Giovedì 25 Aprile 2024

"REKEEP DÀ UNA MANO AL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE"

COME ripensare l’assistenza sanitaria italiana per colmare le fragilità del Sistema sanitario nazionale emerse durante la pandemia? Che cosa prevede il Pnrr per sviluppare e rafforzare la medicina del territorio con le Case e gli Ospedali di Comunità? E quali sono gli investimenti necessari e gli impatti sanitari, sociali economici e ambientali conseguibili? Sono solo alcune delle domande a cui ha inteso fornire una risposta la nuova ricerca realizzata dalla società di studi economici Nomisma e da Rekeep, capofila del principale gruppo italiano, che fa capo alla holding di controllo Manutencoop Società Cooperativa di Zola Predosa (Bologna), dell’integrated facility management. L’erogazione e la gestione di servizi integrati rivolti agli immobili, al territorio ma anche a supporto dell’attività sanitaria. Con un focus quindi sugli spazi e le strutture necessari per portare cura e assistenza più "vicine" alle persone.

"Questo nuovo studio – spiega Claudio Levorato, presidente di Manutencoop – fa parte di un lavoro cominciato una decina di anni fa con Nomisma sul grande patrimonio, spesso trascurato o non valorizzato, degli immobili pubblici. E fa seguito a quello condotto nel 2020 dal titolo “Un Green New Deal sul patrimonio immobiliare pubblico: nuove economie ed effetti ecosistemici“, in cui erano stati analizzati i tanti risultati positivi conseguibili attraverso interventi di riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare pubblico non residenziale, in massima parte uffici comunali e scuole. Il denominatore di entrambi è, quindi, comune: sanità e scuola costituiscono, infatti, gli ambiti di sviluppo prioritario di un Paese".

Un Paese dove non si può dire che al patrimonio immobiliare pubblico venga riservata l’attenzione necessaria?

"Esiste quello che potremmo definire un "vizio strutturale" del settore pubblico. Ai cittadini si chiede che si uniformino e rispettino le normative che riguardano il risparmio energetico di case e condomini, la sicurezza degli impianti, le regole antisismiche e poi è proprio lo Stato, in senso lato, che offre l’esempio peggiore con i suoi edifici dove spesso viene sprecata l’energia o, peggio ancora, non sono rispettate le norme di sicurezza".

Per superare questo "vizio strutturale" potranno servire gli oltre 200 miliardi di fondi europei e quindi il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)?

"Con questa ricerca condotta con Nomisma abbiamo voluto richiamare l’esigenza di andare anche oltre il Pnrr nell’ambito specifico della sanità territoriale, di cui proprio la pandemia ha messo in evidenza l’importanza fondamentale e le fragilità".

Perché qualcosa che vada oltre il Pnrr?

"Perché adesso tutti guardano alla pioggia di miliardi in arrivo come fosse un toccasana per risolvere tutti i problemi di un Paese grande e complesso come l’Italia. Ma la domanda è: le risorse del Pnrr saranno sufficienti e quando finiranno come proseguiamo?".

La risposta?

"Il settore pubblico deve smettere di pensarsi autosufficiente e di contare sul privato solo come semplice destinatario di acquisti, forniture e appalti ma guardare a vere e proprie partnership per dare al pubblico quell’efficienza che il privato è in grado di apportare".

Come si può quindi, con il pubblico e il privato insieme, ripensare la Sanità?

"Il Pnrr ha individuato il tema strategico della Sanità territoriale prevedendo per questo modello Case e Ospedali di Comunità ed Rsa. Al nostro Paese, tuttavia, servirebbero 3563 strutture, come ha evidenziato lo studio, per un investimento complessivo di 8,2 miliardi che potrebbe generare un volano economico a livello nazionale pari a 25,7 miliardi. Ma di questo importo, il Pnrr ha previsto 3,3 miliardi e quindi sarebbero necessari quasi altri 5 miliardi per completare tutti gli interventi".

Quindi diventa prioritario trovare queste risorse?

"Un contributo importante potrebbe arrivare dal coinvolgimento degli operatori privati. Non solo la sanità privata ma anche le aziende, come Rekeep, che offrono servizi a supporto della sanità, facility management in primis, attraverso la formula del Partenariato Pubblico Privato. Ad esempio nella direzione della riqualificazione energetica di un presidio ospedaliero strategico, posso citarle il caso dell’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto che ha confermato come il nostro Gruppo sia ancora una volta al fianco dei territori e delle istituzioni pubbliche, a sostegno di un’edilizia più efficiente e più sostenibile".

Quali sono i vantaggi reciproci del Partenariato Pubblico Privato?

"Con la partnership, che ha un valore ben superiore e diverso rispetto al semplice appalto, si affidano a una società esterna, che può immettere anche risorse finanziarie, gli interventi che vengono ripagati con la gestione successiva degli immobili (si pensi al minor costo energetico). Così possiamo essere un alleato fondamentale per la P.A. fornendo anche quelle competenze tecniche di cui il settore pubblico a volte è carente, per generare, nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale, efficienze e risparmi soprattutto con progetti di riqualificazione di edifici esistenti".