Giovedì 25 Aprile 2024

Risparmio, italiani preoccupati sul futuro

Giornata Mondiale del Risparmio, i risultati dell'indagine realizzata da Acri con Ipsos

Giornata mondiale del risparmio

Giornata mondiale del risparmio

Roma, 1 novembre 2022 - Nel corso della 98° edizione della Giornata Mondiale del Risparmio, come è consuetudine, l'Acri ha presentato un’indagine, realizzata in collaborazione con Ipsos, che restituisce una fotografia relativa al modo in cui gli italiani gestiscono e vivono il risparmio, alla luce del contesto Paese e della condizione socioeconomica personale. Gli indicatori comuni a tutte le rilevazioni realizzate fino ad ora, a partire dal 2001 (livello di soddisfazione per la propria situazione economica e tenore di vita, atteggiamento e propensione al risparmio e agli investimenti, comportamenti di consumo), sono integrati da domande specifiche che, di anno in anno, consentono di cogliere il punto di vista degli italiani sul tema specifico della Giornata. Il tema di quest’anno sottolinea il valore del risparmio privato in quanto sostegno per la ripresa del Paese, in un periodo prolungato di incertezze e di difficoltà a causa delle quali emerge la necessità di un punto di equilibrio tra le esigenze odierne e i programmi a medio-lungo termine.

Giornata mondiale del risparmio
Giornata mondiale del risparmio

Lo scenario

Lo scenario dinanzi al quale ci troviamo quest’anno è del tutto diverso da quello del 2021 e, per certi versi, ben più complesso: alla pandemia si è aggiunto il conflitto in Ucraina, il drammatico aumento del costo dell’energia e le conseguenti ricadute sui prezzi, cui si è associato un periodo di incertezza politica. Nel corso del 2022 si è persa, dunque, la forte ventata di ottimismo del 2021, facendo prevalere timori e preoccupazioni sia per il presente che per il prossimo futuro, smorzati, in parte dalle attese riposte sul PNRR, occasione unica per una svolta nel Paese. Il PNRR è 2 vissuto tuttavia più come una risposta emergenziale alle esigenze contingenti che come importante occasione di ripensare il sistema Paese e la sua capacità produttiva. Come certificato da Istat, la fiducia per il clima economico in Italia, che aveva registrato un effetto “rimbalzo” nel corso dello scorso anno, è tornato a livelli analoghi al 2020.

Ritorno al 2020

Lo studio Acri-Ipsos evidenzia, infatti, una crescente difficoltà economica per molte famiglie, accompagnata da una più marcata insoddisfazione: a fronte di un 6% che si dichiara molto soddisfatto per la situazione economica, il 17% ritiene di non esserlo affatto, dato in crescita di ben 6 punti percentuali nel 2021. Guardando al futuro, le previsioni sull’andamento dell’economia personale, locale, nazionale, fino ad arrivare a quella europea e mondiale, portano gli italiani da un marcato ottimismo dello scorso anno (+20 il saldo tra ottimisti pari al 50% e pessimisti pari al 30%) ad un profondo pessimismo dell’anno in corso (-32, 26% ottimisti e 58% pessimisti). E questo si riverbera sulla percezione, di oltre un terzo di essi, che già nei prossimi 12 mesi sarà molto più difficile risparmiare. Di base, il peggioramento delle attese è legato da una parte all’inflazione, dall’altra alle preoccupazioni per il futuro. Infatti, le famiglie colpite da una situazione lavorativa sfavorevole sono rimaste invariate e, al contempo, il tenore di vita è peggiorato per il 19% (contro un 10% del 2021), il 38% ha vissuto difficoltà, mentre coloro che hanno vissuto un miglioramento sono solo il 7%, circa la metà rispetto al 2021.

Dove investire?

