Cresce il consumo pro-capite di pesce all’anno: 21kg contro i 6kg degli anni 50

Secondo la FAO aumenta anche la quota di popolazioni ittiche sovrasfruttate dal 10% degli anni ’70 al 35,4% del 2019

I numeri della pesca sostenibile in Italia stanno crescendo considerevolmente assicurando un nuovo sviluppo al comparto e il mare ringrazia. Le catture da attività di pesca coinvolte nel programma MSC sono rimaste al di sopra delle 15 milioni di tonnellate, e rappresentano il 19% di tutte le catture di pesce globali: di queste, 15% sono certificate, 2% in valutazione e 2% sono state sospese perché non più conformi ai criteri dello Standard.

Dalla nascita dell’organizzazione nel 1997 fino al 31 marzo 2022, le attività di pesca certificate secondo lo Standard MSC hanno implementato 2.087 miglioramenti concreti del proprio operato che sono andati a protezione di specie in pericolo, minacciate e protette (ETP), della salute dello stato della popolazione ittica e di ecosistemi e habitat, o a beneficio della gestione, della governance e della politica della pesca Importanti passi avanti nella sostenibilità si registrano anche sul mercato globale, dove il numero di prodotti a marchio blu è passato dai 100 del 2002 ai 20.447 nel 2022 presenti in oltre 60 Paesi del mondo.

Il mercato della sostenibilità ittica in Italia

Il mercato italiano, nonostante la presenza di MSC nel nostro Paese di soli 7 anni, si sta dimostrando molto dinamico. Il volume di prodotti ittici certificati sostenibili secondo MSC è quasi raddoppiato negli ultimi anni, superando le 52mila tonnellate a marzo 2022. Le categorie che presentano il maggior numero di prodotti a marchio blu sono quella dei surgelati e delle conserve, ma una presenza interessante si rivela anche nel pet food, nei piatti pronti e nei freschi confezionati. Le prospettive di crescita sono particolarmente favorevoli, nonostante il contesto economico instabile. Mantenere la rotta verso la sostenibilità sembra essere prioritaria anche nei momenti difficili.

I 25 anni di Msc

Sono 25 gli anni di attività celebrati oggi da MSC Marine Stewardship Council – organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma di certificazione per la pesca sostenibile – durante la conferenza Oceani resilienti. Il ruolo della pesca sostenibile e della filiera ittica nella risposta al cambiamento climatico realizzata all’interno delle Settimane della pesca sostenibile e inserita nel calendario del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2022 promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Luca Mercalli (presidente della Società meteorologica italiana e direttore della rivista Nimbus), Francesca Oppia e David Parreno (Marine Stewardship Council Italia); Pierluigi Carbonara (COISPA Tecnologia e Ricerca) e Niccolò Beati (Nielsen IQ) hanno mostrato le connessioni tra il settore ittico e il cambiamento climatico attraverso la presentazione delle ultime evidenze contenute nell’ultimo State of World Fisheries and Aquaculture (SOFIA) 2022 della FAO, del contributo del programma di sostenibilità ittica MSC al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 e delle tendenze del mercato in termini di sostenibilità.

L'urgenza di una risposta al cambiamento climatico

“Il 2022, con la sua estate più calda e asciutta degli ultimi 200 anni in Europa, ci sta facendo vedere il mondo che verrà”, ha affermato Luca Mercalli. “Il Mediterraneo ha registrato una temperatura media più alta di 5 gradi che ha stressato enormemente la fauna ittica autoctona e ha favorito specie aliene come quelle tropicali che arrivano dal canale di Suez, che, come ha avvertito l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), sono spesso tossiche e invasive: parliamo del pesce palla maculato, del pesce scorpione e del pesce coniglio scuro e striato. E questo è solo l’antipasto, perché il riscaldamento globale è destinato ad aumentare; se aumenterà di poco o di tanto dipenderà dall’applicazione dell’accordo di Parigi”.

Lo stato della pesca nel mondo

“Il mondo consuma sempre più prodotti ittici: secondo l’ultimo rapporto della FAO, dagli anni ‘50 a oggi si passa da 6 a 21kg di consumo pro-capite all’anno” afferma Pierluigi Carbonara, ricercatore e biologo marino per COISPA. “I piccoli pelagici come l’acciuga e i tunnidi sono tra le specie di pesci maggiormente pescate, mentre tra i molluschi troviamo i calamari, ma anche meduse e cetrioli di mare sono sempre più richiesti. E anche se si stima che per circa il 40% delle popolazioni ittiche non ci siano dati sufficienti per valutarne lo stato di salute, il trend è chiaro: la quota di popolazioni ittiche sovrasfruttate, ovvero pescate oltre la propria capacità di riproduzione, è in aumento (dal 10% degli anni ’70 al 35,4% del 2019). Solo meno del 10% è sfruttato entro i propri limiti biologi, mentre il 70% è sfruttato al limite della propria capacità”.

I numeri della pesca sostenibile

I dati contenuti nel nuovo Annual Report mostrano gli enormi progressi che MSC, insieme a tutti gli stakeholder che partecipano al programma MSC per la pesca sostenibile, ha portato nella pesca e nel mercato dei prodotti ittici sostenibili a beneficio della salute degli oceani. “Oceani Resilienti” è parte della campagna Settimane della Pesca Sostenibile, promossa da MSC per incentivare un consumo di prodotti ittici pescati nel rispetto di mari e oceani. Il motto di questa edizione “Siamo tutti sulla stessa barca. Proteggiamo insieme l’oceano” ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla necessità di un’azione comune per difendere la salute delle risorse marine, gravemente minacciate da pesca eccessiva, inquinamento e cambiamento climatico.

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