
Glaciazione demografica e produttività - Crediti iStock Photo
Roma, 25 gennaio 2025 – Da diversi anni in Italia si parla del problema della glaciazione demografica, con gli italiani che sempre meno fanno figli soprattutto a causa dell’incerto scenario economico e sociale. Secondo il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), “l’Italia sta entrando in una nuova fase della sua storia che corrisponde a un inedito impoverimento del potenziale della forza lavoro”. Inoltre, seppur in linea con quelli di altre economie sviluppate, i dati demografici italiani presentano delle tinte più cupe in merito al futuro occupazionale, con il demografo Alessandro Rosina che parla di una “società dal rinnovo generazionale debole”.
Glaciazione demografica e occupazione in Italia
Il problema delle poche nascite in Italia si ripercuote, come detto, sul mercato del lavoro. In particolare Rosina fa notare che la crescita occupazionale è oggi guidata principalmente da persone che hanno più di 50 anni, con l’ultimo ventennio che ha contribuito a formare il cosiddetto effetto twist nella composizione delle fasce d’età dei lavoratori. Più nello specifico, attualmente gli over 50 rappresentano in Italia il 40% della forza lavoro (nel 2004 il dato era al 20%), contro poco meno del 25% per gli under 34 (vent’anni fa era al 35%).
Il mismatch descritto tra domanda e offerta di professionalità crea oggi, rafforzandosi negli anni venturi, una forte problematica di produttività nella società odierna e in quella del domani. Secondo l’European Stability Mechanism, il tasso di dipendenza, cioè il rapporto tra persone considerate in età non attiva e quelle in età attiva, crescerà nel lungo periodo di un punto percentuale, andando a creare una contrazione del prodotto per addetto intorno allo 0,5%. Una simulazione Ocse su questo aspetto rivela inoltre che l’Italia rappresenta un Paese fortemente esposto a questo tema: senza adeguate politiche sull'adeguamento dei tassi di occupazione, il Pil pro capite al 2050 potrebbe subire una riduzione cumulata di circa il 18%.
Produttività ed età dei lavoratori
Molti studi di settore provano a capire il legame esistente tra produttività ed età dei lavoratori. Spesso si tratta di analisi che non tengono conto di diversi fattori, ma che comunque in maniera unitaria delineano che, con il crescere degli anni, i lavoratori tendono ad avere una minore produttività.
Qui entrano in campo altri aspetti di natura psicologica, con gli studi che dimostrano come il picco della produttività negli esseri umani si registri intorno ai 40 anni, con alcuni elementi che possono prolungarla nel tempo. Un bel problema per un Paese come l’Italia che ha una forza lavoro sempre più vecchia e che non riesce a favorire il ricambio generazionale.
Il contrasto alla glaciazione demografica
Al fine di contrarre gli effetti della glaciazione demografica ci sono una serie di interventi che possono essere adottati dagli Stati. Oltre al classico favoreggiamento delle politiche migratorie, che comunque non sempre portano a un abbassamento dell’età dei lavoratori, è necessario intervenire sul trinomio composto da:
- qualità del capitale umano, intervenendo con corsi di formazione e di crescita professionale;
- integrazione nei gruppi di lavoro, tra giovani e meno, così da consentire una più semplice trasmissione di valori e competenze;
- innovazione, fondamentale per permettere la crescita.