Mercoledì 24 Aprile 2024

Energia, fertilizzanti, sementi: volano i costi produttivi

Energia, fertilizzanti, sementi: volano i costi produttivi

Energia, fertilizzanti, sementi: volano i costi produttivi

BOOM dei costi produttivi in agricoltura. Sono lievitati – informa Ismea – "di oltre il 18% in soli tre mesi, dopo aver chiuso il 2021 con un incremento del 6%". Ad oggi, quindi, l’aumento sfiora il 25%. Una situazione che rischia di mandare fuori mercato interi comparti del nostro agroalimentare, dalla zootecnia all’ortofrutta. Per l’aggregato delle colture vegetali, dove pesano soprattutto i salari, i prodotti energetici, i fertilizzanti e le sementi, si registra nel primo trimestre 2022 un aggravio dei costi sostenuti dagli agricoltori del 20,4% su base annua (dopo il +5,7% del 2021). I rincari, guidati dagli incrementi record dell’energia (+50,6%) e dei fertilizzanti (+36,2%), hanno investito tutti i settori seppur con intensità differente a seconda della combinazione dei fattori produttivi, risultando più accentuati nel caso delle coltivazioni industriali, dei semi oleosi e delle colture cerealicole, "anche se – valuta Ismea - il contestuale aumento dei prezzi di vendita ha protetto, almeno fino ad ora, le marginalità".

"I consumatori pensano erroneamente che i prezzi dei prodotti alimentari stiano schizzando verso l’alto come conseguenza della guerra in Ucraina, ma in realtà i rincari sono iniziati ancor prima dell’avvio del conflitto – spiega Carlo Piccinini (nella foto), neopresidente di Fedagri Confcooperative – All’inizio dell’anno abbiamo assistito ad un incremento dei prezzi delle materie prime e di tutti i costi produttivi, a partire dai rincari di energia e gas, che hanno cominciato a mettere a dura prova la competitività delle imprese. Oltre ai costi energetici, c’è adesso anche il problema della carenza di acqua, che costringe le aziende ad irrigare i campi facendo lievitare la spesa energetica. Ancora, i costi dei fertilizzanti, che vengono prodotti in gran parte in Russia, sta incidendo molto sul rialzo dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli".

Situazione drammatica in zootecnia. Nel primo trimestre del 2022, sempre secondo Ismea, gli esborsi degli allevatori sono aumentati del 16,6% su base annua, registrando un’ulteriore spinta dopo il +6,4% del 2021, di riflesso agli incrementi dei prezzi degli animali da allevamento (+9,8%) e dei mangimi (+21%) oltre che dei prodotti energetici (+61,5%). "In questo caso la dinamica dei prezzi di vendita ha dimostrato di non essere sempre in grado di assorbire i maggiori costi, esponendo gli allevatori ad una forte erosione dei margini", dice sempre Ismea. Tra i vari comparti, avicoli, uova e bovini da latte risultano i settori più colpiti dagli incrementi dei costi produttivi, con i primi, tuttavia, in qualche modo avvantaggiati dall’alto livello di integrazione verticale.

Ma l’attuale crisi dei prezzi sta investendo tutti gli anelli della filiera agroalimentare, dalla produzione primaria alla trasformazione industriale sino al consumo finale. Il gruppo misto Ortofrutta della Ue (Italia, Francia, Portogallo e Spagna) ha preso in esame l’attuale drammatica contingenza e gli effetti della guerra. Cia-Agricoltori Italiani, presente all’incontro, ha ricordato che i rincari energetici, così come quelli di fertilizzanti, trasporti e imballaggi, ormai hanno più che raddoppiato i costi correnti per la produzione di frutta e verdura, con incrementi tra il 65% e il 70% in particolare per l’orticoltura. Un problema comune e trasversale ai quattro Paesi, così come la difficoltà a reperire manodopera alla vigilia delle grandi campagne di raccolta, il calo di consumi generalizzato, nonché le difficoltà per il commercio estero, considerata l’inedita situazione internazionale, con la necessità di trovare nuovi mercati di sbocco.