Mercoledì 24 Aprile 2024

Bonus matrimonio solo per chi si sposa in chiesa. Cosa sappiamo sulla proposta della Lega

I deputati del Carroccio vorrebbero contrastare il calo dei matrimoni religiosi, ma la proposta ha scatenato molte critiche. Così il dietrofront del firmatario: "In Parlamento sarà allargato a tutti". Ma palazzo Chigi prende le distanze: misura "non allo studio del Governo"

Matrimonio in chiesa

Matrimonio in chiesa

Roma, 20 novembre 2022  - Un bonus di 20mila euro per chi si sposa in chiesa è la proposta di legge presentata dai deputati della Lega Domenico Furgiuele, vicecapogruppo, Simone Billi, Ingrid Bisa (segretaria della Giunta per le Autorizzazioni), Alberto Gusmeroli (presidente della commissione Attività produttive) ed Erik Pretto. Il bonus però ha scatenato molte critiche, respinte dal primo firmatario Furgiuele: "Naturalmente il dibattito parlamentare sarà allargato a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no". Allo stesso tempo da palazzo Chigi arriva una precisazione: "Iniziativa parlamentare", una misura del genere "non è allo studio del Governo". Ma vediamo cosa prevede la proposta del bonus matrimonio.

Sommario

Bonus 20 mila euro

La proposta prevede che il 'bonus matrimonio' sia ripartito in cinque quote annuali, da corrispondere attraverso le detrazioni delle spese sostenute e documentate nella dichiarazione dei redditi, per chi dirà sì davabnti al tradizionale altare. 

Il motivo

Lo scopo dichiarato dei deputati del Carroccio è contrastare il "calo verticale soprattutto dei matrimoni celebrati con rito religioso, che risulta più che doppio rispetto a quello dei matrimoni civili (-67,9 per cento contro -28,9 per cento)" registrato tra il 2019 e il 2020, soprattutto tra i più giovani, causato dalle "misure di contenimento dell'emergenza sanitaria". Inoltre, sottolineano Furgiuele e compagni, "in Italia nel 2021 sono stati celebrati circa 179.000 matrimoni: rispetto al 2020 si tratta di un raddoppio, anche se questo aumento non è stato sufficiente a recuperare quanto perso nell'anno precedente, infatti rispetto al 2019 i matrimoni sono inferiori del 2,7 per cento".  Da questo calo i più penalizzati sono i matrimoni religiosi, come spiegano i leghisti: "Le ragioni che allontanano le giovani coppie dall'altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile sono molteplici e di natura differente. Innanzitutto il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso. Molte coppie sono dubbiose anche sui corsi prematrimoniali, i quali hanno una finalità ben precisa e spesso sottovalutata: cercare di far capire alla coppia se si è realmente pronti nel prendere la decisione di sposarsi". 

Quanto costa questo bonus

A livello di costi "la spesa prevista per il bonus matrimonio sarà pari a circa 716.000.000 di euro, cioè a 143.200.000 euro per cinque rate", e anche meno visto "il calo dei matrimoni nel nostro Paese e i requisiti richiesti per usufruire del bonus". 

Quali vantaggi per le coppie

Le giovani coppie che faranno in grande passo in chiesa potranno usufruire della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso, come ornamenti in Chiesa, fiori decorativi, la passatoia e i libretti. E anche "gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e il servizio fotografico".  

Chi può usufruirne

Potranno usufruirne le coppie under 35, con cittadinanza italiana da almeno 10 anni, e con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE)  equivalente e non superiore a 23.000 euro e a 11.500 euro a persona. Infine le spese detraibili del matrimonio religioso devono essere sostenute in Italia, e arrivano a un massimo di 20.000 euro: ripartite tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo.

Le critiche

"Al di là della probabile incostituzionalità, si conferma che la Lega di Salvini è letteralmente fuori controllo", ha scritto su Twitter Carlo Calenda. ''Prima il dialetto veneto obbligatorio nelle scuole, poi il bonus matrimonio -20mila euro solo se ti sposi in chiesa e sei cittadino da 10 anni (costo 16 milioni a spese dei contribuenti, credenti e non). Non sono queste le cose di cui ha bisogno il Paese'' ha invece twittato la deputata del Pd Ilenia Malavasi. "La detrazione delle spese sostenute per i matrimoni solo in Chiesa, proposta dalla Lega, si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno dieci anni (e perché donne e uomini nati e cresciuti in Italia che ottengono la cittadinanza dopo i diciott`anni dovrebbero aspettarne altri dieci per sposarsi con il bonus?) e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale. Insomma, meglio della fascistissima tassa sul celibato, ma ce la possiamo risparmiare" ha postato su Facebook il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova. "Quanto proposto è inaccettabile e irrispettoso della Costituzione, pertanto ci auguriamo che questa proposta sia cancellata altrimenti attueremo tutte le azioni possibili per evitare che la proposta passi. Si tratta di una vera e propria interferenza inaccettabile verso la laicità dello Stato, i bonus non possono discriminare tra religiosi e laici", ha contestato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, solidale, ambientalista, liberale. "E meno male che Zaia stamattina aveva prospettato una Lega quasi normale: 'Basta battaglie di retroguardia'. Pronta la risposta della Lega romana e salviniana: lo Stato paghi 20mila euro a chi si sposa in chiesa. Altro che 'libera Chiesa in libero Stato', qui siamo ancora al Papa Re", il commento di Mara Carfagna, presidente di Azione.

"In Parlamento può essere allargata a tutti i matrimoni"

Dopo la pioggia di critiche Domenico Furgiuele, primo firmatario della proposta di legge, ha corretto il tiro: "La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no".

Il governo prende le distanze: non è una nostra iniziativa

Da fonti di Palazzo Chigi arriva la precisazione che la proposta della Lega sul bonus matrimonio rappresenta "una iniziativa parlamentare", e che una misura del genere "non è allo studio del Governo". Palazzo Chigi fa presente che il governo " è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio, nell'ambito di un quadro finanziario complesso". Guido Crosetto, ministro della Difesa, ospite di 'Zona bianca' su Retequattro, ha confermato: "Il bonus nozze non fa parte della manovra, fa parte di una proposta di legge che ha presentato un deputato. Non credo che sia mai passato in mente a palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in chiesa piuttosto a chi si sposa in Comune".