Mercoledì 24 Aprile 2024

Diecimila colombe a ospedali e beneficenza L’appello di Flamigni: non lasciateci soli

L’azienda di Forli e la crisi da Coronavirus

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"La metà della produzione resterà invenduta. Per noi è un disastro. E dire che si annunciava una Pasqua record, con un incremento di ordini del 10% rispetto all’anno scorso". Giorni amari per chi fa dolci. E la ditta Flamigni di Forlì, azienda familiare che festeggia nel 2020 i novant’anni di attività, è un’eccellenza dell’alimentare made in Italy. Panettoni, biscotteria e appunto colombe, il dolce pasquale per antonomasia. "Pasqua per noi vuol dire il 30% del fatturato, che nel 2019 ha raggiunto i 14 milioni di euro. Parliamo di 150-200 mila chilogrammi di colombe", dice Massimo Buli, che dell’azienda forlivese è uno dei tre soci (gli altri sono il padre Marco e la sorella Renata) nonché direttore marketing e delle vendite.

Per moltissime imprese il Coronavirus è un danno, per altre una batosta. Rischiano di rientrare in questa seconda categoria proprio alcuni imprenditori, come spiega Buli. "Noi vendiamo solo tramite i negozi specializzati, non attraverso la grande distribuzione. Prima che scoppiasse l’emergenza, avevamo consegnato solo un 20% della produzione, che in buona parte sta tornando indietro o giace nei magazzini dei corrieri".

E i contratti già firmati con i punti vendita? "È una situazione del tutto imprevista, dunque non c’è una regola certa cui fare riferimento. E come si può immaginare, nel settore del commercio ciascuno tende a lasciare gli altri col cerino acceso in mano. Non mi faccio illusioni, le perdite saranno molto ingenti". L’azienda Flamigni ha seguito le direttive via via diramate dalle istituzioni, sia nazionali che locali. E ovviamente all’interno degli stabilimenti tutto sta cambiando.

"La produzione è completamente ferma da due settimane", aggiunge Buli. Con ripercussione immediate sui lavoratori. "Molti dipendenti sono stagionali e non abbiamo rinnovato il contratto. I lavoratori fissi, invece, sono stati invitati a prendere ferie e permessi. Alcuni possono farlo, altri no, anche per ragioni di organizzazione interna. Per fortuna disponiamo di spazi molto ampi, quindi ciascuno degli impiegati ha praticamente un ufficio per conto proprio. Io e mia sorella veniamo in azienda a giorni alterni".

L’emergenza Covid-19 è piombata nel momento meno opportuno per l’impresa di Forlì. L’estate scorsa ha inaugurato un grande capannone, ampio 12 mila metri quadrati, situato accanto a quello esistente, più piccolo, situato sempre nella zona industriale di San Martino in Strada. In questo modo la Flamigni ha trasferito nella propria città la produzione dei panettoni, il prodotto simbolo dell’impresa, che veniva effettuata ad Alba, in Piemonte. "Per noi si è trattato di un investimento notevole – continua il responsabile marketing dell’azienda –. Proprio il 2020 doveva essere l’anno della ripresa, invece ecco quello che è accaduto. La faccenda credo avrà ripercussioni per mesi e inciderà profondamente nei bilanci del 2020. Mi auguro davvero che una grossa parte della perdita se l’accollerà lo Stato, altrimenti moltissime imprese non si sa che fine faranno. Mai come in questo periodo c’è assoluto bisogno che le casse pubbliche finanzino il tessuto produttivo".

La ditta dolciaria ha il suo punto di forza nel panettone, una prelibatezza venduta nei negozi specializzati, in virtù di un marchio affermato. Ne può sfornare fino a 8 mila 500 pezzi, grazie all’impianto aperto l’anno scorso. Flamigni vende anche all’estero, in una quarantina di Paesi, dall’Asia agli Stati Uniti. "Ma non saranno certo questi introiti a compensare le perdite del mercato italiano – sottolinea Buli – . Il panettone è piuttosto conosciuto anche in giro per il mondo, la colomba molto meno. E in ogni caso si tratta di un mercato di fascia alta, non abbiamo numeri significativi oltre confine". Nemmeno il canale online pare fornire prospettive certe. "È abbastanza piatto, in momenti di crisi così acuta, si rinuncia a molti consumi".

Come accade ad altre aziende ed enti, Flamigni non si è tirato indietro e partecipa alle iniziative di solidarietà che si moltiplicano soprattutto nei territori più colpiti dal Coronavirus. Nelle prossime settimane, d’intesa con l’amministrazione comunale di Forlì – "l’organizzazione è in capo al sindaco Gian Luca Zattini, noi abbiamo aderito volentieri" – distribuirà gratuitamente almeno 10 mila colombe agli ospedali, agli operatori sanitari e alle associazioni di beneficenza del Forlivese.

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