Giovedì 25 Aprile 2024

Pensioni minime, quando arrivano gli aumenti? C’è una data ma non è sicura

Le rivalutazioni eccezionali previste dalla legge di Bilancio a ora sono lettera morta. Si spera nell’estate

Le pensioni delle donne valgono -33% rispetto a uomini (Ansa)

Le pensioni delle donne valgono -33% rispetto a uomini (Ansa)

Roma, 19 maggio 2023  – Dovevano essere pochi, ma comunque benedetti e subito. E, invece, si stanno rivelando un’illusione fatta di una lunghissima attesa e di rinvii continui. E così, per 1,3 milioni di pensionati al minimo, gli aumenti che dovevano arrivare da gennaio sono rimasti incastrati tra gli ingranaggi della burocrazia dell’Inps. Senza che al momento si riesca a vedere la fine dell’odissea, se non con vaghe promesse per luglio tutte, però, da riscontrare. Vale la pena rimettere in fila i termini della vicenda. Nella legge di Bilancio per l’anno in corso il governo ha stabilito di contrastare gli effetti della galoppante inflazione con una rivalutazione eccezionale che si somma a quella ordinaria. Quest’ultima c’è stata al tasso del 7,3%, così portando il minimo da 525,38 euro (31 dicembre 2022) a 563,74 euro (1° gennaio 2023). La rivalutazione eccezionale è prevista, nel 2023, al tasso dell'1,5% per i pensionati d'età inferiore a 75 anni e del 6,4% per quelli con almeno 75 anni d'età (nel 2024 è prevista al 2,7% per tutti i pensionati). E, dunque, nel 2023, gli assegni minimi per gli ultra 75enni salgono a 599,82 euro (563,74x1,064), mentre per gli altri a 572,20 euro (563,74x1,015). Il tutto con l’obiettivo di legislatura di arrivare a quota mille euro per tutti i trattamenti minimi. Il punto è che le buone intenzioni e anche le stesse norme previste da governo e Parlamento nella legge di Bilancio si sono rivelate fino a oggi lettera morta. Le procedure dell’Inps e una serie di complicazioni interpretative hanno di fatto portato a un allungamento paradossale dei tempi rispetto all’urgenza dell’intervento. Tant’è che a oggi si ipotizza che gli aumenti potrebbero scattare da luglio, ma a condizione che tutti gli adempimenti vengano realizzati entro i primi di giugno. Il che è da vedere. La consolazione che rimane, però, è quella relativa al pagamento degli arretrati che saranno inglobati nella prima data utile di erogazione della rata mensile.  

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