Mercoledì 24 Aprile 2024

Bonus anziani 2023, come funziona. Tutti gli aiuti per la terza età

Dal 31 marzo è entrata in vigore una legge che si prefigge di riorganizzare il vasto settore dei sostegni agli anziani a partire dal 31 gennaio 2024

Bonus anziani (Ansa)

Bonus anziani (Ansa)

Roma, 15 aprile 2023 – In un Paese come l’Italia che ha appena raggiunto il suo record negativo in relazione al tasso di natalità con appena 393.000 fiocchi rosa e azzurri registrati in tutto il 2022 (che corrispondono a 7 nascite ogni 1.000 abitanti, quasi la metà rispetto ai 12 decessi che invece sono stati registrati), il tema dei sostegni e degli aiuti di Stato, sta rivestendo un ruolo sempre più determinante in relazione al supporto della terza età, la cui percentuale sul totale della popolazione è in costante aumento. Il lato positivo della medaglia è che la speranza di vita (fatta eccezione per la tragica parentesi del covid) si allunga progressivamente, anche se purtroppo non sempre alla ‘vita lunga’ corrisponde anche la ‘vita buona’.  

Nuovi aiuti agli anziani

Il tema deve essere affrontato sotto diversi aspetti, sia sanitari che economici. Se sul primo settore la sfida si gioca in materia di prevenzione alle patologie croniche e invalidanti, anche attraverso corretti stili di vita da adottare il prima possibile, per quanto riguarda il tema economico, il quadro, già ora complesso, in futuro rischia di diventarlo ancora di più a causa dello scenario pensionistico che ci attende nei prossimi decenni, con assegni che si annunciano sempre più magri. Anche in quest’ottica dal 31 marzo è entrata in vigore una legge che si prefigge di riorganizzare – attraverso il varo dei relativi decreti attuativi - il vasto settore dei sostegni agli anziani a partire dal 31 gennaio 2024.  

Ampia platea

Il primo passo è quello di fornire sostegno alla categoria degli anziani non autosufficienti, che si contano sull’ordine di grandezza di due milioni e 800.000 persone: il 20% di chi appartiene alla terza età e oltre l’80% di chi è costretto a vivere in condizioni di non autosufficienza.

Un nuovo modello di assegno unico

L’approccio scelto è lo stesso riservato alle famiglie alle prese con la crescita dei figli e cioè quello di riorganizzare il sistema dei ‘bonus’ e delle agevolazioni facendolo confluire in un altro assegno unico omnicomprensivo. In questo caso però ci sarebbe una sostanziale differenza, perché l’entità degli aiuti verrebbe vincolata non alle fasce di reddito ma alle necessità di assistenza di ogni persona.

Due scelte possibili

Proprio in quest’ottica arriva un ulteriore aspetto innovativo: l’anziano non autosufficiente dovrebbe infatti avere a disposizione la possibilità di scegliere tra il ricevimento di denaro o la prestazione di servizi legati alla sua condizione di salute.

Il nodo delle risorse

Non tutti i due milioni e 800.000 anziani non autosufficienti però entreranno subito tra i beneficiari dei nuovi trattamenti di sostegno: con ogni probabilità infatti si partirà con la metà di questo numero e cioè col milione e 400.000 donne e uomini che oggi ricevono l’indennità di accompagnamento, un importo che per il 2023 è quantificato in 527.16 euro al mese e che è destinato (come nel caso dei bonus riconosciuti alle famiglie con figli) a essere inglobato nell’assegno unico riservato agli anziani. A stabilire chi ha diritto a ricevere tale sostegno restano gli stessi criteri sanitari attualmente in vigore che però, nell’intento del Governo, dovrebbero però essere accertarti tramite iter più snelli.

Il ruolo delle Regioni

Detto del contesto nazionale, gli enti territoriali, con in testa le Regioni, hanno ovviamente facoltà di intervenire con ulteriori misure di supporto, che variano sia in base ai plafond che alle platee ai quali vengono destinati. Anche in questo caso il campo d’azione è principalmente diviso tra la sfera dei sussidi economici e quella della fornitura di servizi assistenziali ad hoc. Resta in ogni caso il nodo cruciale: dover fronteggiare la non autosufficienza di un membro di una famiglia, è una delle principali cause che portano all’impoverimento. Il problema, oltre al forte impatto etico che dovrebbe riguardare l’intera società, si ripercuote sugli interventi necessari a calmierare questa forte criticità, sostenendo chi purtroppo è già costretto ad affrontare un percorso difficile e fortemente probante.

 

 

 

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