Sabato 27 Aprile 2024

Bce: possibile una recessione invernale. Inflazione alta, tassi ancora in rialzo

Peggiorano le stime sull'inflazione: +6,3% nel 2023. Continua la politica restrittiva: ulteriori aumenti dei tassi "a ritmo costante"

Roma, 12 gennaio 2023 - Crisi energetica, elevata incertezza, indebolimento dell'attività economica mondiale e condizioni di finanziamento più restrittive: sono le cause per cui secondo la Banca centrale europea (Bce) è possibile che l'Europa quest'inverno entri in una recessione. È quanto emerge dal bollettino economico mensile, che sottolinea, tuttavia, che un'eventuale contrazione "sarebbe relativamente breve e di lieve entità". Preoccupa anche l'inflazione, per cui a dicembre la Bce ha già deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento e, sulla scorta della consistente revisione al rialzo delle prospettive, "prevede ulteriori incrementi".

La Banca centrale europea (Afp)
La Banca centrale europea (Afp)

"Crescita contenuta e rivista al ribasso"

L'eventuale recessione farebbe seguito a un terzo in cui l'economia dell'area euro era già rallentata allo 0,3%, e prelude a un 2023 in cui "la crescita dovrebbe essere contenuta ed è stata rivista significativamente al ribasso", scrive la Bce ricordando le proiezioni pubblicate a metà dicembre: crescita dell'economia del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell'1,9% nel 2024 e dell'1,8% nel 2025.

Inflazione media del 6,3% nel 2023

Le stesse proiezioni indicano, "in un contesto di eccezionale incertezza", che un'inflazione del 2% è ancora un obiettivo lontano. "Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi, nel tempo, farà diminuire l'inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione", spiega la Bce. Secondo il bollettino, l'inflazione dovrebbe scendere da una media dell'8,4% nel 2022 al 6,3% nel 2023, passando dal 10% nell'ultimo trimestre del 2022 al 3,6% nel periodo corrispondente del 2023, per poi diminuire a una media del 3,4% nel 2024 e del 2,3% nel 2025. Il documento della Bce nota, inoltre, che le misure di bilancio a sostegno delle famiglie in risposta al caro-energia e all'alta inflazione "dovrebbero frenare l'incremento dei prezzi nel corso del 2023. Una volta revocate, tuttavia, l'inflazione riprenderà a salire".

Salari: tassi di crescita superiori alle medie storiche

L'Eurotower promette alta vigilanza anche sulle negoziazioni salariali: "la dinamica salariale mostra un rafforzamento, che è sostenuto dal vigore dei mercati del lavoro e da un certo adeguamento delle retribuzioni volto a compensare i lavoratori per l'aumento dell'inflazione". Le proiezioni dell'ultimo mese del 2022 promettono tassi di crescita dei salari "ben superiori alle medie storiche".

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Spread sceso nonostante il rialzo dei tassi

Per quanto riguarda i titoli di Stato, il bollettino si sofferma sull'andamento di Italia e Grecia, che pare smentire chi temeva un'impennata degli spread fra annunci di rialzi dei tassi e smantellamento del Qe. "I differenziali sui titoli di Stato italiani e greci a dieci anni - nota il documento - sono scesi, rispettivamente, di 18 e 22 punti base". Da marzo, però, arriverà una stretta sui bond acquistati dalla Bce: il portafoglio del programma Asset Purchase Programme (App) "sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile" pari, in media, a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e che verrà poi determinato nel corso del tempo.

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