Venerdì 26 Aprile 2024

Benzina e diesel, il prezzo ora cala. Ecco gli importi alla colonnina

I prezzi medi di benzina, gasolio, Gpl e metano sono attesi in leggero ribasso per la prossima settimana. I primi ribassi, in coincidenza con il rallentamento dell'economia mondiale, si sono già visti questa settimana, soprattutto sul gasolio

Un distributore di carburante

Un distributore di carburante

Milano, 16 novembre 2022 - Rallentano ma non si fermano i rincari dei carburanti in Italia. Sulla base delle rilevazioni effettuate da Staffetta Quotidiana i prezzi medi di benzina, gasolio, Gpl e metano sono attesi in leggero ribasso per la prossima settimana. I primi ribassi, in coincidenza con il rallentamento dell'economia mondiale, si sono già visti questa settimana, soprattutto sul gasolio.

I prezzi 

Resta il fatto che un litro di benzina, ad oggi, costa pur sempre il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre per il gasolio la differenza è di oltre il 25%, in base ai calcoli delle associazioni consumatori. In particolare, per la benzina siamo a quota 1,73 euro al litro nel self-service e 1,86 nel servito, per il diesel siamo a 1,86 euro al litro nel self-service e a 2 nel servito, per il Gpl siamo a 0,77 euro al litro e per il metano siamo a 2,2 euro al chilo

Merito del petrolio 

Il prezzo cala grazie al rallentamento delle quotazioni globali del petrolio, legate alle prospettive d'indebolimento della domanda: ieri sera il petrolio americano Wti era sotto gli 85 dollari al barile (-1%) e il Brent britannico è a 92 dollari al barile (-1,2%). L'Opec ha ulteriormente ridotto le previsioni di crescita della domanda globale di greggio per il 2022 e il 2023, citando i rischi di recessione in Europa, l'elevata inflazione e la nuova ondata di Covid in Cina. Il rallentamento si ripercuote su tutti i derivati: i prodotti raffinati del petrolio hanno archiviato la settimana scorsa con una perdita secca del 4%.

Lo sconto sulle accise

 L'altro fronte di contenimento dei prezzi dei carburanti è quello dei sussidi governativi: lo sconto sulle accise è stato prorogato fino al 31 dicembre dal decreto energia, che va ad attenuare i rincari energetici e a compensare, almeno in parte, gli aumenti di benzina, gasolio, Gpl e metano. Il taglio alle imposte che gravano sui carburanti era stato introdotto il 24 marzo scorso e prorogato più volte sia dal governo Draghi che dal governo Meloni. La proroga dal 19 novembre al 31 dicembre (30,5 centesimi al litro su benzina e diesel, 10 centesimi per il Gpl) costerà allo Stato 1,3 miliardi di euro. Fino a questa proroga, secondo l'ufficio studi del Senato, sono stati spesi 5,1 miliardi di euro per contenere le accise e l’Iva su benzina, gasolio, Gpl e metano auto. La nuova proroga costa ulteriori 1,3 miliardi, portando il conto complessivo a 6,4 miliardi di euro fino al 31 dicembre.

Gli sforzi dell'Italia

L’Italia è il Paese che nel 2022 "ha speso di più in percentuale al Pil (3,25 per cento) rispetto ai principali Paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Olanda), per contrastare il rincaro energetico", osserva l’Osservatorio Conti Pubblici Italiani (Ocpi) coordinato da Giampaolo Galli. Per estendere gli aiuti in scadenza al primo trimestre 2023 (gennaio-marzo) serviranno però altri 20 miliardi, secondo le stime dell'Osservatorio. Se poi le misure – azzeramento degli oneri di sistema, sconto sui carburanti, credito d’imposta per le imprese, bonus sociale – venissero estese all’intero anno, il conto salirebbe alla cifra colossale di 80 miliardi. "Questi dati – è la conclusione dell’Osservatorio – evidenziano l’urgenza didefinire le priorità per affrontare in maniera efficace i prossimi mesi senza mettere pressioni insostenibili sul bilancio pubblico". L'esortazione è condivisa dagli economisti del Fondo Monetario Internazionale, che hanno chiesto "una politica di bilancio più rigorosa" ai Paesi con un indebitamento troppo alto, come Italia e Spagna.