilità, e tuttavia ha portato anche novità positive – sottolinea Demetrio Chiappa –. Per esempio, grazie anche alle nostre campagne di sensibilizzazione e a petizioni con decine di migliaia di adesioni, il ministero della Cultura ha riconosciuto l’esistenza di un mondo della creatività che in precedenza non veniva considerato e quindi ha potuto accedere a contributi. Inoltre, con l’erogazione degli assegni da parte dell’Inps, finalmente ci siamo potuti contare": nella musica dal vivo in Italia lavorano circa 600mila persone. I ristori poi sono stati erogati sulla base del calo di fatturato rispetto all’anno preCovid, "ma ovviamente chi lavorava in nero non ha potuto documentarlo – spiega il presidente di Doc Servizi –. Questo dunque è stato un elemento propulsivo verso una sempre maggiore regolarizzazione del lavoro".

s. m.