
La firma per l'accordo Beko con il ministro Urso
Roma, 15 aprile 2025 – Alla fine l’accordo per salvare e rilanciare gli stabilimenti Beko in Italia è stato approvato dalle assemblee dei lavoratori con l’88% di voti. Un via libera che ieri ha portato alla firma dell’intesa, ma che, al di là del caso specifico, indica un percorso possibile per affrontare e gestire, con il consenso, situazioni, anche drammatiche, di gravi crisi e ristrutturazioni industriali. Il metodo "vertenza Beko" è di fatto diventato il "modello Mimit" o il "modello Urso", dal nome del ministro delle Imprese e del Made in Italy, usato per la risoluzione di: Versalis, Piaggio, Termini Imerese, Piombino, Taranto, Wartsila, Marelli, Whirlpool Emea, Industria Italiana Autobus, Fimer, Sanac. Un modello basato sulla trattativa serrata e costante attivata e portata avanti dal Ministro e sul confronto tra tutti i soggetti in gioco: governo, regioni, sindacati e imprese. Fino al raggiungimento di una convergenza finalizzata all’obiettivo di salvaguardare posti di lavoro e capacità produttiva. Senza escludere, come per la Beko, un ruolo più attivo dello Stato sia attraverso il ricorso al Golden Power (senza il quale non ci sarebbe stato negoziato) sia con missioni ad hoc nei gruppi industriali di riferimento (con il viaggio di Urso in Turchia, nella vertenza Beko). Dunque, costanza e azione certosina nel mettere insieme soggetti e compatibilità possono sostenere gli investimenti e premiare il lavoro.