Mercoledì 24 Aprile 2024

FEDERUNACOMA PUNTA SULLA FORMAZIONE D’ECCELLENZA

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SISTEMI satellitari, raffinati strumenti gestionali informatici, comunicazione digitale tra macchinari e database elettronici e, ancora, automatizzazione robotica e Internet of Things. In breve, tutto il campionario di innovazioni che contraddistingue la quarta rivoluzione industriale, utilizzato, anche nel primo settore, allo scopo di governare in modo scientifico le risorse naturali e razionalizzare il lavoro dei mezzi agricoli. È un processo irreversibile quello che, oggi, sta completando una meccanizzazione del lavoro dei campi cominciata almeno due secoli fa, nel momento stesso in cui la forza delle braccia iniziò inesorabilmente a cedere davanti al progresso. E il suo portato, accanto alle evidenti opportunità di crescita, comprende pure le difficoltà che tradizionalmente accompagnano ciò che è nuovo. A partire, secondo il punto di vista della federazione italiana dei costruttori di macchine agricole, Federunacoma, dalla padronanza di competenze complesse che, per maneggiare il cambiamento, sono e saranno richieste agli agricoltori, ai contoterzisti e agli stessi tecnici dell’assistenza e della manutenzione di domani. Gestire l’agricoltura di precisione (che combina sistemi Gps con computer di bordo e sensori agrometeorologici sistemati sul campo) richiede, infatti, conoscenze informatiche, come le richiedono l’attività sui ‘big data’, l’uso dei droni e, in generale, le coltivazioni 4.0, rendendo necessaria per il comparto l’organizzazione di percorsi scolastici e formativi molto più specializzati rispetto a quelli attuali.

Per questo Federunacoma si sta da tempo spendendo in una serie di iniziative seminariali e di sensibilizzazione, in seno alle quali è emerso, per prima cosa, come l’abolizione negli Istituti Agrari dell’insegnamento della meccanica agricola, incorporata all’interno della agronomia, abbia abbassato anziché alzare l’asticella della preparazione degli addetti di settore. Alla richiesta di una riforma in senso contrario, poi, la Federazione ritiene che anche nelle facoltà universitarie di Agraria bisognerebbe approfondire maggiormente lo studio delle applicazioni digitali più avanzate e, in questo senso, FederUnacoma si è già mossa concretamente. E lo ha fatto promuovendo e sostenendo un Master post-universitario in tema di ‘International Agricultural Engineering’, nato dalla collaborazione fra un’alleanza tra poli universitari europei di rilievo come l’Institute of Technology di Tralee, in Irlanda, l’Institut Universitaire de Technologie de Chalon-sur Saône, in Francia, e l’Università di Bologna.

Così, oltre al palcoscenico principe per gli ultimi ritrovati della meccanica agricola, l’Eima in programma dal 19 al 23 ottobre negli spazi di BolognaFiere diventerà anche il luogo dove illustrare queste nuove attività accademiche agli addetti ai lavori, sullo sfondo della sezione ‘Eima Campus’. Qui, infatti, troveranno spazio gli sforzi di aggiornamento dei saperi portati avanti da Associazione Italiana di Ingegneria Agraria, Crea, e atenei come le Università di Milano, Bologna, Padova, Firenze, Palermo, Udine, oltre a quella della Basilicata e al Politecnico delle Marche. Poi, sempre all’expo bolognese, si darà voce anche al progetto formativo promosso da Confindustria, e avviato a finanziamento nell’ambito del Pnrr, pensato in modo specifico a beneficio di chi lavorerà all’interno delle industrie costruttrici. Le strutture di istruzione e formazione che possono essere coinvolte nel nuovo filone della meccanizzazione agricola avanzata, del resto, possono essere anche quelle deputate alla formazione post-diploma e, segnatamente, gli Istituti di Formazione Tecnica Superiore che formano le figure professionali specificamente richieste dai settori industriali. Per incidere oltre il mondo degli agricoltori propriamente detti e per ovviare a un’impreparazione delle maestranze diplomate segnalata, secondo un’indagine di FederUnacoma, dal 45% delle industrie di settore.

Migliore il giudizio sulla preparazione universitaria (il 25% delle imprese ritiene buono il livello dei laureati, anche se il 50% delle imprese ritiene appena sufficiente il loro livello rispetto alle proprie necessità specifiche), ma, al netto di questo, la formazione professionale sulla meccanica agricola avviene ancora oggi in larga misura presso le aziende stesse, con seminari e stage formativi esterni che, evidentemente, costano tempo e denaro. L’80% delle aziende interpellate, del resto, prevede iniziative di formazione aziendale, finalizzate proprio a dotare i neoassunti di quelle competenze tecniche che la scuola e l’università hanno fornito in modo insufficiente o parziale.

E dire che le figure in questione, al centro dei programmi di recruiting, sono ingegneri meccanici, ingegneri informatici, agronomi e pure designer, tutti al centro di un futuro da costruire in fretta, se il sistema Italia vuole essere competitivo. Con gli ultimi, tra l’altro, al centro di una dinamica di richieste davvero importante, in considerazione del fatto che gli aspetti funzionali, ergonomici ed estetici delle macchine e delle attrezzature, padroneggiati da chi ha studiato design, assumeranno un ruolo sempre maggiore nella meccanica per l’agricoltura e il verde, costituendo un valore aggiunto nella progettazione futura.