Venerdì 26 Aprile 2024

Un genere che ora punta sulla rimonta

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NEL 2019, ULTIMO RIFERIMENTO possibile prima che il crollo dei consumi indotto dalla pandemia cambiasse il quadro del mondo dello spettacolo, l’attività teatrale italiana ha messo a bilancio 23.328.382 biglietti venduti per 132.201 spettacoli con una spesa al botteghino di 426.034.487 euro (dati Siae). Di questi 49.212.658 euro ricadono sotto la dizione "rivista e commedia musicale" con 1.816.357 biglietti venduti per 3.041 spettacoli; terza voce in capitolo dopo teatro (206.105.547 milioni per 85.944 spettacoli) e lirica (112.396.490 per 3.667 spettacoli). Dietro balletto (37.222.188 euro), arte varia (13.934.680), circo (6.148.445), burattini e marionette (1.014.477).

Nell’annus horribilis 2020 la spesa al botteghino della "rivista e commedia musicale" è precipitata a 12.400.047 euro, meno di un quarto del 2019, con 504.846 biglietti venduti per soli 600 spettacoli. Nel 2021 (Siae pubblicherà i dati a breve) la ripresa c’è stata, ma ancora molto sotto i livelli del 2019. La programmazione teatrale costante del 2022, nonostante le difficoltà, promette a fine anno un significativo recupero. Anche se, nel macroaggregato di genere del 2019, la spesa al botteghino del settore teatrale rimane ferma al 15,3% di quella generale per eventi di spettacolo, dietro al cinema (24%), agli eventi sportivi (18%), ai concerti (15,9%).

Per Red Canzian, autore e produttore di "Casanova" (foto sotto), un ritardo legato anche ad un fattore culturale. "Occorrerebbe pure qui in Italia una cultura teatrale come ce l’hanno in Inghilterra, in Francia, in Germania, in America", dice. "O come ce l’abbiamo noi quando andiamo in quei paesi, dove siamo disposti a spendere anche 250 dollari per un biglietto, ma poi storciamo la bocca a pagarne 50 quando rientriamo a casa. Questo rende molto difficile per le nostre imprese di spettacolo non dico avere dei margini di guadagno, ma anche solo di recupero dell’investimento fatto". La politica di contenimento dei prezzi avvicina, infatti, il pubblico ma allontana spesso la sostenibilità economica come dimostra, ad esempio, il volume d’affari dei concerti, che tre anni fa ha toccato i 535.634.169 euro con 15.320.690 spettatori a fronte dei 499.935.319 euro messi in cassa dal teatro a fronte di ben 23.328.382 spettatori.

Andrea Spinelli