L’inflazione sta riducendo i risparmi cumulati, perché per mantenere i consumi molti italiani hanno fatto ricorso alle proprie riserve o a prestiti. Quindi si riducono le famiglie in grado di far fronte con mezzi propri a situazioni di difficoltà: il 39% potrebbe affrontare con serenità una spesa imprevista pari a 10mila euro, il 75% una di 1.000. La capacità di risparmio è quindi una fonte di tranquillità rispetto all’attuale situazione economia e rimane, come in passato, una priorità: più di un terzo (37%) non vive tranquillo se non mette da parte qualche risparmio, che preferisce tenere liquido, facendo giocare agli investimenti un ruolo di secondo piano. In questo contesto gli italiani fanno sempre più fatica a trovare un investimento ideale. In questo scenario incerto, l’Unione Europea continua ad essere vista con favore, si ha fiducia nelle azioni e nelle scelte che verranno prese (57% si fida vs 43% non si fida), quindi l’eventualità di uscire dall’UE è vista come un grave errore dal 69% degli italiani.

Il Pnrr

Il PNRR è un’occasione unica che il Paese deve riuscire a sfruttare, investendo in due settori considerati cruciali: il settore energetico e quello infrastrutturale. Gli italiani avvertono sempre più l’urgenza di agire: il 50% si aspetta interventi immediati nei prossimi 6-24 mesi. Welfare, responsabilità sociale e ambientale, abilitatori della competitività aziendale, settore pubblico più efficiente, giovani e la loro formazione sono capitoli ampi e diversificati sui quali bisogna intervenire. È difficile stabilire delle chiare priorità, bisogna agire contemporaneamente su più fronti e nessuno deve essere escluso: la pubblica amministrazione è chiamata ad agire da protagonista, dando una cornice chiara al contributo necessario delle associazioni di categoria, dei corpi intermedi, del Terzo settore. Anche i singoli cittadini sono molto attivi, sia come volontari, donando il risparmio di tempo, sia attraverso il risparmio economico per sostenere il Terzo settore e iniziative benefiche.

La ricerca 

L’indagine è stata realizzata in parte negli ultimi giorni di settembre (17-22) e in parte subito dopo le elezioni del 25 settembre (27-30), tramite interviste telefoniche (fisso e mobile) con tecnologia Cati - Computer Aided Telephone Interviews -, che è stata arricchita con alcuni dei risultati delle indagini congiunturali prodotte da Istat e con dati provenienti da altri Osservatori condotti da Ipsos nell’anno in corso, per tenere traccia del punto di vista degli italiani. Sono state svolte circa 1.000 interviste, presso un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, stratificato in base ai seguenti criteri: area geografica e ampiezza del centro, sesso ed età. In corso di elaborazione, i risultati sono stati ponderati al fine di riprodurre fedelmente l’universo di riferimento (fonte Istat).

Il futuro

L’entusiasmo degli italiani sul clima economico del Paese si è progressivamente attenuato tornando ai livelli del 2020, dopo un effetto rimbalzo dello scorso anno, sebbene il clima di fiducia e il clima personale abbiano ancora una certa tenuta, complice un complessivo buon livello di soddisfazione per l’andamento delle proprie finanze. D’altra parte, è cresciuta la quota di chi è molto insoddisfatto della situazione economica familiare, una famiglia su cinque. Vi è un generale clima di pessimismo guardando ai prossimi 2 o 3 anni. Il venir meno di prospettive basate su fondamenta solide induce a dare più spazio all’oggi, alla vita attuale, anche se non può venire del tutto meno la necessità di inserire le proprie scelte di consumo ed investimento in una cornice di più ampio respiro. Nel corso del 2022 si è ritornati ad una situazione in cui più della metà degli italiani lamenta una generale difficoltà a mantenere il tenore di vita in linea con quello dei due o tre anni precedenti, in alcuni casi le difficoltà risultano più gravi. Permane un forte e marcato divario tra una minoranza di italiani molto soddisfatti del proprio tenore di vita (6%, dato stabile nel tempo), che risulta in progressivo miglioramento, e un gruppo, più nutrito rispetto allo scorso anno, che si dichiara per niente soddisfatto della propria situazione economica (17% vs 11% del 2021), a causa di un forte peggioramento registrato nell’arco di un breve periodo di tempo.