Giovedì 25 Aprile 2024

Investimenti, il mattone resta il bene-rifugio per eccellenza. Anche nel crowdfunding

Nuove forme di finanziamento ma vecchie certezze. Il dato emerge dalle analisi dei flussi collettivi 'dal basso' nel nostro Paese

Un cantiere immobiliare

Un cantiere immobiliare

Lo diceva sempre la nonna che il mattone è la sola vera certezza. E, anche in tempi in cui le nonne di una volta forse incontrerebbero qualche difficoltà a comprendere le logiche di strumenti come criptovalute e blockchain, pare che ancora una volta siano loro ad essere nel giusto.

Già, perché anche fenomeni finanziari contemporanei che poco dovrebbero avere a che spartire con le logiche dell'economia 'analogica', come il crowdfunding, stanno finendo per uniformarsi alla massima di cui sopra. O, almeno, questo è quanto emerge chiaramente dalle analisi dei flussi di finanziamenti collettivi 'dal basso' nel nostro Paese redatte, relativamente agli ultimi mesi, da specialisti del settore come l'Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Torino. Secondo il quale, sullo sfondo di un periodo di rallentamento di una forma di investimento che fino a qualche tempo fa pareva avere il vento in poppa, il solo comparto a godere ancora di grande fiducia sarebbe quello delle raccolte fondi legate al mondo immobiliare. Ossia, in soldoni, alle richieste di denaro a piccoli (ma anche grandi) investitori per costruire nuove case, uffici ed edifici industriali, peraltro a valle della congiuntura edile più florida degli ultimi 10 anni.

Se, come chiarito dal direttore scientifico dell'Osservatorio, Giancarlo Giudici, i flussi di capitale totali attratti dalle sirene del crowdfunding nel terzo trimestre del 2022 sono stati, infatti, pari a 32,2 milioni di euro, tra giugno e settembre 2021 il dato recitava 33 milioni. E, per il solo mese di settembre, si parla addirittura di 7,05 contro 15,8 milioni, sulla base di sole 14 campagne di successo contro le 24 di dodici mesi prima. E un'ulteriore conferma in questo senso giunge anche da un altro fondamentale indicatore, quello dell'Italian equity crowdfunding index. Che, dando modo di seguire i trend di apprezzamento e deprezzamento che seguono la prima tranche di investimenti 'crowdbased' di ogni impresa, indica che dallo scorso gennaio l'innalzamento è stato di soli 3,29 punti, contro il +15,42 dei primi tre trimestri del 2021 (anche se il dato totale nazionale, va detto, segnava al 1° ottobre 174,87 punti contro i 167,42 di un anno prima).

Quindi si cresce ancora, ma sempre più lentamente. E le ragioni di questo fatto, per gli analisti torinesi, stanno, da un lato, nell'incertezza generale che, tra crisi geopolitiche ed energetiche e relative impennate inflattive, sta spingendo chi prima investiva a mordere il freno. E, dall'altro, nel 'rimbalzo al contrario' seguito a un 2021 di poderosa ripresa dei flussi post-pandemia. Tutto vero e tutto giustificabile, ma, come dicevamo, esiste almeno un ambito che tira ancora: quello immobiliare. Dove la raccolta (tra l'altro in un mondo in cui il ticket minimo richiesto al 'crowdfunder' balla fra i 1.000 e i 5.000 euro rispetto ai 250 di molti altri comparti) del periodo gennaio-settembre 2022 ammonta a 29,7 milioni di euro rispetto ai 28,8 del pari periodo 2021, pur a fronte di un calo delle campagne di successo da quota 19 a quota 15. Questo perché, sempre secondo gli specialisti del fenomeno, chi raccoglie fondi per nuovi immobili è più propenso ad allegare alla richiesta documenti che attestino con chiarezza i margini di rischio dell'investimento sponsorizzato. Pertanto, benché l'Italia sia in ritardo rispetto ad altre nazioni europee sulle pratiche di adeguamento allo European crowdfunding service provider (Ecsp), volto ad uniformare le regolamentazioni comunitarie in materia, e benché i timori legati agli effetti dell'inflazione sui rendimenti degli investimenti siano concreti, allo stato attuale pare il mattone (grazie nonna) stia tenendo in piedi anche questa complessa e innovativa branca della nostra economia.

E proprio per quelle nonne che volessero saperne qualcosa di più, vale forse la pena riassumere qui alcuni caratteri costitutivi del concetto di crowdfunding, immobiliare o meno. Come l'origine del termine, che ricalca quella del 'crowdsourcing' di derivazione informatica (il procedimento collettivo orientato allo sviluppo di un prodotto informatico). O come le prime frontiere del suo utilizzo, legate, a partire da una ventina di anni fa, agli aiuti umanitari, alla salvaguardia di beni culturali e al sostegno alla ricerca medica e sociale e alle 'new companies' (ben prima di approdare all'alta finanza e agli immobili). O, infine, come il suo rapporto privilegiato con il web, visto che parlare di collaborazione a distanza, oggi più di ieri, sembra quasi impossibile senza la connessione a un router e lo scenario fornito da un'applicazione digitale.